La tomba di Scipione l'Africano funzionava da casa d'appuntamento

La tomba di Scipione l'Africano funzionava da casa d'appuntamento Clamorosa sorpresa della polizia a Villa Lilerno presso Caserta La tomba di Scipione l'Africano funzionava da casa d'appuntamento Un oste aveva impiantato nel suo locale un'organizzazione «squillo» - I convegni avvenivano tra i ruderi del sepolcro romano • Dieci persone denunciate, tra cui due ragazze minorenni (Dal nostro corrispondente) Napoli, 27 settembre, (c. g.) Il questore Alfredo Magliozzi ha denunciato alla Procura della Repubblica di S. Maria Oapua Vetere, in base al rapporto fattogli dal comandante della Squadra Mobile, l'oste Raffaele Turco, che aveva organizsato a Villa Literno — dove morì in volontario esilio Publio Scipione l'Africano, vincitore di Annibale — un'agreste casa-squillo. Il Turco? che si serviva corife, segret'àrio d'un nano, Nicola Carfesino, aveva disposto ogni cosa [perché i suoi avventori, quasi tutti facoltosi commercianti venuti nella nona allo scopo di fare acquisti di bestiame o di latticini, potessero trascorrere qualche ora lieta. Ciò, dopo i pranzi ammanniti nel locale che, con ironica parodia — alludendosi alle cifre iperboliche iiiiiiitiiiiitiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiicitiiiiiii spese dal fascismo per realizzare il film ispirato alle vicende del generale romano — veniva chiamato <La taverna di Sciupone VAfricano ». (E' noto che una costosissima ripresa di quel lavoro cinematografico dovette essere annullata perché risultò che molti cavalieri avevano dimenticato di togliersi il cronometro da polso)'. Ma poiohé il Turco disponeva solo di una camera al piano superiore, mentre le bellezze reclutate nella zona erano numerose e vastissima la clientela, attirata dalla rinomanza di quella buona cucina e dalle sorprese offerte a prezzo non eccessivo, aveva escogitato un sistema abbastanza insolito per risolvere il problema. Spesso delle automobili di turisti si dirigevano verso il lago di Patria, nel bosco dove, secondo la tradizione — confermata da iiriiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiia Seneca, Livio e Plinio — sa-|rebbe stata la tomba di Scipione. In realtà i ruderi che là si vedono non sono la tomba del condottiero. Sono ciò che rimane di un tempio « italico > con il.podio e una base di colonnato. Ma il popolino e le stesse guide, non molto edotte del grande insoluto problema archeologico consistente nel mai avvenuto ritrovamento della celebre tomba, chiamano quel luogo < il sepolcro dì Scipione l'Africaìtòlfi~ari'che perché vi è stata .murata recentemente una lapide ! che ricorda la leggendaria figura dalle cui labbra, dopo il comportamento del Senato di Roma, uscì la famosa invettiva: € Ingrata patria, non avrai le mie ossa!>. E l'oste furbo aveva pensato di fare ospitare nelle stesse auto dei clienti le ragazze, che si recavano appunto presso il « sepolcro di Scipione », tanto più che, lasciata la via Domiziano, l'interno del tempio offre uno spiazzo erboso ben protetto dalla vista dei passanti per le stesse rovine più in alto del ZiueHo stradale. Il luogo per i convegni era stato scelto molto bene e tutto sarebbe filato liscio se non vi avesse messo il naso la polizia. La conclusione delle indagini è stata la denuncia di dieci persone, cioè, l'oste, il suo segretario Nicola Cartesino, Rosa Padula e Francesco Alivero, incaricati di assoldare.nuove reclute nell'allegra osteria, e sei ragazze, di cui una di 15 e una di 13 anni. Le indagini proseguono essendo opinione della polizia che almeno altre dieci fossero le frequentatrici della taverna di « Sciupone >. c. g.

Persone citate: Alfredo Magliozzi, Francesco Alivero, Maria Oapua Vetere, Nicola Carfesino, Publio Scipione, Raffaele Turco, Seneca

Luoghi citati: Napoli, Roma, Villa Literno