Ragazzo trasformato in torcia ardente tra le fiamme divampate nella cantina

Ragazzo trasformato in torcia ardente tra le fiamme divampate nella cantina Tredici anni, faceva pratica in un laboratorio di verniciatura Ragazzo trasformato in torcia ardente tra le fiamme divampate nella cantina L'orribile incidente in via Cardinal Massaia 131 - Con urla disperate invoca aiuto - Lo salvano spegnendogli le fiamme con una coperta - All'ospedale con gravi ustioni: non riesce a spiegare le cause della disgrazia g maldestro tentativo di spegnere'; un principio d'incendio in un laboratorio di verniciatura, si è appiccato il fuoco agli abiti e si è ustionato orribilmente. Non è sta lo ancora possibile chiarire i par- j ticolari del raccapricciante incidente perché non vi sono stali testimoni oculari; le indagini del commissariato Mirallori hanno potuto, tuttavia, farne una ricostruzione in base alle poche frasi pronunciale dal ragazzo ed ai rilievi compiuti. L'ustionato è Giuseppe Schifano, nato a Lecce nel dicembre 1947 ed abitante nella nostra città in via Verolengo 119 con il padre, Antonio, la madre Irene Candrojani e le sorelle maggiori Maria e Vittoria. Tutti i componenti della famiglia lavorano (il dre è asslslcnle edile, la ma l j dre operaia alla Fiat), ad ecce zione di Giuseppe che è studente d'avviamento. Ha terminalo il se- ;condo anno alla scuoia «Righi, dove „ueBfanno dovrebbe compie i lart, ji corgo_ Durante l'estate un amico di fa miglia, il signor Aldo Frola, obi tante in via Stradella 19S, lo ac coglie saltuariamente nel suo laboratorio in via Cardinal Massaia 131, dove si verniciano mascherine di plastica per televisori: cosi il ragazzo sta lontano dalla strada nel periodo delle vacanze, comincia ad imparare qualcosa, riceve qualche mancia quando presta aiuto. Ieri pomeriggio, verso le 14,30, Giuseppe Schifano è entrato In una cantina del laboratorio. Non vi erano operai, il locale era deserto. Il ragazzo vedeva a terra uno straccio, imbevuto forse di vernice infiammabile, da cui si sprigionavano fumo e scintille. Subito pensava di spegnerlo e, n n a a o n n j n7C(T r inesperto, riteneva che una fiammella di cosi modeste dimensioni potesse essere soffocata con un getto d'aria, così come si spegne con un soffio un fiammifero acceso. Vedeva una «pistola» del tipo usato per la verniciatura a spruzzo, collegata al compressore nia non al barattolo del colore; la afferrava e dirigeva il violento getto d'aria sullo straccio. Di colpo si alza una vampa. La corrente d'aria rinfocola le fiamme che si appiccano o direttamente agli abiti dello Schifano o, forse, ad un vicino barile di solvente da cui, levandosi ancor più alte, investono il ragazzo. Giuseppe è trasformato in una torcia ardente: l'incendio sta sviluppandosi in tutto il locale, con fulminea rapidità, trovando nuova esca in altri recipienti di verdi solvente. Urlando per il dolore atroce e per il terrore il giovane armeggia attorno alla maniglia della porta che si è chiusa: ma è cosi sconvolto che non riesce ad aprirla. Finalmente, con uno sforzo disperato, la spalanca e si precipita fuori. fossei accorre, avvolge il ragazzo con una coperta e soffoca le fiam' I me. Giunge nel frattempo il Fro- la che carica sulla sua aulo Giuo seppe, elle ha perso i sensi, e lo i | porta all'Astanteria Martini n a e a u a a I medici del pronto soccorso, dott. Zamhelli e dott. Giovonnelli. gli prodigano tutte le cure possibili; le ustioni, di secondo e di terzo grado sono estese e preoccupanti. Hanno investito la spolla desini, la gamba destra, entrambe le braccia II ragazzo è ricoverato in osservazione, assistito dai genitori in angoscia. Ha ripreso coscienza ma parla molto confusamente, non può essere interrogato a lungo sulle cause dell'infortunio. Il ragazzo al pronto soccorso dell'ospedale Martini

Persone citate: Aldo Frola, Giuseppe Schifano

Luoghi citati: Lecce