Negata la taglia di 5 milioni a un informatore dei carabinieri

Negata la taglia di 5 milioni a un informatore dei carabinieri Per la scoperta dell'autore dell'eccidio di Colombaia Negata la taglia di 5 milioni a un informatore dei carabinieri La Corte d'Appello di Roma ba stabilito che le indicazioni dell'interessato (nn mezzadro del posto) non avevano rilevanza: gli inquirenti erano gii sulle tracce dell'omicida, indicato come responsabile anche dalla voce pubblica - Costui, arrestato poco dopo, confessò il crimine Roma, lunedì mattina. Nessuno Intascherà là taglia di 6 milioni che il ministero dell'Interno fissò, 6 anni or sono, in favore di colui o di coloro i quali avessero fornito notizie utili per l'identificazione del responsabile dell'eccidio di Colombaia dei Carpineti. Così hanno deciso i giudici della Corte di Appello riformando completamente la sentenza dei colleghi del tribunale di Berna che giusto un anno fa avevano riconosciuto a Gino Cantatali! il diritto ad intascare i 5 milioni della taglia per aver aiutato la macchina della giustizia, indicando il responsabile del duplice atroce assassino del due sindacalisti democristiani di Colombaia, in provincia di Reggio Emilia. L'origine di questa singolare vertenza fu un delitto che sembrava destinato a rimanere avvolto nel mistero. La notte del 26 marzo 1955 a Colombaia del Carpineti, in una trattoria, una quarantina di dirigenti democristiani e della Confederazione coltivatori diretti stavano celebrando tre avvenimenti — la vittoria della lista « bonomiana » nelle elezioni per le mutue del coltivatori diretti, la costituzione della sezione D.C. di Colombaia e l'arrivo del nuovo parroco del paese don Arrigoni — quando qualcuno dalla finestra sparò una raffica di mitra contro 1 commensali. Le vittime del crimine furono due: un chincagliere di 46 anni, Giovanni Munarinl, membro del comitato direttivo della D.C. e presidente dell'Azione Cattolica di un paese vicino, ed un noleggiatore di auto pubbliche di 45 anni, Afro Rossi, segretario democristiano di un paese vicinò. Quattro giorni dopo il responsabile dell'eccidio venne arrestato: si trattava di un | mezzadro di 43 anni, Guerrino Costi, padre di tre figli, il quale non trovò eccessive difficoltà ad ammettere di aver sparato ed ucciso. « Volevo in quel modo — confessò candidamen- te l'omicida, condannato poi a 27 anni di reclusione — lo che ero stato presidente della Latteria sociale " di Colombaia protestare contro la vittoria del miei avversari politici nella elezione per la Cassa mutua del coltivatori diretti». Qualcuno collaborò con la polizia eu i carabinieri all'identificazione dell'assassino? Dopo essere rimasto volutamente nell'ombra per motivi precauzionali, Gino Cantagalli — un mezzadro di Colombaia — avanzò le sue pretese spiegando di aver diritto alla riscossione della taglia perché era stato lui ad informare il brigadiere Annigonl (un solerte sottufficiale del carabinieri che condusse a termine felicemente l'indagine) circa l'Identità dell'autore della folle sparatoria. Alle richieste del Canta galli il ministero dell'Interno rispose sostenendo che l'arresto del responsabile era avvenuto solo per opera delle forze di polizia, ragion per cui al < delatore » non rimase altro che rivolgersi al giudici del tribunale di Roma. Alla fine di luglio dell'anno scorso 11 tribunale, dopo aver affermato che la « taglia » de ve essere considerata sotto un profilo giuridico alla stregua di una normale obbligazione, finì per accogliere la richiesta di Gino Cantagalli condannando il ministero a pagare 1 cinque milioni promessi. Contro questa decisione però l'amministrazione dello Stato propose appello. I magistrati della Corte di appello pur riformando in toto la sentenza del tribunale hanno accolto In pieno le conslde razioni giuridiche sostenute dai colleghi di primo grado, nel senso cioè che la «taglia» costituisce una vera e propria obbligazione nel confronti dello Stato; 1 giudici sono stati solo discordi nella valutazione dell'effettiva utilità e rilevanza che la notizia fornita dal Cantagalli avrebbe apportato all i Stato. < Il Cantagalli — conclude la sentenza di appello — avrebbe dovuto specificare su quali dati obiettivi o su quali con creti clementi egli basasse le sue informazioni, che le autorità inquirenti erano libere di prendere in considerazione, all'Indirizzo del Costi; gli elementi avrebbero dovuto, insomma, apportare a quello che già era l'indirizzo positivo degli inquirenti qualche cosa di effettivamente specifico e di particolarmente efficace sul conto di colui che anche la voce pubblica aveva indicato come autore del crimine ». T

Persone citate: Afro Rossi, Arrigoni, Cantagalli, Gino Cantagalli, Gino Cantatali, Giovanni Munarinl, Guerrino Costi

Luoghi citati: Berna, Reggio Emilia, Roma