Sono tornati sani alla luce i 9 speleologi torinesi vissuti per un mese nelle tenebre della grotta Caudano di Giancarlo Masini

Sono tornati sani alla luce i 9 speleologi torinesi vissuti per un mese nelle tenebre della grotta Caudano Felicemente conclusa la spedizione "700 ore,, organizzata dal Cai-Uget Sono tornati sani alla luce i 9 speleologi torinesi vissuti per un mese nelle tenebre della grotta Caudano Il primo ad uscire è stato il prof. Maletto festosamente accolto da familiari, amici e studiosi • Gli esami hanno confermato le buone condizioni dei cavernicoli - Anche gli animali impiegati nell'esperimento apparentemente non hanno sofferto • I risultati saranno noti tra qualche mese - La penultima notte hanno rischiato di morire avvelenati Il prof. Giancarlo Masini è assistente all'istituto di Chlmica-Fisica all'Università di Firenze. Era sceso con I 9 speleologi nella grotta del Caudano ma dopo sette giorni era ritornato in superfìcie per un incidente. (Dal nostro inviato speciale) Frabosa Sottana, 7 sett Pallidissimo in volto, gli occhi arrossati, la barba incolta di un mese, il prof. Silvano Maletto, di Torino, è stato il primo degli uomini della spe¬ daspgEiatbccld dizione « 100 ore sotto terra » a varcare il cancello d'ingresso della grotta del Caudano per ritornare — dopo trentun giorno — nel mondo dei vivi. Erano le 9,03. Teneva ancora in mano la lanterna che gli aveva illuminato l'ultima parte del percorso attraverso i bui e tortuosi corridoi della caverna fino all'uscita. Ha fatto i primi passi barcollando, come stordito dalla luce del giorno e dal tepore dell'aria; poi, a noi, che ave- timo diviso con lui i primi sette giorni di questa straordinaria impresa, ha gettato le braccia al collo. Tutt'intorno sostava una folla di parenti, amici, personalità del mondo della scienza, autorità, curiosi, fotoreporters, giornalisti. Fra i presenti c'erano anche la moglie ed i figli, il babbo e la mamma di Maletto; ma egli non ha avuto modo di salutarli subito. Doveva prima sottoporsi alla seconda parte degli esami psicologici. Per questo si è infilato diritto sotto la tenda. Qui la professoressa Massucco Costa, del Centro di psicologia sociale di Torino, ed altri studiosi lo aspettavano per le indagini sui loro tests. La spedizione era stata organizzata dal Cai-Vget, con scopi puramente scientifici e tutti gli speleologi hanno voluto che si concludesse con la massima serietà richiesta dal rigore della scienza. Così è stato: dopo Maletto, a intervalli regolari, sono ritornati all'aria libera tutti gli altri otto. L'ordine di uscita era stato estratto a sorte. Il secondo è stato Alessandro Gallice, poi è stata la volta di Franco Marletto, Franco Valfrè, Ettore Ferrio, Paolo Durio, Cesare Volante, Pier Angelo Raviola, e, ultimo, il dott. Renzo Gozzi, che per un intero mese era stato l'unico a mantenere telefonicamente i contatti con l'esterno per le indispensabili ragioni di servizio. L'operazione di uscita era iniziata però molto prima: alle 1,30, quando il prof. Angelo Lusso, della Clinica di malattie nervose della Università di Torino, insieme con la sua assistente, la dottoressa Alba Putzulu e a Gianni Mossero Putzulu e a ctann. Mossero, del campo estemo, era sceso per provvedere ad una visita completa di carattere neurologico a tutti i < sepolti vivi > proprio nell'ambiente stesso in cui avevano vissuto. Ad uno ad uno, chiamati telefonicamente, gli speleologi hanno lasciato la loro tenda in fondo alla caverna, hanno passato la visita del prof. Lusso, quitidi si sono incamminati verso l'esterno. Dopo un chilo- metro di percorso sono giunti alla sala degli animali — lo stabulario ricavato sotto le stalattiti, dove si trovano ancora due vitelli, quattro pecore, ventinove galline e oltre quaranta pulcini — e finalmente all'aria libera. Subito dopo l'uscita il prof. Ludovico Giulio, dell'Isti tuto di fisiologia umana della Università di Torino, ha sottoposto i € cavernicoli > ad un interessante esame sulla visione dei colori. Ogni prova in programma è stata condotta a termine nel mese trascorso in grotta: i dati scientifici raccolti sono tutti della massima importanza, ma impossibile è trarre in questo momento delle conclusioni. Per le condii sioni definitive e scientificamente valide occorre attendere la elaborazione dei numerosi dati raccolti, un lavoro che richiederà molti mesi di studio. Tuttavia, un primo bilancio preliminare di un certo valore si può avere fin da ora. Intanto, nella grotta del Caudano sono stati scoperti dei tipi particolari di funghi, finora ritrovati soltanto in certe sane equatoriali. Si tratta dei cosid¬ detti < discowifceti >, microscopici organismi così chiamati per la loro particolare conformazione a disco. Essi sono cresciuti particolarmente sopra certe travature di legno lasciate nella grotta dai prigionieri austriaci che, a quanto pare, vi lavorarono per un po' di tempo durante la guerra '15-'1S Per quanto riguarda le reazioni fisiologiche e neurologiche, il prof. Lusso ha assicurato di aver trovato tutti in stato di perfetta normalità. In altre parole, gli speleologi del Caudano hanno dimostrato che una comunità umana può vivere in un ambiente ipogeo isolato dal mondo esterno per un certo periodo di tempo senso squilibri, a condizione che tutti gli elementi della comunità svolgano un lavoro rispondente ad un criterio d' utilità per tutti gli altri. Il prof. Lusso ha anche messo la condizione che nelle giornate che si susseguono tutti i componenti della comunità possano svolgere qualcosa di diverso, in modo che si abbia un riferimento di tempo. Altrimenti interverrebbero fenomeni dannosi, come senso di angoscia, senso di infinito eccetera. Il fatto che il sistema nervoso di tutti abbia presentato reazioni di assoluta normalità, acquista un valore ancora maggiore se si pensa che nei giorni scorsi gli speleologi del Caudano hanno corso un serio pericolo di vita. Dal SO di f.josto all'interno della grotta era stata registrata a vari intervalli una percentuale di ossido di carbonio del 3 per mille. Tutti furono colti da cefalea e da un aumento eccessivo delle palpitazioni: un tasso di poco superiore della micidiale miscela gassosa può essere letale. Poi tutto era passato. Ma la penultima notte, quella dal 5 al 6 settembre, il gas è arrivato al 6 per mille. Se ne accorse Maletto, il capo della spedizione, che era rima sto alzato fino alle due con Paolo Durio: gli altri si erano già coricati in tenda. La co scienza del pericolo, la paura di trovare i compagni ormai irrimediabilmente addormentati, più che il timore pc: la sua stessa vita, diedero una estrema energia al Maletto. Egli accorse alle tende oon una bombola di ossigeno. In cinque minuti tutti, con le poche cose che potevano raccogliere, percorsero il chilometro e mezzo di cunicoli e di corridoi che pcrtano alla sala degli animali. Lì rimasero Ano alle 6 del mattino. Lottarono fino all'estremo pur di non uscire pri¬ ma della data prevista. L'ossido scomparve ed anche quest'ultima battaglia fu vinta. Pochi giorni prima lo stesso Maletto era stato colpito da un masso caduto da una zona di frana. Gli animali e le piante sperimentali condotti in grotta dal!" spedizione hann • pure reagito benissimo. Dopo la morte di alcuni pulcini nei primi giorni, gli altri si sono adattati e sono costantemente aumentati di peso. Lo stesso è avvenuto per i due vitelli e per le pecore, salvo un certo aumento di globuli rossi nel sangue. Ma questo, come faceva notare il direttore dell'Istituto di zootecnica dell'Università di Torino, — il prof. Prospero Masoero, che è stato l'ideatore dell'impresa, — occorrerà procedere ad un accurato esame dei dati raccolti e confrontarli con quelli forniti dagli animali gemelli lasciati all'esterno. Intensissime prove sono state anche condotte sulla radioattività e sul potere filtrante delle rocce. Furono gettati 134 chilogrammi di cloruro di sodio (il sale da cucina) nei rigagnoli della montagna sovrastante la caverna, e poi una sorgente di radio fu posta al secondo ingresso della caverna: un^buco quasi in cima al monte. In ambedue i casi l'acqua dei fiumi sotterranei ha conservato una notevole purezza; una minor purezza ha dimostrato l'aria. Unico fenomeno valutato sensibilmente: la formazione di banchi di nebbia nell'atmosfera della caverna. Una nebbia dovuta probabilmen'e a fenomeni di ioniazazione provocati dalla sostanza radioattiva. Giancarlo Masini Il capo della spedizione, professor Silvano Maletto, al momento dell'uscita dalla grotta appariva provato dalla lunga permanenza sotterranea; a destra, Franco Marletto si ripara gli occhi non più abituati alla luce solare

Luoghi citati: Frabosa Sottana, Maletto, Torino