I viaggi spaziali ci diranno come ha avuto origine la vita?

I viaggi spaziali ci diranno come ha avuto origine la vita? Verso la conquista dei pianeti dei sistema solare I viaggi spaziali ci diranno come ha avuto origine la vita? Non si sa ancora se le spore degli organismi biologici più semplici possono attraversare gli abissi cosmici Ogni mondo ha forse le sue forme vitali - Una premessa indispensabile : sterilizzare astronavi e satelliti artificiali H primo incontro di un oggetto di fattura umana con un corpo celeste avvenne nel settembre del 1959, quando il Lunik III dei sovietici fece bersaglio sulla superficie della Luna. Poi sia russi sia americani si dedicarono soprattutto a mettere satelliti in orbita intorno alla Terra, col proposito di affidare appena possibile ad uno di essi un equipaggio umano; impresa questa che non comporta contatti con altri mondi. Ma un tale contatto, presto 0 tardi avverrà; e, in vista di ciò, sono stati perfezionati, con ripetute relazioni ai congressi astronautici, gli studi sulla sterilizzazione dei veicoli interplanetari. Perché sterilizzarli? Ecco: non si vuole che giungano sulla Luna o sui pianeti microrganismi terrestri. E' anzitutto una preoccupazione di carattere conoscitivo. Le opinioni degli scienziati sull'origine della vita non sono concordi. Alcuni credono che la vita possa nascere e manifestarsi da sé, spontaneamente, in qualsiasi corpo celeste dove ci siano condizioni ambientali idonee; altri ritengono che 1 « semi della vita », le spore degli organismi più semplici, siano dispersi nell'immenso spazio e che incontrando corpi celesti propizi al loro sviluppo, ivi attecchiscano; altri ancora, sulla traccia del * pensiero di grandi uomini, ritengono che ogni oggetto sia porta tore di vita, ancorché questa di rado appaia. Con lo sviluppo dell'astronautica, questioni di tal natura (de stinate a rimanere oziose finché non siano possibili verifiche sperimentali) ac quistano concretezza: si potranno raccogliere campioni di materiale dei corpi cele sti, p addirittura gli uomi ni potranno andare ad os servarli sul posto. Ebbene le osservazioni saranno va lide soltanto se noi non avremo in anticipo « contaminato » quei corpi lon tani con materia vivente di origine terrestre. Supponia mo che tra qualche anno gli studiosi prelevando, o direttamente o con qualche accorgimento, un campione di polvere lunare (sembra che di un tale soffice tappeto sia coperto il suolo del nostro satellite) ed esami' nandolo, vi trovino dei microrganismi. Per trarre delle conseguenze di ordine generale da una tale osservazione, bisognerà essere si curi che quei piccoli organismi viventi, o i loro babbi e nonni, non siano stati portati lì, in anticipo, da qualcheduno degli oggetti precedentemente mandati sulla Luna a mezzo dei missili. Per evitare appunto un tale rischio, è bene che gli oggetti destinati ad altri mondi siano previamente sterilizzati. Ma non è questa la sola ragione: gli equilibri biologici sono sempre delicati. Quando viene introdotto in un certo ambiente un nuovo organismo, non si sa che cosa possa succedere: l'aver portato conigli dall'Europa all'Australia in pochi esemplari ha avuto, per quel continente le conseguenze di una rivoluzione; perché il coniglio introdotto per il passatempo dei cacciatori vi prosperò al di là di ogni attesa a danno dell'agricoltura, della pastorizia e della selvaggina indigena. Qualche cosa di simile potrebbe succedere a portare su Venere e Marte microrganismi terrestri: e il pericolo è anche inverso. Che — al ritor no — si « importino » da quei mondi batteri patoge ni, contro i quali noi non abbiamo difese (come quan do da quell'altro mondo, che era una volta l'America, giunse in Europa la lue). Bisognerà che la sterilizzazione — o una sorta di qua rantena — sia prevista perciò anche per i viaggi di ritorno. Ma, domanderà qualche duno, la sterilità che si richiede per i veicoli spaziali non è acquisita da sé con il passaggio di essi nello spazio interplanetario; il vuoto assoluto, il freddo, le radiazioni non sono ottimi « disinfettanti » ? Ricerche recenti avrebbero dimostra to che forme di vita possono sussistere, in uno stato di sospensione funzionale (« criptobiosi » è il termine inventato per la circostanza : significa « vita nasco sta » ) in condizioni ambien tali tremendamente avver se: né la temperatura freddissima, né il vuoto quasi assoluto, né i raggi ultravioletti bastano ad ammazzare spore e microrganismi che al più si chiudono in un loro tenace lunghissimo letargo. L'impegno, della pulizia biologica dei veicoli interplanetari, si presenta come una complicazione non piccola nelle già sovrumane difficoltà che devono superare i costruttori di astronavi. E difatti non solo un veicolo dev'essere disinfettato in modo perfetto, ma dev'essere mantenuto tale finché esso abbia lasciato l'atmosfera terrestre e incominci il viaggio nello spazio vuoto. Dopo il trattamento (e per esso si suggerisce l'ossido di etilene), il veicolo non deve essere toccato, né maneggiato, né rimosso, né lanciato, se non in maniera tale che sia mantenuta la sterilizzazione, e cioè con le misure prudenziali adoperate dai chirurghi quando sono al tavolo operatorio. Ma non basta: la tenace resistenza di certi organismi alle condizioni più sfavorevoli può rendere vani gli stessi accorgimenti di sterilizzazione: per esempio, un mastice adoperato per tenere insieme le parti di un complesso elettronico risulterà sterilizzato alla superficie dall'azione del gas; ma i batteri o gli altri organismi viventi eventualmente racchiusi dentro la sua propria massa potranno vivere benissimo in quel sicuro letto (a meno che il mastice non sia stato impastato con una sostanza tossica). Perciò, si conclude dagli studiosi, i veicoli potranno essere del tutto puliti, soltanto se la sterilizzazione sarà stata condotta in ogni stadio della loro costruzione. Didimo »-♦-. dgieiapdnlzlccrMvcnzodcms2èsgv

Luoghi citati: America, Australia, Europa