Oggi si inaugura a Belgrado la conferenza dei 24 "neutrali,,

Oggi si inaugura a Belgrado la conferenza dei 24 "neutrali,, Il «(terzo inondot> cerca un equilibrio fra i due grandi blocchi Oggi si inaugura a Belgrado la conferenza dei 24 "neutrali,, I delegati rappresentano 625 milioni di uomini che vivono su una superficie di 19 milioni di kmq., quanto l'Europa e gli Stati Uniti insieme - Un impero, cinque monarchie e diciotto repubbliche al convegno; è presente la signora Bandaranaike, l'unica donna al mondo che diriga un governo - Berlino e la Germania fra i problemi in discussione; un piano di Nehru per il riconoscimento delle due repubbliche tedesche - Negative reazioni all'annuncio che Mosca riprende le prove atomiche (Dal nostro inviato speciale) Belgrado, 31 agosto. E' stato facile allineare sulla piazza della Skupchtina le bandiere dei ventiquattro paesi neutrali che parteciperanno da domani alla Conferenza del « terzo campo ». Meno facile sarà per i massimi leaders della riunione (Tito, Nasser, Nehru e Soekarno) ottenere una politica concorde sul problemi più acuti che travagliano il mondo. I governanti giunti a Belgrado rappresentano 625 milioni di uomini, che vivono su 19 milioni di chilometri quadrati di superficie in paesi uniti solo dal fatto di non essere legati all'uno o all'altro dei due grandi blocchi militari, disponendo di un quarto dei voti dell'Assemblea generale dell'Onu. Sono capi-delegazione dieci presidenti di repubbliche, tre monarchi, otto capi di governo, due ministri degli esteri, un principe. Uomini dissimili e dalle idee disparate: nazionalisti moderati e forsennati, principi feudali, riformatori e grandi demagoghi, autentici uomini di Stato e apprendisti, predicatori della non-violenza e personaggi decisi a giocare sul contrasto fra Est e Ovest senza far conto del rischio. Lì abbiamo visti a uno a uno percorrere oggi le vie di Belgrado nelle loro iunghe automobili occidentali, salutati da una folla stupita, che mai aveva assistito ad un simile spettacolo Nkrumah, presidente del Ghana, il più sottile fra gli intelletti politici dell'Africa indipendente, travagliato tra il marxismo e l'educazione liberale anglo-sassone, reduce dalle vacanze di Yalta, dove ha incontrato Kruscev; Burghiba, il dittatore tunisino già pacifico e filo-occidentale, che ha ingaggiato 11 tragico duello con De Gaulle per il possesso della base di Biserta; Nasser, che per combattere gli occidentali ed Israele accettò armi e vistosi crediti, dal blocco sovietico, ma non tollera i comunisti in casa, li fa imprigionare e non di rado sopprimere, cosicché i rapporti fra II Cairo e Mosca sono sull'orlo della rottura; : e poi Soekarno, il presidente dell'Indonesia, con il suo fez nero, il bastone d'oro e una moltitudine di consiglieri e signore eleganti di Giakarta; 11 vecchio imperatore Ailè Selassiè d'Etiopia, che dura ancora In un mondo sconvolto dalle rivoluzioni e dal colpi di Stato; il nuovo capo del governo rivoluzionario algerino, Ben Khedda, incline ad accettare i consigli dei comunisti cinesi per l'internazionalizzazione del conflitto algerino, sostituito nei giorni scorsi ai più moderato Ferhat Abbas, così rhe viene confermato come ogni rinvio d'una soluzione pacifica del conflitto algerino contribuisca a consolidare le basi della penetrazione comunista nell'Africa del Nord. Fra gli ultimi è giunto Nehru il più autorevole dei grandi leaders neutrali, il « bramino di Cambridge », erede del prestigio di Gandhi, il quale sa bene, nonostante tutto, come l'indipendenza e la stessa neutralità del suo paese siano dovute in qualche misura alla potenza e al deterrent dell'Occidente, senza di che la Etoria recente dell'India avrebbe seguito un corso diverso (così come non esisterebbe più, dal 1948, la Jugoslavia di Tito). I nomi degli altri leaders sono meno celebri: Dorticos, presidente di Cuba, l'arcivescovo Makarios di Cipro, Modibo Retta del Mali, Seku Ture della Guinea, Abdullah Osman della Somalia, Hassan II del .Maroc co, Mahendra Bir Bìkram del Nepal, Ibrahim Abbud del Sudan, Sardar Mohammad Daud dell'Afghanistan, U Nu della Birmania, la signora Bandara naika di Ceylon, Norodom Sihanuk della Cambogia, Saeb Salem del Libano, Il ministro Giavad dell'Irak, il principe Seifud dello Yemen, 11 ministro Ibrahim Sowayel, delegato del re Ibn Saud d'Arabia, seguito da un corteo fastoso. E' la più vasta e composita conferenza di paesi neutrali dì cui s'abbia memoria. Si discuterà in pubblico ed a porte chiuse dei conflitti anticoloniall afro-asiatici, del codi' ce polit'co al quale devono attenersi i paesi non impegnati che hanno risolto il problema nazionale, della catastrofe minacciata dalla crisi tedesca, del terrore atomico e delle controversie sui poteri esecutivi del l'Orni. Si sa che Nehru è portatore di alcune proposte, per ora formulate con ampia genericità, sulla vertenza di Berlino. Le sue idee verranno sottoposte in sede ristretta agli altri massimi leaders del neutralismo «attivo > (soprattutto Tito e Nasser) e recate poi a Mosca, dove egli giungerà il 6 settembre, e quindi in Occidente. Il plano, secondo alcune Indiscrezioni diffuse dai giornali del Cairo e dalla Tanjug, prevede il « riconoscimento dell'esistenza dei due governi tedeschi > (non si dici con quale formula), il semplice c studio del problema del trattato di pace » e un processo di < graduale riunìflcazìone tedesca» che dovrebbe concludersi a scadenza remota con l'evacuazione di txitte le truppe straniere dalle due Germanie e con la riduzione delle forze armate di entrambi i governi tedeschi. La tesi più impegnativa del piano Nehru, anche se per ora formulata genericamente, afferma che frattanto dovrebbe essere assicurata agli occidentali < la conservazione delle loro vie di comunicazione con Berlino Ovest » Sovietici ed occidentali osservano la conferenza di Belgrado con apprensione manifesta, confusa con qualche speranza. Kennedy, nel suo messaggio, ha detto di nutrire sentimenti di rispetto per tale iniziativa, :in se stessa utile, e l'ambasciato re sovietico ha consegnato a Tito una lettera di Kruscev, che per ora è segreta. Gli occidentali sanno tutti quali onda te di odio e di rancori indiscriminati accompagnino tuttora la liquidazione dei regimi colo niali e semi-coloniali. I sovie ticl sanno quanto la loro politica nei confronti dei movimenti nazionalistici sia fragile e contraddittoria: incoraggia menti e aiuti quando si tratta di Cuba, della Rau, dell'Irak (finché i regimi nuovi non urtano contro il partito comuni sta); condanne 9 repressioni quando i nazionalisti sono ungheresi, polacchi, tedeschi, mol davi, baltici, tibetani, per non ricordare l'eresia di Tito, tuttora accusato dai russi di nazionalnajia granicnost (meschinità nazionalista). Palese malumore ha suscitato tra i capi neutrali giunti a Belgrado la rottura unilaterale della tregua sugli esperimenti atomici, annunciata ieri dal sovietici. Kruscev accen¬ ■iiiiiiiitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii tua la sua politica di forza e il gesto compiuto ieri provocherà senza dubbio reazioni amare della conferenza neutrale. Nehru sarebbe furente. Al suo arrivo, dopo essere scivolato sulla scaletta dell'aereo, ha già dichiarato ai giornalisti indiani di biasimare la ripresa degli esperimenti nucleari, < dovunque e comunque avvenga ». Ma vi è di più: anche la politica sovietica di aiuto economico ai paesi neutrali incontra qualche insuccesso. Dal '54 al '60 l'Urss ha distribuito fra una ventina di paesi non impegnati crediti per oltre 10 miliardi di rubli al tasso del 2,50 per cento e negli ultimi mesi ha intensificato tali iniziative, benché già gravoso sia l'aiuto concesso ai paesi comunisti (30 miliardi di rubli). I governanti cinesi avevano sempre opposto gravi obiezio ni a codesta politica, deflnen dola come un piano Marshall gratuito a vantaggio dei governi nazionalisti afro-asiatici e a svantaggio della espansione comunista, tanto più grave allorché Nehru liquida in India il partito comunista del Kerala o Kassem e Nasser perseguitano 1 comunisti del l'Irak e della Rau. ■ Kruscev rispondeva che le obiezioni cinesi apparivano estremistiche e settarie igno rando quanto prematuro fosse < porre il problema del socia lismo all'ordine del giorno di ogni paese », mentre doveva essere anzitutto esteso il « fronte anti-imperialìsta ». Dopo il « vertice rosso » del dicembre-scorso, tuttavia, i sovietici furono costretti ad accogliere alcune raccomandazioni cinesi ed a porre il problema delle contropartite politiche ottenibili dai < paesi nuovi > (già il comunicato conclu¬ smfciniitiiiiiifitifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiisiiiiiiiisi sivo del « vertice rosso » lamentava le « forme di terrore fascista» emergenti in paesi come l'India, la Rau e l'Irak). Anche i sovietici, dunque, incontrano insuccessi gravi nel « terzo campo », che potrebbero mutarsi in rovesci. La Rau è costata finora al- ririIlllllIIIIIIIMIIMIIllllllMllllllllMIIIIIIIIIM l'Urss due miliardi e 350 milioni di rubli (oltre 162 miliardi di lire). Tra gli osservatori stranieri alla conferenza è presente una delegazione del pei, guidata dall'ori. Pieracclnl. Nennl ha inviato un messaggio. Alberto Ronchey IMIIMMItirilllIMlllllIIMIUIIIMlMllllMIMIIlllllMI I ventiquattro Paesi riuniti a Belgrado per la conferenza dei neutrali coprono u na superficie di 19 milioni di kmq. (press'a poco quanto l'Europa e gli Stati Uniti insieme) ed hanno una popolazione di 625 milioni di abitanti (come la Cina, un sesto della terra). Geograficamente appartengono a quattro continenti: Europa (Jugoslavia e Cipro); Africa (Sudan, Tunisia, Marocco, Mali, Rau, Ghana, Somalia, Etiopia, Guinea, Algeria nazionalista); Asia (India, Indonesia. Ceylon, Afghanistan, Nepal, Birmania, Cambogia, irak, Arabia Saudita, Yemen, Libano); America (Cuba). Il più piccolo è Cipro (9250 kmq., 450 mila abitanti), seguito da Libano e da Ceylon (l'unica nazione sovrana del mondo governata da una donna, la signora Bandaranaike); il più vasto è l'India, con 3.300.000 kmq. di superficie ed una popolazione di 361 milioni di abitanti, superiore a tutti gli altri ventitré Paesi neutrali sommati insieme. Sono rappresentati a Belgrado un impero (Etiopia, con Ailè Selassiè), cinque monarchie (Marocco, Nepal, Cambogia, Arabia Saudita e Yemen) e diciotto repubbliche