Arrestato a Cuneo un giovane che confessa di aver partecipato al delitto di Saluzzo

Arrestato a Cuneo un giovane che confessa di aver partecipato al delitto di Saluzzo Già tre persone coinvolte nell'assassinio del contadino Arrestato a Cuneo un giovane che confessa di aver partecipato al delitto di Saluzzo E' un bracciante e avrebbe agito per rapina con il manovale già in carcere - Quest'ultimo ha ritrattato tutto - La posizione della sedicenne presunta complice dei due uomini (Dal nostro corrispondente) Saluzzo, 14 settembre. Colpo di scena nel delitto di Saluzzo. Un giovane bracciante di origini meridionali, fermato a Cuneo negli uffici d'un ente infortunistico assistenziale, si è confessato autore ■dell'assassinio del bracciante Antonio Peirone di 45 anni. II tragico fatto di sangue avrebbe avuto come scopo la rapina. Il delitto, come è noto, era stato commesso vicino al cimitero israelita della nostra città, il mattino del 5 settembre scorso. Un giovane e una ragazza sono già in carcere rei confessi. Un d'pendente delle ferrovie trovava il Peirone rantolante con il cranio fracassato. Trasportato all'ospedale civile di Saluzzo, il poveretto decedeva [pochi, minuti dopo il ricovero senza aver ripreso conoscenza. Identificata la vittima (nelle tasche dei suoi indumenti noti era stato trovato il portafogli\che doveva contenere : circa 100 mila lire), gli agenti del Commissariato di P.S. di Saluzzo, diretti dal commissario dott. Saccotelli e dal capo della Squadra Mobile di' Cuneo, dott. Punzi, e i carabinieri della nostra compagnia al comando del cap. Moiraghi e del maresciallo Stella, riuscivano a identificare i presunti autori del delitto. I. un deposito di biciclette della nostri' città, gli agenti di P.S. trovarono un ciclomotore che il Peirone aveva acquistato pochi giorni prima e che la sera antecedente il delitto la vittima aveva affidato alle cure della proprietaria del deposito stesso. Accanto al ciclomotore, o}gtajtiyt:vattg«t? ta di proprietà della sedicenne Giovanna B., residente a Broasca in Valle Varaita che, ve nuta a ritirare il suo modesto bagaglio, era « fermata » e accompagnata in Commissariato. L'indagine che simultaneamente seguiva un'altra direzione portava all'arresto a Chivasso di un'altra persona: il manovale ventiquattrenne Tommaso Fino, da Ideile, piccolo comune della Val Varaita. Il Fino, sottoposto a interrogatori dallo stesso magistrato inquirente dott. Aldo Ignesti, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Saluzzo, si confessava autore del delitto e della rapina. Non solo. La B. che nonostante i suoi ripetuti dinieghi era stata in un primo tempo sospettata quale autrice del delitto, e pertantor trattenuta Ini stato di arresti, veniva aa a»* sumere quindi un ruolo di second'ordine nel tragico episodio. A carico ' della ragazza emergeva soltanto una correità nell'assassinio, in quanto essa era servita come esca per attirare in quel luogo solitario la vittima. Il Fino d'altra parte, dopo aver confessato che aveva ripetutamente colpito con un sasso il Peirone, aveva dichiarato di essere stato lui a sfilare di tasca alla vittima il portafogli e di aver fatto lui stesso la spartizione del bottino, sollevando quindi la sua amica da ogni responsabilità di diretta partecipazione al crimine. Il portafogli vuoto però non veniva trovato, né il Fino si decideva a confessare dove l'avesse nascosto. La polizia non aveva rinunziato a cercare il portafogli del Peirone. Era legittima la ipotesi avanzata dal sostituto Procuratore della Repubblica che un complice del Fino aves se nascosto il denaro. I so spetti cadevano sul giovane meridionale (l'autorità inqui rente non ha voluto rivelarne il nome per non compromettere le indagini) che la vigilia del delitto era stato visto ora con il Peirone ora con il Fino. Si sapeva che costui prima o poi si sarebbe dovuto presentare agli uffici dell'Inail di Cuneo per una pratica che aveva in corso. Qui infatti il bracciante è stato fermato e successivamente dichiarato in arresto. Tradotto a Saluzzo e interrogato, si è confessato autore del delitto a scopo di rapina. I particolari del racconto erano gli stessi che già il Fino p aveva narrati. Il dott. Ignesti metteva a confronto i due presunti assassini, ifentre il meridionale riconfermava la confessione, il Fino ritrattava. La vicenda non è ancora chiusa. La confessione dell'uno incrina la ritrattazione dell'altro e viceversa. Il magistrato inquirente interrogherà ancora i due presunti assassini. v. i.

Luoghi citati: Chivasso, Cuneo, Saluzzo