Tredici anni al medico che uccise l'amante che lo voleva abbandonare

Tredici anni al medico che uccise l'amante che lo voleva abbandonare Tredici anni al medico che uccise l'amante che lo voleva abbandonare La Corte d'Assise di Milano ha escluso l'aggravante della premeditazione - Riconosciuto seminfermo di mente dovrà trascorrere tre anni in una casa di cura (Dal nostro corrispondente) Milano, 18 settembre. Il dott. Pietro Vitali, il medico quarantenne che ucoise nel proprio studio con sette colpi di rivoltella la signora Alìce Cazzani, una donna quarantenne sposata e madre di due figlie, con la quale egli aveva da lungo tempo stabilito una relazione, c stato condannato oggi a 13 anni di reclusione e a 3 anni di casa di cura per omicidio volontario. E' stata esclusa l'aggravante della premeditazione e dell'ubriachezza e all'imputato è stata concessa l'attenuante della seminfermità di mente. Venerdì scorso il P.M. dottor Bandirali al termine della sua requisitoria aveva invece chiesto per l'imputato una condanna a 22 anni per omicidio premeditato. Si è cosL rapidamente concluso il processo su uno dei fatti di sangue che per parecchio tempo ha commosso l'opinione pubblica. Il dottor Vitali conobbe la signora Cazzani nove anni or- sono a Mandello Lario dove entrambi si trovavano in villeggiatura. Si iniziò cosi la loro relazione. Qualche mese prima della tragedia la donna aveva però deciso di troncare ogni rapporto col medico per non coinvolgere nello scandalo le sue due figlie. La tragedia avvenne il pomeriggio del 18 luglio 1959 nello studio del medico in corso Magenta 81- Alice Cazzani si era recata da lui per annunciargli che fra loro era tutto finito La crisi scoppiò probabilmente al momento di separarsi. Pietro Vitali — come è emerso dal processo — intimò all'amica una specie di « ultimatum », ma la donna lo respinse. Allora l'uomo perdette la testa. Con il calcio di una rivoltella calibro 7,65 colpi l'amante alla ..-onte. Quando il medico vide la signora cadere a terra priva di sensi si preoccupò di tamponarle la ferita. Riavutasi, Alice Cazzani gli gridò: « Sei un fallito! ». Queste parole furono l'inizio della tragedia: Vitali, che im¬ pugnava ancora la pistola, sparò sulla Cazzani sette colpi, quattro dei quali mortali. Resosi conto d'aver ucciso la donna amata, il dottor Vitali telefonò ad un amico per pregarlo di avvertire la polizia di quanto era accaduto. Quando gli agenti arrivarono in corso Magenta il medico lì stava attendendo sul portone di casa. Arrestato e rinchiuso nel carcere di San Vittore, l'assassino non si è mai rassegnato alla perdita di Alice Cazzani; in prigione tentò — fra l'altro — di suicidarsi ma fu salvato dall'intervento di un agente di custodi-. Nel corso del processo il medico non ha minimamente tentato di difendersi. Chiuso in sé è apparso quasi assente e distratto Anche alla lettura della sentenza, Pietro Vitali non ha battuto ciglio. Ha abbassato gli occhi e si è docilmente lasciato ammanettare dai carabinieri che lo hanno poi trasportato a San Vittore. g. m.

Persone citate: Alice Cazzani, Alìce Cazzani, Bandirali, Cazzani, Mandello Lario, Pietro Vitali

Luoghi citati: Milano