I militari in Siria si ribellano a Nasser

I militari in Siria si ribellano a Nasser L9insurrezione ispirata dal colonnello Serraj, che nel '58 si batté per la fusione * ■ '—■ i .,i .... i i .. _ — _—-.. I militari in Siria si ribellano a Nasser Gli insorti occupano Damasco ed annunciano di volersi staccare dall'Egitto - Anche la guarnigione di Aleppo a tarda sera si unisce ai ribelli - La V Armata siriana, cui Nasser aveva ordinato di stroncare la sedizione, si schiera con i rivoltosi - I militari dichiarano: «Libereremo la Siria dal dispotismo egiziano. Restituiremo ai siriani il governo del Paese» - Finora non si ha notizia di scontri - Due angosciati discorsi di Nasser alla radio - Difficoltà di inviare truppe dall'Egitto, che non ha confini comuni con la Siria Si spezza la Rau? La sommossa militare scoppiata ieri a Damasco è ancora oscura nel suo svolgimento e imprevedibile nell'esito ; è chiara però nelle cause generali e nei motivi immediati che l'hanno fatta precipitare. Dopo tre anni e mezzo dalla fusione della Siria con l'Egitto nella Rau (1° febbraio 1958), le numerose ragioni di malcontento che sin dall'inizio serpeggiavano nella « provincia siriana » sono infine esplose con la rivolta militare; si è tornati così ad un sistema tradizionale in Siria, paese che nella sua breve indipendenza (1946-1958) ha visto cinque colpi di Stato militari ed ha avuto quattro Costituzioni. Questa volta, ovviamente, il conflitto si è dilatato nell'ambito più vasto della Rau; i due milita/i rivali erano infatti un egiziano, il maresciallo Abdel Akim Amer, ed un siriano, il colonnello Abdel Hamid esSerraj, sino all'altro ieri vicepresidente della Rau. E' difficile stabilire esattamente fino a che punto si trattasse di un urto personale e fino a che punto invece i iue uomini si battessero in nome di contrapposte visioni circa la migliore sistemazione della Siria nella Rau; è indubbio comunque, che in tutta la breve storia dell'unione siro-egiziana le persone del colonnello e del maresciallo appaiono continuamente mischiate ai complessi problemi originati dall'unione stessa, al punto che perfino un uomo come Nasser ha dovuto tenerne conto e adottare una politica flessibile nei riguardi della Siria. Il colonnello es-Serraj emerse sulla scena siriana negli ultimi anni dell'agitata vita indipendente del suo Paese; poco più che trentenne, capo dell'ufficio informazioni dell'esercito, era uno di quei tipici ufficiali politicizzati, con tendenze insieme nazionaliste e vagamente sociali, che guardavano a Nasser e alla sua rivoluzione come al modello da seguire per tutto il mondo arabo. Nel dicembre '56 il Daily Mail lo definiva addirittura « un uomo più pericoloso ancora di Nasser » : che è quanto dire, da parte d'un giornale inglese all'indomani di Suez! Dietro lo schermo nominale di un potere civile sempre più evanescente, es-Serraj preparò l'unione della Siria all'Egitto; realizzatala, pur non avendo cariche di primo piano, divenne il dominatore di fatto della « provincia siriana », instaurandovi un regime ferreo, fondato su un implacabile sistema poliziesco. Questi metodi, con i quali il colonnello credeva di potere più facilmente inserire la Siria nella Rau, ebbero invece l'effetto di esacerbare l'insofferenza dei siriani per la nuova situazione: passata l'euforia na zionalistica, emergevano infatti motivi coni reti di disagio — psicologico, politico, economico — e ci si rendeva conto che la fusione era in realtà un'annessione della Siria all'Egitto Così Nasser inviò nell'otto' bre '59 il maresciallo Amer come proprio proconsole in Siria, per stroncare l'opposizione ma anche e soprattutto per attuare misure liberalizzatrici e provvidenze d'ordine economico; si verificava dunque il paradosso che l'egiziano veniva per sollevare i siriani dal giogo imposto dal loro stesso compatriota. Ma es-Serraj potè in tal modo sfruttare la suscettibilità nazionale dei siriani, farsi portavoce delle loro lagnanze; e Nasser, esattamente un anno fa, dovette cedergli, nominandolo addirittura al posto più elevato, di Presidente del Consiglio esecutivo siriano. Lo scopo ultimo di Nasser, servendosi del colonnello o del maresciallo, restava sempre quello di unificare completamente Siria ed Egitto; perciò il 18 agosto scorso, creduti ormai maturi i tempi, sciolse i due governi regionali (Consigli esecutivi) e creò un unico governo centrale al Cairo, con sette vice-presidenti, fra i quali Amer ed es-Serraj. Quest'ultimo veniva così promosso, ma in realtà rimosso dalla base del proprio potere; da ciò l'urto con Nasser e Amer, sfociato infine l'altro ieri nelle dimissioni del colonnello da una carica che egli giudicava puramente nominale. L'estromissione di esSerraj a sua volta ha provocato la sommossa militare, che fa leva, come s'è detto al principio, su serie ragioni di malcontento effettivo dei siriani. Proseguendo la sua politica unificatrice, Nasser ha infatti esteso alla Siria le misure di nazionalizzazione di recente introdotte in Egitto: delle banche, delle; assicurazioni, dell'industria pesante, della stampa; tutte misure che, insieme all' ulteriore aumento delle tasse, sono apparse insopportabili all' influente ceto medio siriano, lo stesso dal quale provengono gli ufficiali ribelli. Così la rivolta ha una spiegazione meno meschina delle rivalità personali dei militari; ma appunto per questo ne esce maggiormente colpito il tentativo di Nasser di costruire il « socialismo democratico cooperativo » e più ancora ne soffre il suo prestigio di dittatore. Ferdinando Vegas . , ù a o o , n r i o n o o ¬ levato, fidando in Allah, per annientare coloro che hanno deviato... La Siria si è sempre ribellata contro ogni tirannide. Attraverso la storia, animata dalla sua fede, ha sempre abbattuto gl'imperialisti ed i cospiratori. Essa si solleva oggi, fidando in Allah, per abbattere i tiranni e gli imperialisti, nei quali il popolo di Siria aveva riposto tutta la sua fiducia incaricandoli di compiere la sacra unità araba*. Era una autentica dichiarazione di guerra al governo del Cairo. Nasser rispondeva con un drammatico appello al paese, affermando che la rivolta I aveva provocato una situazio ne più. grave dell'attacco an glo - franco - israeliano contro Suez. < Avete la prova di que sta gravità — diceva il presi dente arabo — nella mia presenza alla radio del Cairo. Mai durante le operazioni del 1956 mi rivolsi a voi con questo mezzo. Benché desiderosi di evitare spargimento di sangue abbiamo ordinato alla V Armata di marciare su Damasco perché stronchi l'azione dei rivoltosi il cui movimento costituisce una minaccia diretta contro l'indipendenza della Repubblica, contro il nazionalismo arabo e contro la patria... Sono responsabile dell'unità araba. Né volontariamente né per forza accetterei di proclamare io stesso lo scioglimento della Rau ». A Damasco la situazione si evolveva rapidamente. Poco dopo le 1S la radio, riprendendo la denominazione « radio della Repubblica araba unita », diffondeva un comunicato distensivo in cui annunciava che « la situazione era normale >: il comitato rivoluzionario aveva avanzato le sue richieste al maresciallo Amer capo dell'esercito della Rau, che le aveva accolte. I postulati per metter fine al movimento, insurrezionale erano i seguenti: stroncare la corruzione, rivedere le leggi nazionalizzatrici imposèe dal Cairo, decentralizzare l'amministrazione per l'esercito siriano. Amer ripartiva alle ore 17 per il Cairo, promettendo di appoggiare presso Nasser tutte le rivendicazioni. Il colpo di scena avveniva verso sera. Nasser ritornava per la seconda volta ai microfoni della radio per respingere duramente le richieste dei ribelli. « L'insurre zione è opera di un'esigua frazione dei militari di stanza a Qatanah —. diceva il presidente — e non ha ottenuto l'appoggio della popolazione. Non posso abbandonare chi non ha perduto la propria fede nella unità araba ». Nasser ha negato che Amer e Falsai (il generale comandante della 1' Armata) abbiano ceduto alle pressioni degli insorti ed ha annunciato la destituzione di due generali sedi zìosi (Eulahlavi e Elkerzi) e di quattro colonnelli, che saranno deferiti alla Corte marziale per tradimento. La misura riguarda sei alti ufficiali: la rivolta non sembra dunque così limitata come il presidente^ della Rau vorrebbe far crédere. Radio Damasco ha ripreso questa sera la sua denominazione < rivoluzionaria », rispondendo al discorso di Nasser che il movimento di ribel¬ lione continua, < essendosi rotta la tregua > concertata con il maresciallo Amer. Tutte le bandiere della Rau sono state tolte dagli edifici pubblici; U coprifuoco è in vigore dalle ore 19; la città è co».Irollata dalle forze ribelli. Non si è sparato, pare, un solo colpo. Confuse e contraddittorie sono le notizie dagli altri centri della Siria. Radio Aleppo, controllata -da filonasseriani, ha ribadito la sua fedeltà al governo del Cairo; anche il novernatore di Laodicea, Abdullat Jassomi, ha espresso pieno appoggio a Nasser. Non si ha per ora notizia di scontri fra le opposte fazioni. a. p. Nasser tra la folla all'uscita da Radio Cairo dove ha pronunciato un discorso (Tel.)