« La mia presenza significa la gratitudine della Nazione »

« La mia presenza significa la gratitudine della Nazione » II del capo del Governo alla solenne inaugurazione « La mia presenza significa la gratitudine della Nazione » 11 Sindaco auspica che il "Salone (leirAeronaiitica,, si apra a Torino Assegnato il premio Yallanri « Da Torino, che è il centro più industrializzato d'Italia, e che ogni anno assorbe il maggior numero di lavoratori del resto del Paese, e soprattutto dal Mezzogiorno, si diffondono in continuità idee nuove, e paftono iniziative che si traducono in aumento di produzione' e ' di beni. Torino vuole cooperare sempre meglio a\ progresso dell'economia nazionale, progresso che ■deve portare lavoro produttivo dal Nord al Sud, per dare al Mezzogiorno, così ricco di valori umani e naturali, ' la possibilità di industrializzarsi esso stesso ». Torino, capitale d'un nuovo moto unitario: ecco il leitmotiv della cerimonia inaugurale dell'XI Salone intemazionale della Tecnica, ed è stato il suo presidente, l'ing. Giovanni Nasi, a introdurre questo argomento, nel corso del suo breve saluto al Presidente del Consiglio, Amintore Fanfani, e alle autorità e personalità convenute nel Teatro Nuovo di Torino Esposizioni. Sul proscenio, contro il sipario di velluto rosso, splendevano i colori delle diciannove nazioni partecipanti. Il Presidente del Consiglio era giunto poco prima delle ore 17 ed aveva subito preso posto al tavolo d'onore, avendo al suo fianco il vicepresidente Giuseppe Pella, il sindaco Amedeo Peyron, l'ing. Nasi e il cavaliere del lavoro Giuseppe Soffietti. Nella platea, signore eleganti, luccichio di uniformi, deputati, senatori, membri del Corpo diplomatico, personalità dell'industria, della cultura, gli organizzatori di < Italia 61 », u?io stuolo di giornalisti, rappresentanze economiche delle nazioni espositrici. Notiamo \l cardinal Fossati, il vicepresidente (li « Italia 61 », Marazza, il sottosegretario alla Difesa Bovetti,'i rappresentanti del Parlamento, sen. Franco Varaldo è onorevole Renzo Franza, il prefetto dott. Saporiti, il presidente della Provincia, prof. Grosso, il comandante della regione militare, gen. Torsiello, il primo presidente della Corte d'Appello, dott. Casoli, il gen. Michelotti, ispettore della Motorizzazione, il professor Valletta presidente della Fiat, il vicepresidente ing. Bono, il dott. Pestelli, il gen. De Cristoforo, il cav. <iel lavoro Ratti, molti consiglieri comunali. Dopo il saluto dell'ing. Nasi prende la parola Giuseppe Soffietti, per dare annuncio dell'aggiudicazione del quarto e quinto « Premio Vallauri ». per complessivi dieci milioni, ad eminenti personalità del mondo scientifico. Scrosciano i battimani. Sot to la grande luce dei riflettori della televisione Ima per la rottura d'un cavo la telecronaca, è stata rinviata a cerimonia finita), sale sul palcoscenico il senatore Basilio Fo caccia; Amintore Fanfani lo accoglie in piedi e gli conse gna la mc-daglia d'oro, con in cisa l'effigie di Giancarlo Val lauri. Basilio Focaccia ha settantadue anni, un bel cranio lucido e tondo, il passo svelto, la faccia illuminata da un sor riso cordiale. E' stato, giovanissimo, ufficiale della Marina nell'altra guerra, poi s'è. inoltrato nel mondo delle ricerche scientifiche. Professore di elettrotecnica, di misure elei triche, di radiotecnica: quarantanni di insegnamento universitario, studioso dell'energia nucleare, sottosegretario più volte e in più dicasteri: il < Vallauri » premia in lui un uomo che ha saputo rimanere fedele agli studi senza trascu¬ rare la soluzione dei problemi concreti, organizzati. Il quinto « Premio Vallauri » è stato attribuito al prof. Carlo Chiodi ed ai ricercatori Cesarina Bordone-Sacerdote, Cesa re De Bernocchi, Mario Soldi-, Giacinto Zito. Carlo Chiodi, ufficiale del Genio nell'altra guer ra,' è, anche all'aspetto, uomo di laboratori, animatore per venticinque anni dell'Istituto elettrotecnico nazionale, « stu dioso e sperimentatore accura tissimo — dice la motivazione — che ha guidato l'addestramento dei nuovi ricercatori con cura paterna, con serenità ed equilibrio ». Carlo Chiodi ascolta a capo chino, le magre spai le chiuse nella giacca un po' troppo larga, gli occhiali a stanghetta che nascondono una severa emozione nel suo sguardo. Ora ha la parola il sindaco di Torino, Amedeo Peyron. Ringrazia il Presidente del Consiglio per essere ritornato in Piemonte, e a Torino, per manifestazioni così care al cuore della città: la consegna del la medaglia d'oro a Boves, l'inaugurazione del Salone della Tecnica, in cui è racchiuso, quest'anno, anche un anticipo di quello che dovrà essere il futuro Salone dell'Aeronautica, « che noi auspichiamo di tutto cuore in questa nostra città che è culla dell'industria aero nautica ». La sala echeggia di nuovi battimani: il sindaco ha tocca to un tasto sensibile. Torino non vuole invecchiare, e quegli anticipi del futuro Salone aeronautico di cui ha parlato il sindaco sono l'annuncio di questo suo fervore intomo alla nuova idea. Proprio agli ingressi del Salone, simbolo e impegno per la futura manifestazione, sono collocati il velivolo di Gabriele d'Annunzio nel volo su Vienna e il modernissimo aviogetto « Fiat G 91 T », vincitore del concorso Nato. Parla il vicepresidente del Consiglio, Giuseppe Pella, a nome del comitato «Italia.61 » di cui è presidente. Vn breve discorso, aperto sulle prospettive del prossimo decennio che traggono gli auspici dal decennio che s'è chiuso. « Vogliamo aumentare le risorse economiche disponibili per tutti gli italiani e distribuirle secondo criteri di equità e di giustizia; dobbiamo correggere Squilibri territoriali e regionali affrontando problemi che da lungo tempo si trascinano e che oggi è possibile affrontare; dobbiamo inserire la politica meridionalistica nel più vasto quadro della programmazione nazionale. Il Piemonte — ha concluso Pella — che tanto ha dato al progresso civile ed economico dell'Italia, che poco ha chiesto ed ancor meno ha ottenuto, non propone che una sola rivendicazione: consentirgli di essere all'avanguardia come grande propulsore dello sviluppo dell'economia italiana in tutte le regioni, particolarmente in quelle ancora oggi povere e sottosviluppate ». Parla il presidente Fanfani. « Mi ero proposto, confesserò, di non tornare a Torino, dopo le, giornata del 6 maggio, per conservare tanto grato e grande il ricordo di quell'incontro tra i governanti c la popolazione di questa che è stata la rulla del nostro Risorgimento nazionale. Oggi che qui sono ritornato provo ancora l'emozione di quella giornata e rinnovo una parola di pubblica estimazione, a nome di tutta la patria italiana, alla gente piemontese, alle autorità, alla cittadinanza di questa metropoli ». Fanfani si rivolge ora all'ing. Nasi, ora al sindaco Peyron, ora al vicepresidente del Consiglio dei ministri; uno sguardo all'on. Pella: « Dopo avere ascoltato le sue- parole, io ho il piacere di assicurare l'onorevole ministro del Bilancio che questa gente non chiede più nulla, salvo una cosa: d'essere all'altezza della sua grande storia. E, per poter essere all'altezza della sua grande storia, di conservare la stima di tutti gli italiani ». E' una battuta a sorpresa, forse un pungente avvertimento per il futuro. L'uditorio comprende che l'uomo non è qui per fare promesse, ma per togliere addirittura la voglia di aspettarsele. Fanfani non è oratore che blandisca il suo pubblico. « Se qualche cosa vuol dire la mia presenza qui oggi, questo qualche cosa significa la riconfermata gratitudine dell'intera Nazione per quello che, non da oggi, 'ma da molti decenni, da più secoli, Torino ha fatto ed ha operato. 10 ringrazio tutti coloro che qui sono convenuti per testimoniare il proposito fermo di continuare l'opera che è stata iniziata, affinché t nostri figli possano un giorno constatare che le Celebrazioni del 1061 non furono un attendarsi in cima a un prospero colle per ammirare il panorama c il trascorso itinerario, ma un cosciente esame dello spirito, una pedana da cui rilanciarsi per 11 bene della nostra Patria, cooperando con tutti i popoli del mondo nella pace, tulle vie della libertà e del progresso ». Il pubblico applaude. La cerimonia è finita. Il presidente Fanfani, seguito dalle autorità, compie un ampio giro del Salone: una visita rapida, ma non distratta. Più volte il Presidente ha chiesto ragguagli agli espositori. Alle 18,15, congedatosi dalle autorità, l'on. Fanfani ha raggiunto Caselle, e di qui, in volo, l'aeroporto di Pisa Gigi Ghirotti rati. Fanfani, il ministro Pella ed il sindaco Peyron durante la visita al «Salone»