Bonatti scala in 12 ore il Bianco su una difficile parete di ghiaccio

Bonatti scala in 12 ore il Bianco su una difficile parete di ghiaccio Bonatti scala in 12 ore il Bianco su una difficile parete di ghiaccio Prima assoluta attraverso la « direttissima » del versante sud - L'ascensione compiuta assieme a un giovane alpinista viareggino (Dal nostro corrispondente) Courmayeur, 23 settembre. Walter Bonatti e Cosimo Zappelli hanno compiuto ieri la < direttissima » al Monte Bianco per il versante Sud, in prima assoluta. La via — un misto ghiaccio e roccia — corre parallela al pilone centrale del Monte Bianco, o del Freney, tristemente noto. Essa si diparte dal colle di Peuterey ad una quota di 3934 metri, raggiungendo i 4810 metri della cima del Bianco: sono 900 metri circa di dislivello. Difficile è la scelta della via da seguire, sempre irta da difficoltà di ghiaccio che a un determinato punto diventano di roccia. Bonatti e Zappelli, raggiunto il rifugio Gamba nella serata di mercoledì 21, lasciavano il bivacco fisso alle due della notte sul giovedì. Innanzi a loro erano due vie: o quella del ghiacciaio del Freney o quella dell'Aiguille Bianche, attraverso il colle della Innominata. Bonatti ha scelto il passaggio proprio nel punto dov'era morto Oggioni, al colle della Innominata. Era il suo omaggio al giovane amico scomparso. La scalata all'Aiguille Bianche (metri 4107) trova impegnati i due alpinisti sino alle 12 dì giovedì. Poi la discesa relativamente facile per portarsi al colle del Peuterey (metri 3934) dove Bonatti e Zappelli si riposano e asciugano al sole caldissimo I loro in dumenti inzuppati dalla neve. Il primo bivacco In attesa delle ore fredde per attaccare il colatoio, è buono: il tempo è sempre al bello; la temperatura relativamente mite. Alle due di venerdì sono alla base del colatoio: calzano caschi per ripararsi dalla caduta di proiettili di ghiaccio; pile frontali illuminano il loro cammino. Per cento metri gradinano nella neve e salgono fino ad un terzo del colatoio; poi uno sfolgorante sole annuncia l'alba di venerdì. Per svolgere l'ascensione sulla direttrice Sud al Bianco devono superare uno sperone di roccia sulla destra, che II porta ad una fascia trasversale di rocce svettanti che impediscono ogni ragionevole passaggio. Bisogna togliere nuovamente i ramponi e Bonatti e Zappelli compiono l'operazione per la centesima volta. Una salita mista (ghiaccio e roccia) non comporta solitamente questa operazione, ma qui è impossibile attaccare la roccia con questi attrezzi, che costituirebbero un serio impedimento. Qui sono infatti i passaggi più difficili, un susseguirsi di salti verticali di roccia, di cui uno di quinto grado, che richiede l'impiego di quattro chiodi, gli unici usati nella scalata. Dopo dodici ore ì due alpinisti sono in vetta al Monte Bianco. Sono le 14 di venerdì. La discesa verso Courmayeur avviene nella serata di venerdì e dopo una sosta al rifugio Gonella, Bonatti e Zappelli giungono a Courmayeur oggi pomeriggio. Cosimo Zappelli, un viareggino di 28 anni trapiantatosi a Courmayeur, è felice di questa « prima assoluta > al Monte Bianco E' orgoglioso di essere compa'gno di Bonatti, col quale ha c prime » ripetizioni famose come quella della diagonale al Monte Bianco e la Kagami al Mont Maudit ed una « prima > ad un torrione senza nome su! ghiacciaio di Rochefort. ì. V.

Luoghi citati: Courmayeur