I socialisti di Bonn propongono un governo di coalizione nazionale di Massimo Conti

I socialisti di Bonn propongono un governo di coalizione nazionale Offerta alla de e ai liberali I socialisti di Bonn propongono un governo di coalizione nazionale In un discorso a Berlino, il sindaco Brandt afferma : « Nei prossimi mesi Kruscev ci presenterà il conto della guerra perduta; dobbiamo evitare la spartizione della Germania » (Dal nostro corrispondente) ' Bonn, 22 settembre. « Nei prossimi mesi Kruscev presenterà alla Germania il conto della guerra perduta. Ci chiederà di pagarlo con la spartizione definitiva del paese. I tedeschi non devono sottoscrivere documenti capaci di perpetuare la divisione della Germania. Anche noi certo siamo per il mantenimento della pace. Però non si può pretendere che si riconosca la giustizia in un atto di gravissima ingiustìzia >. A lanciare questi moniti al paese è stato oggi il borgomastro socialdemocratico di Berlino, Willy Brandt, durante un discorso al Parlamento cittadino. Le sue parole interpretano certamente uno stato d'animo diffuso che sta cercando ora sui piano politico possibilità concrete di espressione. Più tardi, davanti alla televisione, lo stesso Brandt ha precisato gli obiettivi della socialdemocrazia: resistere sulle vecchie posizioni, in primo luogo, e quindi cercare « nuove basi > di partenza per il conseguimento dell'unità nazionale. Su questo programma, secondo il borgomastro, dovrebbero accordarsi « tutti e tre i partiti riuniti in una grande coalizione nazionale ». Nella ricerca delle nuove basi della politica estera tedesca Brandt include anche « serie riflessioni sul disarmo, limitato a certi territori >. E' evidente che anche il borgomastro sarebbe disposto a sacrificare parecchie cose per la unità nazionale germanica. In quest'ordine di idee Brandt certamente non è solo. <I1 bene della patria — ha dichiarato Thomas Dehler, leader liberale tra i più influenti — esige un immediato cambio della guardia Occorre un governo capace di riguadagnare le occasioni perdute in tenaci tentativi con la Russia, seppur in accordo con gli alleati. Ecco perché il partito liberale non vuole Adenauer alla cancelleria ». Die Zeit, giornale dei frondisti democristiani, spiega nel suo ultimo numero ohe « anche nel partito del Cancelliere operano delle giovani forze che ben conoscono il do- j vere dell'ora presente e che | comprendono altresì come nonj lhlR j sia possibile una nuova politica estera con un Cancelliere di 85 anni >. I frondisti dispongono di una trentina di deputati alla Camera di Bonn. Il chiaro monito, di Brandt ha trovato riscontro immediato in una iniziativa del leader socialdemocratico Erich Ollenhauer, il quale ha illustrato oggi al presidente della Repubblica, Lubke, la necessità di una larga intesa sulla politica estera fra tutti i partiti. L'< inventario > della politica estera, come lo ha definito Ollenhauer, è il presupposto per la formazione di un nuovo governo. La tattica dell'opposizione (rappresentata da socialdemocratici e da liberali) consiste nel dimostrare ora al Capo dello Stato come la permanenza di Adenauer al governo sia in antitesi con gli « interessi nazionali » della Germania. L'idea della grande coalizione, come si vede, è la « costante > della linea socialdemocratica: senza i liberali non è probabile che i socialdemocratici accettino di entrare in un governo democristiano. Ecco perché si guarda con un certo scetticismo ai contatti di lunedì prossimo fra Adenauer ed 1 capi della socialdemocrazia . Tanto più che il ministro per la Difesa, Franz Josef Strauss, ha già respinto in anticipo una coalizione con i socialisti. Strauss partecipa ai contatti in una posizione di indipendenza dal cancelliere, forte dei suoi 50 deputati alla Camera. E poi c'è il fatto determinante che la democrazìa cristiana incaricò ieri Adenauer di trattare per il governo con i soli liberali, non già con i socialisti. Adenauer non ha quindi poteri — in efietti — per negoziare con Brandt? Ai liberali di Mende, Adenauer non si è ancora rivolto, ben conoscendo la loro opposizione ad un governo da lui guidato. Erich Mende ha insistito nel suo diniego anche nel colloquio odier no col Presidente della Repub blica Lùbke. Come candidato alla cancelleria, Mende ha proposto Ludwig Erhard. L'uomochiave della politica tedesca, quindi, non accenna a cedere alle pressioni del Cancelliere Massimo Conti

Luoghi citati: Berlino, Bonn, Germania, Russia