Le attrici delle "Grolle d'oro" fanno strage di trote a Gressoney

Le attrici delle "Grolle d'oro" fanno strage di trote a Gressoney Conclusa ta tradizionale pesca delie celebrità Le attrici delle "Grolle d'oro" fanno strage di trote a Gressoney Mentre l'amo attenda la preda le dive si confidano - Monica Vitti pensa al difficile molo che sosterrà nell'Eclisse di Antonioni - Ingrid Thulin parla della sua ultima esperienza americana - La spagnola Alta Riba, la ragazza più pittoresca della compagnia - Alberto Sordi, l'attore più conteso DAL NOSTRO INVIATO St. Vincent, lunedì mattina. Le « Grolle d'oro » sono effettivamente state, quest'anno, il simbolo dell'amicizia e nessun rilevante strascico polemico ha lasciato la loro assegnazione. Tutt'al più, nel crocchi degli intenditori, si sono notati alcuni lievi dissensi sulla attribuzione della Grolla per il regista a Luchino Visconti, dissensi che, pur non suonando come una diminuzione del valore e dell'importanza d'un film quale Rocco, stanno tuttavia a sottolineare il limitato conto in cui si è tenuto l'apporto, in verità molto significativo, recato quest'anno da Michelangelo Antonioni al cinema italiano con L'Avventura e con La notte. Comunque dai giudici presenti è stato fatto notare il fatto che assegnando la Grolla a Monica Vitti, che dei due film del regista ferrarese è brava interprete, si è voluto implicitamente onorarne anche l'artefice, in questo momento in cima all'onda: pochi giorni fa ha difatti iniziato un nuovo difficile film, L'eclisse, che ambirà collocarsi, come genere, terna e stile, vicino al due citati. E' ovvio perciò che Antonioni sarà nuovamente, l'anno prossimo, uno dei «grollabill» più in vista. Se anche il film prenderà lo spunto — ci ha precisato Monica Vitti — dal fenomeno celeste del 15 febbraio scorso, il titolo più che all'astronomia si riferisce ai sentimenti: sarà un'eclisse di questi, e non del sole, che Antonioni illustrerà. I due elementi della crisi, identificabili in un giuocatore di borsa ed in una donna giovane e innamorata, saranno approfonditi e analizzati col prezioso contributo delle capacità espressive • recitative di Alain Delon e di Monica, naturalmente. Di questo, ed altro, abblam parlato ieri mattina al laghetto di Gressoney-Saint-Jean, dove la Vitti e tutti quanti si' erano, secondo la codificata abitudine di ogni anno, trasferiti per la tradizionale pesca alle trota. Si sa ormai a memoria in che consiste questa competizione, dove attori, attrici, registi e giuria, sui bordi del grazioso laghetto, si sforzano a dimostrare la loro abilità nello spopolare il ceruleo specchio d'acqua dove guizzano nervosamente migliala di trote, tenute alla fame da parecchi giorni. Cè anche chi non pesca e sta a guardare chi manovra canna ed ami in vece propria: è il caso di Ingrid Thulin, che per un po' ebbe un valido sostituto nel marito e acconsentì a chiacchierare brevemente con noi per dirci del suo primo recente film americano, I quattro Cavalieri deU'Apocalisse, girato con Glenn Ford parte a Parigi e porte a Hollywood per la Metro Goldwyn. L'illustre attrice scandinava, sia ben chiaro, non ha abbandonato Stoccolma per la California ; e coloro cui tanto piac- que se splendidamente diretta da Ingmar Bergman, non perderanno l'occasione di rivederla in altri film del maestro di regia svedese. La signora Thulin non è entrata nello sfar system hollywoodiano: con gli americani ha un contratto di sei anni recante l'impegno d'un film all'anno; a parte questo, ella ha sempre piena facoltà di accettare scritture al suo Paese, dove impegni precisi di teatro e televisione si alterneranno infatti anche per il 1961 e 1962 ad occasioni cinematografiche offerte o da Bergman o da altri registi (a Cannes la si è vista difetti in un film apprezzabile di Alf Sioberg). L'attrice, prima di riprendere la canna da pesca temporaneamente ceduta al consorte — pescatore discreto — avrebbe voluto forse più a lungo parlarci della differenza, che ha detto quanto mai sensibile, fra l'egocentrismo registico dell'europeo Bergman, artista creatore, e la categorica obbedienza dei directors americani alle cosiddette sceneggiature di ferro, che imprigionano nel rigore di azioni predisposte al millimetro dagli spesso standardizzati manipolatori di sceneggiature. Ma un po' perché era quello un argomento da trattare in altra sede, un po' perché il direttore di gara non tollerava più alla canna una « controfigura » dove rinunciare ai colloquio, e congedarci. Delle intrepidi pescatricl — che sfidarono imperterrite anche qualche spruzzo di piogga — sette erano in pantaloni: la Thulin appunto, inoltre fornita da un ampio cappellone che la proteggeva, quando c'era, da un solicello non micidiale, e la spagnuola Beatrice Alta Riba, la più pittoresca e technicolorata delie gareggianti, con il ne-o di una maglietta largamente traforata e Gisella Sofio, Mo lica Vitti, Lilly Lembo, Siran Strasberg, che -r*»»»' . ta più a Roma che altrove, Margareth Robsann, ch'è una stellina norvegese, ultima conquista esotica del gioviale Tognazzi. In gonnella erano invece soltanto Ilaria Occhini, che non ci ha voluto ancor precisare se per la nuova stagione teatrale andrà con Gassman oppure sarà scritturata da Ardenzi col nome in ditta in una formazione di cui l'altro esponente dovrebbe essere Alberto Lupo; e Barbara Lass (la francesina di discendenza polacca che ricorderete come figlia di Gino Cervi in Che gioia vivere). Fra gli uomini pescatori il più conteso dal fans è stato naturalmente Alberto Sordi, anche se Tognazzi aveva pure lui la mano stanca più che per aver sorretto a lungo la canna da pesca pei aver firmato autografi su tutto-quelle che gli porgevano, dal foulards ai fazzoletti, dai programmi ai margini di giornale. La gara peschereccia degli attori ha dato il seguente esito: 1. Barbara Lass p. 1095; 2. Nino Besozzl p. 553 ; 3. Gisella Sofio p. 464; 4. Alberto Sordi p. 453; 5. Lilly Lembo p. 439; 6. Massimo Se rato p. 430; 7. Beatrice Alta Riba p. 392 ; 8. Monica Vitti p. 305; 9. Mario Verdone p. 285; 10. Ugo Tognazzi p. 230; 11. Ilaria Occhini p. 167. Seguono altri fra cui penultima Ingrid Thulin (che assommò soltanto p. 45: che cosa vuol dire chiacchierare coi giornalisti e lasciare certi compiti al marito...). La precedente gara per giornalisti aveva visto vincitrice Anna Rizzottl Veronesi, p. 1298, seguita da Renata Pescanti Botti, Gianni Bonetto. Una gara fra pescatori professionisti con tre soli partecipanti cioè Benso Fini, Mario Casalbore e Nino Besozzl ha visto vincitore il primo seguito dal collega Casalbore e dal popolare attore. Achille Valdata L'attrice Monica Vitti alla gara di pesca alle trote

Luoghi citati: California, Cannes, Parigi, Roma, Stoccolma