Il volto di Vieille era sereno come se dormisse sotto la neve

Il volto di Vieille era sereno come se dormisse sotto la neve L'ultimo, pietoso episodio delle tragedia del Monte Bianco Il volto di Vieille era sereno come se dormisse sotto la neve Le sei guide di Courmayeur raccontano come hanno trovato la salma del giovane alpinista francese - Il ■' cadavere è stato fatto scivolare nei canaloni nevosi, trainato con il toboga sul ghiacciaio, issato con manovre di carrucola sulle rocce dell'Innominata - Un mazzo di rododendri sulla rupe su cui morì Oggioni DAL NOSTRO INVIATO Courmayeur, lunedì matt Siamo a Entrèves, eu un terrazzo aperto tif vento gagliardo che scende dai ghiacciaio della Brenva. Brunod, Gex e Salluard guardano l'Aiguille Noire e dicono: « Là dietro, sul Freney, anche oggi soffia la tormenta ». Sono guide già provate da imprese difficili e da bufere, ma non dimenticheranno più, la visione infernale del Freney, com'era nei giorni scorsi, spazzato da raffiche rabbiose e da turbini di neve. E non la dimenticheranno nemmeno i loro compagni, Ollier, Petigax, Belfrond. Vi sono ancora saliti sabato per portare a Courmayeur la salma di Antoine Vieille, e sono ormai passate molte ore, ma l'ultimo atto della tragedia è ancora fermo nei loro occhi e nel loro ricordo. Ne parlano quietamente, con frasi staccate e lunghe pause di silenzio. Non li interrompiamo, quasi non facciamo domande: le guide bisogna saperle ascoltare. *,All'alba, quando scendevamo dal còlle dell'Innominata sul ghiacciaio del Freney, abbiamo deposto i fiori. — Quali florif — Fiori per Oggioni e per i tre francesi >. Ci avevano pensato: un mazzo di rododendri freschi con qualche rosa di plastica comprata a Courmayeur, da appendere con un chiodo alla .roccia dove è stata trovata la salma di Oggioni. « Il corpo di Vieille l'abbiamo trovato proprio per caso. Non era nel luogo indicato da uno schizzo disegnato dall'ing. Gallicni, ma piii in alto, a livello del colle di Peutérey, a quasi 1,000 metri ». Alla base delle rocce Gruber si sono fermati tre uomini, mentre gli altri (Gex, Ollier e Salluard) scalavano la rocce e il nevaio che porta al valico. Erano le 7,30. Un po' discosto dall'itineràrio normale, presso la parete dell'Aiguille Bianche, hanno visto qualche segno lasciato dalla comitiva Bonatti: una corda, alcuni chiodi, moschettoni e altro materiale perduto o abbandonato. Si sono avvicinati alla parete e hanno scorto sulla neve una piccola macchia scura: il corpo di Vieille era „ tutto ricoperto dalla neve scivolata da una placca rocciosa sovrastante: si vedeva soltanto affiorare la parte superiore del cranio. Tolta la neve, il corpo è apparso seduto sulla roccia, avvolto in un telo, da bivacco a legato a una corda fissata a un chiodo. TI volto era sereno, disteso, come in un sonno quieto. La salma di Antoine Vieille — un ragazzone alto un metro e novantacinque — è stata pietosamente composta nel sacco impermeabile di ricupero, poi le tre guide, tenendola per una lunga corda, l'hanno fatta scivolare nel canale nevose fra le rocce Gruber e l'Aiguille Bianche finché è giunta, dopo laborio¬ se manovre, ai compagni che aspettavano sotto e che l'hanno fissata su un toboga. < Dovevamo poi attraversare il ghiacciaio del Freney, che è molto ripido e crepàcciato, seguendo un itinerario orizzontale, a mezza costa. Una guida stava presso il toboga, sostenendolo perché non slittasse in basso, gli altri tiravano o spingevano. Era quasi mezzogiorno quando siamo giunti sotto l'Innominata. La salita al colle l'avevamo attrezzata al mattino, con chiodi e corde; tuttavia è stata estremamente faticosa. Il corpo inanimato è stato trascinato in qualche tratto nevoso e sollevato con un sistema di carrucole sulle balze rocciose: uno di noi è rimasto sempre accanto alla salma accompagnandola perché non si impigliasse negli spuntoni o subisse movimenti pendolari. — Alla capanna Gamba avevate saputo che non sarebbe venuto l'elicottero da Chamonixt — Si, ed eravamo stanchissimi: dalle due di notte alle tre del pomeriggio non avevamo avuto un momento di tregua. Il trasporto dalla capanna al fondo valle, i stato forse ancora più faticoso: ii sentiero non è agevole, abbiamo dovuto legare il corpo di Vieille a due robusti tubi metallici per portarlo a spalle, ma nella discesa della "placca", molto ripida, levigala e bagnata dall'acqua spruzzata dal torrente, le aste metalliche sono rimaste conficcate nella roccia e non riuscivamo più a liberarle. Alcuni di noi eran sopra, altri sotto il diffìcile passo e non potevamo accordarci per le manovre perché il fragore del torrente che in quel punto si rovescia in una cascata, ci impediva di capirci. Ci vollero due ore di terribili sforzi per districarci, e alla fine eravamo esausti. Partiti alle dal rifugio siamo arrivati soltanto a mezzanotte a Courmayeur. La camionetta della polizia di frontiera ci aspettava ai casolari del Freney e ci ha risparmiato le ultime due ore di marcia ». E' una drammatica storia che avevamo già riferito, ma ogni volta che se ne parla viene in luce un nuovo episodio, un nuovo aspetto della tragedia del Monte Bianco: dalla spaventosa marcia della morte dei sette protagonisti, alle spedizioni di ricerca e di ricupero delle salme. Ora anche Antoine Vieille giace, in una bara, nel camposanto di Courmayeur. Oggi sarà celebrata una funzione di suffragio e stasera il feretro sarà avviato, con la funivia dei ghiacciai, verso Chamonix. Nel tragico vallone del ^Freney il vento ha già cencellato le piste faticosamente aperte fra l'Innominata e il Peutérey, ma appeso a una roccia rimane un mazzo di rododendri: un segno di pietà, una promessa a Oggioni, Kohlmann, Guillaume e Vieille, che non saranno dimenticati. Ettore Doglio Presso II Colle di Peutérey, contro la bastionata rocciosa che si innalza a formare l'Aiguille Bianche, le guide di Courmayeur hanno trovato la salma di Antoine Vieille, la quarta vittima del Pilone del Monte Bianco. (Le foto che oggi pubblichiamo in esclusiva sono state scattate da un membro della spedizione) 8ul ghiaccialo superiore del Freney, la salma di Vieille, lagata su un «toboga», viene trainata In un labirinto di crepacci insidiosi mentre folate di nebbia e di nevischio danno alla conca ghiacciata e alle orride pareti del «quattromila» che s'intravvedono un aspetto di bolgia internala

Luoghi citati: Courmayeur, Vieille