Anime sottoposte alla tortura in un nobile film di Castellani

Anime sottoposte alla tortura in un nobile film di Castellani "IL BRIGANTE „ ALLA MOSTRA DI VENEZIA Anime sottoposte alla tortura in un nobile film di Castellani Nell'opera, forse troppo lunga, campeggiano i motivi sociali - Pagine molto belle e vivide figure raddrizzano l'arco calante del racconto - Ottima prova degli attori non professionisti (Dal nostro inviato speciale) ' Venezia, 30 agosto. La Mostra è entrata nel clima sempre un po' teso dell'epilogo; raffittiscono le protezioni marginali, i ricevimenti, le conferenze, gli arrivi (quello di Alberto Sordi, nel'tardo pomeriggio, ha fatto più rumore di tutti). Si cominciano a tirare le prime somme. Il bilancio, finora complessivamente positivo di questa ventidueelma edizione, non ha subito scosse dopo la presentazione del terzo flilm itallamo, II brigante, tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Berto, e sceneggiato e diretto da- Renato Castellani. Da alcuni anni, e precisamente da Nella, città l'inferno, Castellami taceva; il che non meraviglia chi conosce questo regista, fra, 1 più aeri, applicati e meno frettolosi del nostro cinema. Egli non è soltanto l'autore di Botto il sole di Roma, Due soldi di speranza e Giulietta e Romeo; he. diretto anche film meno illustri e felici: 'eppure tutti si ricordano per un comune suggello di nobiltà artigiana. Anche Il brigante cade In questo fondo patrimoniale, reca le tracce di un attento, appassionato lavoro. Ma divisosi fra regìa e sccneggiatura, Castellani ha fatto meglio nella prima che nella seconda. A un certo punto (e non in principio, ma a due terzi del film che è lungo tre ore) i fatti lungamente accumulati dallo sceneggiatore si sono scatenati, e il regista non ha più saputo dominarli. Perché lo scabro romanzo del Berto è stato fin troppo dilatato: specie rispetto ai motivi di polemica sociale, che nel libro sono appena accennati, e nel itlm viceversa campeggiano. Tenendo conto di quelli la storia si potrebbe raccon- , tare cosi: durante la guerra, gli Stigliano, una povera famiglia di contadini calabresi, sono fraudolentemente spoglia ti della loro terra da un esoso affittuario alle dipendenze del padrone dpi feudo. Il capofa miglia va per disperato a scavar trincee e finisce in Germanie, donde non tornerà più I rimasti, nonna, madre e sorella dell'undicenne Nino, il personaggio che racconta, han no un piccolo sollievo alla loro miseria quando arrivano al paese gli alleati liberatori: ma ben presto, dopo tante belle parole, ricadono nelle condì zioni di prima. La terra che potrebbe sfamare loro e tanti altri, è lì che giace incolta per volontà del feudatario. Occuparla non è furto, ma neces sita. E' sull'esempio di un animoso reduce (una figura giocondamente azzeccata) che si è cominciato ad arare una fetta di campo, da. paesi e frazioni vicine scendono a centinaia i contadini,, con gli attrezzi sulle spalle, per compiere la temeraria impresa E' forse 11 più bell'episodio del film, cominciato in tono minore e culminante in un'epica sinfonia. Appena - lo guasta qualche superfluo pistolotto. Ora 1 contadini sono sulla terra, diventata loro per diritto di vita e per sangue versato. Ma il destro barone, che ha dàlia sua la legge, ve li recinge col filo spinato e li lascia lì fino a stancarsi, fino a disperare. L'azlo ne è fallita, 1 contadini rifluiscono nei paesi, tornano a mettersi lungo i muretti, aspettando la carità di un ingaggio. E nondimeno l'aria è mutata, la dimostrazione ha aperto gli oc- . chi al feudatario che sia pure a malincuore e per paura spartisce le terre. Vittoria amarai che implicherà altre battaglie. . E 11 brigante? Cè anche lui, si capisce, e ha parte 'determinante in quello che si è detto. qtmtpleLtnnscldtzsFE' un giovane spavaldo e oneJ sto, venerato dal piccolo Nino e amato dalla sua sorella; -Minella- Il titolo gli si riferisce per ironia, giacché in un altro quadro sociale, quel Michele Rende sarebbe stato il primo dei galantuomini. E' merito suo se i contadini osano quel gran gesto ch'e scuote la struttura feudale del paese. Purtroppo su Michele pesa il tragico destino di un errore giudiziario, che i suoi nemici rinvangano per rovinarlo. E ancora egli si accontenterebbe di vivere alla macchia, ingiustamente bandito dalla comunità dei suoi beneficati, se l'ingiusta persemi zione non investisse anche la sua Miliella, uccisa dal fucile di un sicario. Michele è calabrese, e in quel punto la sua generosa natura si volta alla! vendetta e alla strage. Ecco tardivo ma ineluttabile, il brigante, anzi la bestia feroce che scende in pae se a fare una carneficina, Sarà abbattuto, per patetica coincidenza, dall'appuntato Fìmiani, che gli era sempre stato amico, aveva creduto nella sua innocenza, e per aiutarlo ci aveva rimesso i galloni. Nel film, Michele, Nino e la loro amicizia non hanno lo stacco, la vibrazione che aveva loro dato 11 Berto, facendone la ragione lirica del romanzò. Ma sono appena due grosse figure e un motivo dell'affresco corale; figure e motivo di necessità un 'po' soffocate. Insomma il difetto del film è di essere troppo pieno. Si ha la impressione che Castellani non abbia voluto rinunciare a niente: non al romanzo e meno che mai all'affresco; e che questo abbia un po' danneggiato l'economia del film, che come abbiamo détto, imposta tròppe cose nella prima parte perché non debba poi risolverle alquanto precipitosamente e confusamente nella seconda. L'impressione è che il film sia troppo lungo, troppo esposto nei, suoi significati (a immagini eloquenti si accompagnano spesso inutili tirate) e finisca annaspando. Ma qua e là pagine molte belle (il ritorno del contadino reduce, i giorni della liberazione, la notturna spedizione ai villaggi vicini e altre), e vivide figure, raddrizzano l'arco calante del lavoro. Castellani è un ottimo direttore di ' interpreti, e lo dimostra anche qui, portando appunto alla scioltezza ed alla commozione di interpreti attori non' - professionisti come Adelmo . Di Fraia (Michele), Francesco Seminerò (Nino), Anna. Filippini e Giovanni Basile, e rivelandoci nella nitida Serena Vergano (Miliella) un più che promettente germoglio di attrice. Le rifiniture esterne del film sono ottime: la fotografia del Mannuzzi, le musiche. Applausi al regista e agli interpreti intervenuti all'affollata proiezione. Leo Pestelli .Anna Magnani oon il figlio Luca a Venezia; tra i due il regista Castellani (Tel.) '

Luoghi citati: Roma, Venezia