Inquieto retroscena

Inquieto retroscena Inquieto retroscena • L'audace sogno rinnovatore di Janio Quadros sembra bruscamente infranto, dopo circa sei mesi che il giovane presidente era entrato in carica (il 31 gennaio). La precipitosa successione, nello spazio di poche ore, della notizia del viaggio a Mosca di Quadros e della ripresa delle relazioni diplomatiche tra Brasile e Unione Sovietica e subito dopo l'annuncio improvviso delle dimissioni del presidente induce a supporre che fra i due avvenimenti debba esservi un nesso non casuale; l'accostamento alla Russia comunque non può essere se non la goccia che fa traboccare il vaso, una delle cause immediate di un evento che si può spiegare solo risalendo a motivi ben più profondi e remoti. Per non andare molto indietro, basterà ricordare in quale situazione Quadros fu eletto presidente il 3 ottobre scorso, e quali erano la sua personalità e il suo programma. Il Brasile, vero gigante in febbrile crisi di crescenza, aveva ricevuto un eccezionale impulso al suo sviluppo durante la presidenza di Kubitschek; se proprio non* aveva realizzato alla lettera l'ambizioso programma «cinquanta, in. unq» (compiere. ,nei cinque anni del suo mandato l'opera, di mezzo secolo ), tuttavia il presidente uscente aveva conseguito risultati grandiosi. Cantieri erano stati aperti ai quattro angoli del Paese, diciottomila chilometri di nuove strade costruiti, la produzione del petrolio portata da neppure settemila ad oltre centomila barili al giorno (pari al 42 per cento del fabbisogno nazionale); l'industrializzazione progrediva rapida; infine era stata inaugurata Brasilia, aprendo così di forza il vasto e selvaggio retroterra brasiliano. Ma tutte queste imprese costavano enormemente, donde l'inflazione galoppante, la svalutazione, crescente della moneta (da 18,5 cruzeiros per 1 dollaro nel '48 a circa 250 oggi), il rincaro del costo della vita (il 50% nel solo '59), il deficit del bilancio statale, il pauroso indebitamento con l'estero: insomma, una gravissima crisi economica che faceva trovare a Quadros un Paese quasi sull'orlo della bancarotta. Il nuovo presidente, benché molto giovane (è nato il 25 gennaio '17), non aveva alcuna inclinazione per l'audacia economica di Kubitschek, la politica delle spese pazze, come egli la definiva; al contrario, era seguace di una politica'economica «pulita» ed austera, secondo i principi tradizionali della scienza economica e finanziaria. D'altra parte, essendo stato in origine membro del piccolo partito democratico cristiano, era convinto che sulla base degli insegnamenti di Maritain e di don Sturzo si potessero risolvere i problemi del mondo moderno. Come disse nel messaggio del 15 marzo al Congresso, voleva realizzare la « nuova dimensione », ossia dare all'uomo ciò che gli spetta per il solo fatto di essere tale, la casa, l'istruzione, il lavoro. Ottima cosa, rispondente del resto alle necessità più urgenti del popolo brasiliano, che conta il 57 per cento di analfabeti, vive con un reddito medio annuo pro-capite di appena 166 dollari, cresce al tasso annuo di natalità del 42-44 per mille; ma come conciliare questo programma sociale e il proseguimento, sia pure rallentato, dello svilirono del Brasile con le regole dell'austerità economica? Su questo ostacolo Quadros si è arrestato, senza riuscire neppure ad avviare un tentativo di soluzione organica, forse per mancanza di tempo, forse perché il" gi¬ gante ha una fora scatenata di natura, indomabile dagli uomini. Sul piano della politica estera Quadros si era rivelato altrettanto spregiudicato quanto incapace di trovare ùnti componente tra il vecchio e il nuovo, decisamente come in politica interna. Avendo fatto, prima di entrare in carica, un viaggio a Cuba e un altro a Mósca, la novità consisteva in una politica più aperta verso Castro, i paesi afro-asiatici, i neutrali, l'Unione Sovietica, la Cina e gli altri paesi comunisti; tutto ciò, però, non doveva affatto compiersi a detrimento della posizione tradizionale del Brasile, cioè l'amicizia con gli Stati Uniti e l'allineamento in genere col mondo occidentale. Quadros, in sostanza, voleva raggiungere una effettiva posizione d'indipendenza internazionale del Brasile, corrispondente al suo rango di grande paese e alle necessità di aiuto economico da ogni parte; per ottenere lo scopo si stava portando su posizioni vicine a quelle dei neutrali, come dimostra la decisione di inviare un osservatore alla prossima conferenza di Belgrado. In particolare, quanto al problema oggi capitale nell'America Latina, quello del castrismo, Quadros aveva sostenuto la non ingerenza negli affari interni di un paese; ma l'altissima onorificenza concessa di persona una settimana fa a Guevara indicava un certo slittamento dalla precaria posizione di equilibrio. Così le « forze della reazione », come egli stesso le ha chiamate nel messaggio di addio, si sono lanciate all'attacco guidate da quell'implacabile Lacerda che spinse già al suicidio, esattamente sette anni fa, Getullio Vargas; e Quadros ha dovuto cedere..Per sempre? Ferdinando Vegas Le forze armate brasiliane sono state.jposte in stato d'allarme, ma finora la situazione è perfettamente calma a Rio de Janeiro. La « Radio Nacional »,' controllata dal governo, ha annunciato che il vice presidente, Joao Goulart, attualmente in viaggio in Estremo Oriente, è partito immediatamente per fare ritorno in patria ed assumere i poteri dal presidente della Camera. Goulart ha completato da poco una visita alla Cina comunista, n richiamo urgente in patria avviene su richiesta del Parlamento. Quadros Si è trasferito con i suoi bambini in una base militare aerea, presso San Paolo. Il Gabinetto del ministro degli Ssteri ha diffuso stasera un proclama in cui si esortano i militari a non fare della politica. Sembra che la maggioranza del parlamentari abbia deciso di tenere nuove elezioni generali entro un mese. ■ r. s. Il presidente Quadros, con la consorte, durante una recente visita a Londra (Tel.)

Persone citate: Ferdinando Vegas, Guevara, Joao Goulart, Lacerda, Maritain, Sturzo, Vargas