«La resistibile ascesa di Arturo Ui» di Brecht

«La resistibile ascesa di Arturo Ui» di Brecht «Il spettacoli di Torino '61 j «La resistibile ascesa di Arturo Ui» di Brecht II Teatro Stabile di Torino i ha presentato iersera al Carl-lgnano, «prima assoluta > per l'Italia, La resistibile ascesa rfijArturo Ui di Bertolt Brecht E' uno degli spettacoli organizzati dal Comitato Torino '61. Brecht si era proposto di raccontare la storia di Hitler e dei nazisti e il perché del loro mostruoso successo, di una strapotenza che devastò l'Eu ropa. Egli non pensava corto che fosse stato, quello, un inevitabile trionfo del male; ma anzi che a quella < ascesa > si sarebbe potuto resistere validamente, troncandola in sul nascere. Hitler non soltanto non fu fermato, ma trovò addirittura in alcuni ceti e gruppi sociali, particolarmente u>l-jla finanza, dell'industria, dei' commerci, una decisiva complicità. A rievocare questa storia Brecht si è servito di una trasposizione, l'ha trasferita in \in mondo di gangsters, in una immaginaria Chicago, e l'ha realizzata episodio per episodio con inequivocabile trasparenza, ricalcando sui fatti veri la sua < parabola drammatica >. Il trust dei Cavolfiori si trova a malpartito, avrebbe bisogno di segreti aiuti economici; ma il vecchio Hindsborough (vedi Hindenburg), consigliere della città, è incorruttibile. Incorruttibile? Tutto sta a tirarlo dentro, a comprometterlo. Quelli dei Cavolfiori ci riescono facendogli accettare come testimonianza di ammirazione e venerazione un grosso pacco di azioni, e una comoda villetta. Hindsborough è in trappola. Il prestito è clandestinamente concesso, qualcosa trapela, ci verrebbe un'inchiesta. Se la giustizia avesse il suo corso quella grossa rete di interessi sarebbe lacerata: ma se il trust è in crisi, anche la banda di Arturo Ui (Hitler) è in crisi. I buon; « colpi > si fanno sempre più rari, i < ragazzi » con bombe e mitra si snervano, sono impazienti: ecco il momento giusto, e l'occasione. Arturo offre al trust la sua protezione. Inchieste? scandali? Niente affatto, Arturo sa come si sfttemsno queste cose. Suoi collaboratori sono Ernesto Roma (Rohm), Gohboia iGoebbels), Gori (Goering), e così via. La catena dei crimini si fa sempre più fitta. Scorre il sangue: chi non accetta quella fosca protezione, paga con la vita. Sulla scena ritornano alcuni dei più clamorosi episodi dell'hitlerismo. I depositi di un negoziante che non appare troppo fiducioso, sono dati alle fiamme; ma accusato e condannato sarà poi un poveraccio preventivamente drogato (incendio del Reichstag, processo, e inizio dei grandi massacri). Nel campo stesso dei sopraffattori scoppiano feroci conflitti. Arturo liquida a colpi di pistola e di mitra Roma e i di lui seguaci, come Hitler abbatté Rohm in una stanza di albergo. Ed ecco profilarsi l'affare dell'Austria, l'ammazza mento di Dollfuss. L'Austria è rappresentata dalla cittadina di Cicero, Dollfuss si chiama Dollfoot, è un giornalista caparbio nell'opposizione, ed è messo a tacere sotto terra. Siamo ormai alla vigilia della guerra, Arturo fantastica nuove conquiste, e quello che avverrà lo sappiamo. Orbene, diciamo subito, francamente, che quest'opera di Brecht non ci ha persuaso; e diciamone anche subito il perché. Brecht ha volto alla parodia, alla caricatura, al grottesco e al burlesco la storia di Hitler, ma di questa storia noi sentiamo ancora l'alito ferino. c3 orrore, il dolore, le brucianti ferite, ancora essa incombe paurosa. Nel nostro destino es- sa è troppo presente perchépossa sfiorarci anche solo unistante la tentazione di rider-ne, sia pure di un riso maca- bro e vendicatore, o di trarne un divertimento o spettacolo grossamente macchiettistico. Troppi morti, troppe stragi so- i- i • i no dietro a noi, con il loro pe- se greve, con il rimorso e la disperazione. L'intenzione tìiBrecht è una cosa, la realtà del testo un'altra. L'apparizio-ne di questi gangsters goffi e faciloni irrita la nostra sensi-bilità di contemporanei lucidie dolenti. Per questo La resistibile ascesa non ci è piaciuta, in qualche modo ci ha urtato: non ci ha commosso, non ha risposto al nostro antico sdegno. Senza dubbio contro le sue stesse intenzioni, lo scrit-tore ha stravolto il senso vero,tragico della recente storiaeuropea in una serie di quadriatroci, ma troppo tambureg-gianti e superficiali. Mancaqui la grandiosa visione epica,la commovente poesia popola-re, il respiro denso di pietà diSchweyk. Svuotata di questo sottofondo stupendamente u-mano, ia parabola di Arturo non è che una favola gialla,piuttosto lunga e un po' pe-sante. Ciò detto, non possono sciarci indifferenti alcune la-ce-ne, lanciate fino all'assurdosuile misteriose vie del male.nelle quali vibra il genio ta- gliente di Brecht. Gianfranco De Bosio e la Compagnia dello Stabile torinese si sono impegnati con ardente vigore e rigore. La rezia d: Do Bosio è precisa e colorita: gli effetti ch'egli riesce ad ottenere sonoforse più nel grave che nel grottesco; sinistri bagliori egli ha tratto dal testo, ed ha sviluppate le possibilità d: unaleggendaria e massiccia psico. logia criminale, ed ha tra-smesso i brividi di terrore che il testo pur contiene. Alcun; quadri — la ferrea scenografi di Mischa Scandella è impressionante, la musica di Hosallaè ossessiva — sono diventati ad opera del geniale regista e degli attori esempi di bravura; basterebbe ricordare la srena del processo, a scatti, in un trionfale crescendo di iniquità, o la strage di Roma, o i funerali di Dollfoot Franco Parenti era protago- j nista: attore intelligente, sa' penetrare nel sottofondo tortuoso di certe perversioni urna ne; il suo Arturo diventa seni- citarl pre più isterico, sempre più fanatico, glacialmente infiammato, pazzo. Giulio Oppi era un solenne e umiliato Hindsborough dalla bellissima truccatura; tutti, Giovampietro, Sanipoli, Craig, Matteuzzi, Rizzi, Adriana Asti, Gianna Giachetti Duane (ma erano alcune decine, e non possiamo ad uno ad uno), tutti aderirono bravamente allo spettacolo. Un cenno particolare a Sergio Tofano, che nei panni dell'attore Mahonny. vecchio guitto che dà lezioni di comportamento a Ui, con lo spicco dell'attore espertissimo, | con quel suo humour giustamente celebre, è riuscito a mettere davvero un sorriso, tra beffardo e scanzonato, nella fosca rappresentazione. Spettacolo complesso, spettacolo difficile. Il pubblico ne ha riconosciuto il merito con i più vivi applausi, calorosi e rinnovati, evocando alla ribalta con il regista tutta la compagnia, f. b.

Luoghi citati: Austria, Chicago, Italia, Roma, Torino