Rinviato per ora lo sfratto dei contadini che resero troppo produttivi aridi eampi di Fausto De Luca

Rinviato per ora lo sfratto dei contadini che resero troppo produttivi aridi eampi I legali del pr incipe hanno pr eferito non p resentarsi alPa appuntamento Rinviato per ora lo sfratto dei contadini che resero troppo produttivi aridi eampi La nuova data fissata al 5 ottobre - I soci della cooperativa ottennero nel 1946 dal Tribunale le terre che i ricchi proprietari lasciavano incolte - Ora che sono trasformate in aziende modello gli antichi padroni cercano di riaverle con azioni legali - La cooperativa ha offerto per il riscatto fino a 1 milione e 700 mila lire per ettaro AntoniosfrattatiiiiimiiHiiiiiN Antonio Novelli capo della sfrattati dai loro poderi su Cooperativa dei contadini lla via Palombarese (Telef.) (Nostro servizio particolare) Roma, 19 settembre. / contadini dei fondi « Pertica delle Ginestre » e « Piato Vitello » sulla via Palombarese, condannati dalla sezione agraria della Corte d'Appello di Roma a lasciare le terre che nel corso di quindici anni hanno trasformato in una moderna azienda agricola, hanno ottenuto oggi una proroga di 16 giorni. Essi hanno ricevuto la notizia davanti alla casa principale della tenuta, dove i dodici soci della cooperativa « Italo Grimaldi » tengono di consueto le loro riunioni. Di qui si controlla tutta l'estensione dei SS ettari di terra che il Tribunale per le terre incolte assegnò nel 10.',6 ai contadini. I due fondi sono divisi dalla strada: da un lato la terra è grigia, già 'smossa per le prossime colture di ortaggi; dall'altro, una piccola conca tra due colline è tutta verde di vigneti tra i quali corrono le file dei giovani peschi che da due anni hanno cominciato a fruttificare; a destra sale a macchie grigio-argento un magnifico uliveto. L'appuntamento con gli ufficiali giudiziari era per le 17. A quell'ora, dalle diverse case allineate ogni cinquanta metri lungo la strada, le famiglie della cooperativa, uomini donne e bambini, sono affluite, in una lunga fila, verso la sede sociale. I due rappresentanti della giustizia sono giunti . con un quarto d'ora di ritardo, a bordo di una « millecento ». Entrambi vestiti d'azzurro, con estive cravatte di seta e scuri occhiali da sole. Sembravano piuttosto impacciati, ansiosi di sbrigarsi presto. Si sono appartati con il presidente della cooperativa, Antonio Novelli, un uomo vigoroso di 60 anni, dai capelli a spazzola e i baffi sale e pepe allungati fino al centro delle guance, e hanno concluso la loro incombenza in cinque minuti. Poi si sono allontanati. Essi dovevano semplicemente comunicare che la sentenza di sfratto non sarebbe stata eseguita perché i rappresentanti legali del proprietario, il principe Rolando Brancaccio, non si sarebbero presentati. Gli ufficiali giudiziari hanno anche comunicato che torneranno, per lo sfratto, il giorno 5 ottobre alle ore 16,30. Si allunga così di altri 16 giorni l'incredibile vicenda dei contadini ai quali viene imputato il grave torto di non aver continuato la coltivazione del grano e dell'avena ma di essersi impegnati in colture di più, alto reddito. Il breve rinvio, secondo i contadini, è un successo della stampa che ha parlato della loro paradossale e drammatica situazione. Il priìicipe Brancaccio, a loro giudizio, non ha voluto sfidare l'opinione, pubblica e ha preferito rinviare l'esecuzione dello sfratto ad un momento più, tranauillo. La minaccia sui contadini è quindi sempre incombente. Essi hanno chiesto al principe di vendere loro la terra e hanno offerto un milione di lire per ettaro. Il principe ha risposto di aver venduto dei terreni poco lontani ad un milione e 700 mila per ettaro. I contadini hanno allora inviato un'altra lettera offrendo appunto la somma indicata, ma non hanno ottenuto risposta. (IM11111111111111E11111 II i 11 (1 i f 111 ! 111111111 i 111 i 11 ! 11 ! 11 « Se perdiamo noi — ha detto oggi il presidente della Cooperativa Antonio Novelli — crolla tutto il sistema dei 02 ettari di terra condotti dai 73 soci della. Cooperativa " Italo Grimaldi ". Tutti sono nella nostra stessa condizione. Non soltanto a " Pedica delle Ginestre", ma dappertutto in questa zona dove ci siamo messi a lavorare, sono state apportate delle trasformazioni. Come si poteva pretendere di coltivare sempre grano e avena* Per la concessione del primo triennio si diceva grano, grano, poi avena come coltura liquidatrice Ma ci sono state le proroghe della concessione e bisognava per forza passare ad altre colture oppure andarsene. Ed i contadini non se ne l'inno se la terra comincia a rendere ». Sappiamo così che tutti i proprietari che furono estro messi dalla conduzione delle terre nel 1946, perché non facevano produrre le loro tenute, sono adesso in causa con i contadini. Né intendono vèndere la terra. Forse si tratta d'un piano preordinato ». Ma che cosa succederà il S ottobre quando gli ufficiali giudiziari torneranno a presentarsi, se i tentativi di acquistare la terra non avranno avuto successo f <Non vogliamo azzuffarci con la forza pubblica, dicono i contadini, ma neppure possiamo lasciarci cacciare dalle nostre case ». Quando ebbero le terre nel 1046 la guerra era appena finita, molti dei soci della cooperativa tornavano dai campi di prigionia, dalla Germania dall'Inghilterra, dall'America. E di quegli anni danno racconti contrastanti. Quel che risulta chiaro è la tenacia con cui essi hanno lavorato durante questi quindici anni, durante i quali si sono celebrati otto matrimoni a « Pedica delle Ginestre », sono nati una quindicina di bambini, alcuni vecchi hanno chiuso lavorando la loro esistenza. Fausto De Luca

Persone citate: Brancaccio, Italo Grimaldi, Pedica, Rolando Brancaccio

Luoghi citati: America, Germania, Inghilterra, Roma