Si attende sulle Alpi l'attacco ad Anquetil

Si attende sulle Alpi l'attacco ad Anquetil Verranno affrontati valichi tra i mille e duemila metri Si attende sulle Alpi l'attacco ad Anquetil La "Maglia gialla,, merita gli applausi per la sua coraggiosa condotta di gara, anche se in Francia è criticata la tattica ordinata da Bidot E' stato uno sbaglio convocare Favero (che si è ritirato) Da uno dei nonti-i inviati St. Etienne, lunedi mattina. Ieri, per la prima volta dal giorno in cui abbiamo preso l'avvio nel Tour, abbiamo scoperto qua e là, per le strade di Francia, che non tutti i tifosi di casa sono contenti di come vanno le cose. Qualche scritta occhieggiava sull'asfalto, qualche cartello si levava alto sulla folla immensa. Inneggiava a Forestier, invitava 11 signor Marcel Bidot, della squadra nazionale, ad andar in pensione; e c'era anche il nome di Anquetil con un enórme punto interrogativo in funzione di semplice, ma chiarissimo commento. Ora, non bisogna attribuire eccessiva importanza alle scritte. Si passava ieri attraverso la zona dove è nato Forestier e gli appassionati di ciclismo sono evidentemente uguali sotto tutti i cieli. Ma il fatto che il corridore ili casa abbia avuto proprio ieri il suo turno di libera uscita ed abbia vtnto la tappa, passando dal quarantunesimo al ventiduesimo posto in classifica generale, costituisce un episodio sul quale si imbastiscono le polemiche; qui, in Francia, 11 successo finale di Anquetil — magari per scaramanzia — incomincia ad esser messo in dubbio e i nostri colleghi vanno a destra ed a manca a chieder 1 pareri altrui, i loro giornali dedicano colonne e colonne al tentativo di risolvere l'interrogativo d'attualità, se monsieur Bidot abbia agito bene o male a giocar tutte le sue carte su Jacques, senza lasciar ad altri coéquipiers la possibilità di mettersi in condizioni tali da sostituirsi eventualmente al capitano nel caso di una crisi, magari difficilissima, ma non da scartare a priori. La carovana, che ad essere sinceri, non trova troppi motivi ' capaci di avvincere l'interesse, ripeta sino alla noia il ritornello che parla della coraggiosa sfida della maglia gialla, ma una cert'aria di perplessità prende a circolare tutt'intorno, perché non si riesce a sapere chi e quando si deciderà, almeno, a tentare l'attacco contro il grande asso di Rouen. Ieri, :1 tracciato della Chalon sur Saòne-Salnt Etienne si prestava ad ogni offensiva, almeno una decina di concorrenti sarebbe finita fuori tempo massimo se la gara si fosse di sputata con la normale carica di huona voglia Invece, gli avversari di Anquetil sono stati queti queti, per gran parte del percorso si è mosso soltanto Massignan, che si è prodotto ia cento metri di scatto per psgdfmrpeZ passar al comando sotto lo striscione del Col des Sauvages (non lasciatevi spaventare dal nome, era un colle che non faceva paura a nessuno, nemmeno ai velocisti). Poi la allegra e svagata comitiva dei fuoriclasse (o presunti tali) ha ripreso 11 piccolissimo trotto ed ha permesso la fuga prima di Forestier e di L>ach, poi di Zamboni e di Everaert. Se si continuasse di questo tono, bisognerebbe dar per scontato il trionfo di Anquetil. Ma crediamo che il turno di mezzo riposo sia stato adottato a bella posta dai protagonisti, per far provvista di energia. Da oggi, il Giro dì Francia entra nel vivo, con la Saint Etienne-Grenoble e la Grenoble-Torino; i rivali di Anquetil dovranno venire alla ribalta, con una serie di azioni alle quali è affidato tutto l'interesse di questa corsa che stenta ad accendersi di validi motivi di passione sportiva. Ormai è chiaro, nessuno è cosi in gamba e ha agli ordini una squadra tanto efficiente da sorprendere il normanno in pianura. Bisogna, per forza di cose, sperare nelle salite, dove in cinque o sei vantano, sulla carta, migliori attitudini della Maglia gialla. Sperare nelle salite è l'imperativo del momen¬ E to, visto che alle montagne siamo arrivati. Due tappe — dice vamo — una in fila all'altra, una oggi e l'altra domani. Og gi è in programma la Saint Etienne-Grenoble, di 230 chilometri, lungo i quali incontrla mo ben quattro colli: uno in partenza (il Col du Grand Bois, alto 1160 metri, di seconda categoria, che ha importanza relativa appunto per la sua dislocazione) tre verso 11 traguardo, e se Gaul e Massignan non si decidono qui, davvero non riusciamo ad immaginare quando mai verranno alla ri balta. Tre, verso il traguardo: il Col du Granier, alto 1134 metri, di prima categoria, sorge al chilometro 180, il Col du Cucheron, alto 1140 metri di terza categoria si trova al chi lometro 198, il Col de la Porte, alto 1325 metri, di seconda categoria, immette praticamente su Grenoble: dalla sua vetta all'arrivo ci sono diciannove chi lometri, in continua e completa discesa. Insomma, non contano le scuse, è venuta l'ora di piantarla con il dire che i nostri non vanno in fuga perché i ri vali non glielo permettono e con 11 sostenere che non vai la pena di sforzarsi perché 1 mi nutl eventualmente guadagna ti sono scarsi in confronto con e i , e a e i e a n la fatica spesa; in una tappa così dura e così aspra, o si cerca di sorprendere la Maglia gialla, oppure si dà un melanconico addio ai sogni di gloria ed il discorso suona uguale per gli italiani, per Gaul, per i belgi, per Junkermann. In altre parole: o si è tutti convinti al cento per cento che contro Anquetil nulla più ci sia da fare, oppure ci si batte a cuore aperto, si abbandona la tattica del risparmio, si cerca di sottoporre il < leader > all'obbligo di risposte a ritmo continuo. La nostra squadra è quella che è, 1 gregari non paiono molto in gamba, e ieri l'abbandono di Favero ha convinto dello sbaglio operato all'atto della selezione. Ma Battistini, Massignan, Carlesl e Brugnami sembrano invece in buone condizioni: mettano nella lotta la metà dello slancio che vi mette Anquetil; i buoni risultati, siamo convinti, non si faranno aspettare a. lungo. Noi non chiediamo un trionfo, chiediamo soltanto una prestazione animosa e sveglia Gli attacchi non riusciranno? Pazienza, almeno si sarà tentato qualcosa, ci arrenderemo certi che i nostri avranno fatto tutto quanto loro era possibile. L'osservazione resta in vigore pure per la Grenoble-Torino, anche se il suo profilo permette ampi recuperi. Duecentocinquanta chilometri e mezzo, il programma di domani, con due montagne, di prima categoria, il Col de la Croi* de Fer, alto metri 206S, al sessantottesimo chilometro, ed il Moncenisio (metri 2083), al chilometro 162, seguito cioè da un paio di ore di gara prima di irrompere sulla pista dello Stadio Comunale. In queste due ore, molti ricongiungimenti sono realizzabili; Anquetil potrebbe non < tirarsi il collo > sulla rampa, ed arrivare lo stesso nel plotone al comando sotto lo striscione torinese. Ma il ricongiungimento — parliamo sempre di ipotesi, naturalmente, che poi, magari, la realtà sarà completamente diversa — deve essere reso difficile, i < grimpeurs > cioè non scuotano la testa rassegnati, come davanti all'ineluttabile. Concludendo la serie delle varie ipotesi, ogni cosa, tutto sommato, si accentra su Anquetil, che merita gli applausi generali. Gli applausi di tutti, vogliamo dire, pure dei tifosi italiani, comunque si svolgano le tappe di oggi e di domani La raccomandazione, pronunciata a mezza bocca, sottovoce, forse non è inutile. Qui in Francia, la folla si comporta con noi in modo impeccabile, le avventure dei tricolori di Co volo son seguite con curiosità, gli <exploits> di Brugnami vengono sottolineati come piccole imprese. L'atmosfera che circonda 11 Tour è lieta, ricorda le feste di paese. E' la stessa atmosfera, allegra e sportiva, che vorremmo trovare giungendo in Italia. Applausi a tutti, in particolare ad Anque til, che questi applausi — ere detelo — merita più di ogni altro. Gigi Boccacini La smorfia di Jean Forestier, affaticato dopo la fuga oonclusasi con la vittoria

Luoghi citati: Francia, Italia, Moncenisio, Torino