Si servirono della ragazza per attirare il contadino di Saluzzo nel mortale tranello

Si servirono della ragazza per attirare il contadino di Saluzzo nel mortale tranello "terzo uomo,, arrestato a Cuneo e del Si servirono della ragazza per attirare il contadino di Saluzzo nel mortale tranello I due braccianti sostengono che volevano solo rapinare la vittima - Di fronte alla sua reazione lo colpirono al capo con paletti di cemento - La sedicenne assistette terrorizzata al massacro - Poi i tre si divisero le centomila lire del bottino (Dal nostro inviato speciale) Saluzzo, 15 settembre. Il 7 settembre, con l'arresto del ventiquattrenne Tommaso Fino e della sedicenne Giovanna Barra, entrambi della Val Venasca, i quali si erano dichiarati responsabili dell'uccisione di Antonio Peirone, gli inquirenti non avevano ritenuto concluse le indagini. Sapevano che mancava un terno elemento. Essi ne conoscevano il solo cognome, Gentile, e nient'altro. Ma con un lavorio paziente e tenace hanno saputo di lui quanto occorreva per arrestarlo. Costui è il bracciante agricolo Natale Gentile, di 28 anni, nato a Cisternino, in provincia di Brindisi, trasferitosi tre anni fa nel Saluzzese. La sera del 4 settembre, vigilia del delitto, era stato notato in una trattoria di Saluzzo insieme col Peirone, col Fino e con la Barra. Ritenendo che anche iì Gentile, come gli altri due, fos se un bracciante agricolo, il sostituto procuratore della Repubblica dott. Ignesti e il com missario dott. Saccotelli lo fe cero cercare in tutte le cascine dei dintorni. Una traccia fu infine scoperta in una cascina di Villafalletto, dove il Gentile aveva lavorato fino al SI agosto. Si era licenziato perché colpito a un braccio dalla cornata d'una , e , r i i i d I o a o o a a. ae mucca. Se aveva avuto un infortunio doveva essere in mutua, e pertanto si sarebbe recato all'Inail per la liquidazione dell'indennizzo. Proprio lì 10 avrebbero aspettato. E lì infatti è stato preso mercoledì scorso, alla sede dell'Inail di Cuneo. Condotto al commissariato di Saluzzo, dapprima negò. Interrogato con insistenza, ieri si decise a confessare. Il 4 settembre il Gentile e il Fino si trovarono al parco divertimenti di piazza Garibaldi a Saluzzo. Poi incontrarono il Peirone, e stettero assieme tutto 11 pomeriggio e la sera. Tommaso Fino osservò che l'amico anziano (Antonio Peirone era quarantacinquenne) aveva molti quattrini nel portafoglio. Infatti aveva preso più di centomila lire di' salario dalla cascina dove aveva lavorato fino a pochi giorni prima; torse aveva anche delle economie. Il Fino propose a Natale Gentile di derubare l'amico, e il piano fu presto organizzato. Dovevano limitarsi a prendergli i quattrini, nessuno dei due pensava di ucciderlo, essi sono recisi su questo. Andarono a cercare Giovanna Barra, che doveva servire da esca, pare inconsapevole. I quattro rimasero assieme fin oltre mezzanotte al parco divertimenti di piazza Garibaldi. Poi piano piano si avviarono in periferia, imboccarono via Lagnasco, deviarono sul sentiero laterale che costeggia il cimitero ebraico, si arrampicarono sulla scarpata. Un luogo di ritrovo per coppie di bassissimo livello. Avvenne un primo incontro, fra Giovanna Barra e Tommaso Fino. Il secondo turno sarebbe toccato a Natale Gentile, ma la ragazza lo rifiutò, e vi fu una lite fra i due. Toccava ora ad Antonio Peirone, ed era quello il momento di derubarlo. Ma quando Tommaso allungò la mano per sottrargli il portafoglio, l'altro si ribellò, cominciò a gridare e a inveire. Non pensavano di aggredirlo e di ucciderlo. Ognuno di loro si trovò in mano uno dei tanti pezzi di staccionata di cemento, e colpi furiosi piovvero sulla testa di Antonio Peirone. ha ragazza aveva assistito atterrita al delitto. Anche lei allora si mise a gridare, di terrore, di minaccia. Il Gentile si scagliò su di lei, per farla tacere la strinse alla gola, « se non la pianti ti faccio fare la stessa fine ». Intervenne il Fino, assicurò l'amico che a Giovanna avrebbe pensato lui. La ragazza si placò. I tre fecero il patto che ciascuno avrebbe conservato l'assoluto silenzio, anche in caso d'arresto nessuno avrebbe accusato gli altri. Ridiscesero la scarpata convinti che Antonio fosse morto. In corso Roma, Tommaso fece la distribuzione del bottino: cinquantamila lire a Natale, diecimila a Giovanna; il resto, circa quarantamila lire, lo tenne per sé. Tornarono in piazza Garibaldi, e lì si divi sero. Con la sua parte il Gentile il giorno dopo comperò a Torino un orologio d'oro e un anello; il Fino e la ragazza non sanno dar conto di come abbiano speso la loro quota. Dopo la confessione, Natale e Tommaso furono messi a confronto, e questi ritrattò quanto aveva in precedenza confessato. Alle insistenze dell'altro si convinse infine ad ammettere la sua parte di colpa, che è qutlla, più o meno, che è stata riferita. Entrambi tengono a precisare, e ne hanno tutto l'interesse, che il pia¬ nczdmtsfptctdscinpnn—pnpGJtdadpsrEvnpdMAitdnRnoanAc no originario non prevedeva che il furto dei quattrini, senza spargimento di sangue; al delitto giunsero imprevedibilmente, trascinati dalla violenta reazione del Peirone. Ciascuno dei due giovanotti afferma d'aver dato il primo colpo, e ciascuno nega d'aver dato l'ultimo. In un confronto con la ragazza costei ha fatto un racconto che, staccandosi dalle sue precedenti versioni, sostanzialmente collima con quanto hanno dichiarato i due giovanotti Essi verranno denunziati per omicidio premeditato a scopo di rapina, reato che comporta la pena dell'ergastolo. La ragazza — di citi sembra esclusa ogni partecipazione attiva al delitto — verrà probabilmente de nunziata per ricettazione op pure per favoreggiamento. s.f.

Luoghi citati: Brindisi, Cisternino, Saluzzo, Torino, Venasca, Villafalletto