Uccise con la moto una donna che esitava nell'attraversare

Uccise con la moto una donna che esitava nell'attraversare Uccise con la moto una donna che esitava nell'attraversare « L'incertezza del pedone non scagiona l'investitore » (Dal nostro corrispondente) Genova, 2 settembre. (m.) I tentennamenti del pedone nell'attraversare la strada mentre sopraggiunge un veicolo, in caso di incidenti non scagionano l'investitore dalle sue responsabilità. Cosi si afferma in una sentenza del Giudice Istruttore dott. Paolo Ca stellano, che ordina il rinvio a giudizio a carico d'un moto ciclista che urtò e uccise una donna a Cornigliano. L'incidente, avvenuto nel dicembre 1960, fu così ricostruito dall'istruttoria. La sessantacinquenne Siila Moruzzo si accingeva ad attraversare via Cornigliano quando arrivò il motociclista Gianfranco Reina di 28 anni, abitante in via Priano 11. Il giovane, vedendo la donna a una decina di metri di distanza, Ingranò la marcia inferiore, ma anziché agire contemporaneamente sui freni, vista la donna fermarsi, tentò di spostarsi sulla destra per superarla. In quello stesso momento pe rò ella riprese a camminare, per cui il motociclista sterza per passarle alle spalle. La ma novra, per pochi centimetri non gli riuscì ed egli urtò vio lentemente con la pedivelln della messa in moto la donna che nella caduta si ferì mortalmente. L'investitore cercò di scagionarsi affermando che l'inciden te era accaduto per l'indecisione della donna ma il giudice sottolineando che ciò non diminuisce le responsabilità dell'imputato, lo ha rinviato a giudizio per omicidio colposo.

Persone citate: Gianfranco Reina, Paolo Ca

Luoghi citati: Genova, Moruzzo