Un milione di cacciatori verseranno oltre otto miliardi di lire allo Stato

Un milione di cacciatori verseranno oltre otto miliardi di lire allo Stato Domenica 27 agosto si apre ufficialmente la stagione venatoria Un milione di cacciatori verseranno oltre otto miliardi di lire allo Stato E' il gettito complessivo della tassa di concessione governativa - Alla cifra occorre aggiungere un altro miliardo per imposte e tasse varie e 400 milioni di Ige su fucili e munizioni (pagati da 3000 armieri) - Inoltre le sezioni provinciali incassano annualmente circa 2 miliardi - Più di 50 mila persone lavorano nei settori connessi con questo sport Roma. 24 agosto Quasi un milione di cacciatori si metterà « sul piede di guerra» domenica 27, giorno in cui si aprirà ufficialmente la stagione venatoria in Italia. Per l'esattezza, il numero dei cacciatori al 31 dicembre 1960, secondo una statistica della Federazione nazionale della caccia, era di 929JÌ49, oltre ai 60.000 circa della Sicilia, che hanno un'organizzazione autonoma. Oggi essi hanno certamente raggiunto xI milione. Nel 1960, i cacciatori sono aumentati di circa 60.000 unità rispetto all'anno precedente, nel quale si registrò un aumento di H mila unità nei confronti del '58. La regione ove è maggiore il numero dei cacciatori, sempre secondo i dati forniti dalla Federazione nazionale della caccia c ri/e rentist al 31 dicembre 1960, è la Toscana con m.lSi unità. Segue la Lonibardia con 1S9 mila 163, l'Emilia-Romagna (85.395), il Lazio (78.500), il Piemonte (71.911), il Veneto (70.527), la Liguria (61,-155), la Campania (55.608), l'Umbria (J,SM5), le Marche (39.979), la Calabria (33.989), le Puglie 130-597), la Sardegna (£7.660), il Friuli-Venezia Giulia (H mila 688), il Trentino-Alto Adige (13.171), e infine la Val d'Aosta (1975). Il presidente della Federazione nazionale della caccia dott. Abbagnara, soffermandosi sugli aspetti economici dello sport della caccia, ha rilevato che quest'anno la tassa di concessione governativa assicura all'erario un incasso di oltre 8 miliardi di lire. Lo Stato, poi trae annualmente altri proventi dallo stesso sport: circa 90 milioni per contravvenzioni 400 milioni 7Jer imposta generale di consuino sulla vendita di fucili, munizioni ed altri ar- licoli del settore, pagati dai 3000 armieri, S50 mtiioni per imposte e tasse di fabbricasione corrisposti dagli artigiani armieri e dagli altri numerosi aitigiant che lavorarne per lo sport della caccia; l>50 milioni per imposte e tasse sul carburante consumato dai cacciatori motorizzati; eoo milioni per imposte e tasse varie, ricchezza mobile ecc. Dal canto loro, gli enti locali incassano annualmente per tassa di soggiorno e imposte alberghiere, circa 500 milioni annui. Non bisogna dimenticare — Zia temuto a far rilevare il dott. Abbagnara — che il movimento di capitali nell'industria, nel commercio e nell'artigianato, riferito allo sport della caccia, è notevole: consiste certamente in diverse centinaia di miliardi di lire annue: infatti, più di 40 mifa operai e non meno di 10 mila impiegati traggono ragione di lavoro nell'industria, nel commercio e nell'artigianato connessi direttamente con lo sport della caccia. I cacciatori italiani, infine organizzati in 7300 sezioni comunali, 83 sezioni provinciali, 17 consigli regionali e un ufficio di presidenza nazionale, versano alle loro sezioni circa e miliardi di lire all'anno. Tale, somma — ha concluso il dott. Abbagnara — è intieramente ini-pstita per il ripopolamento e la sorveglianza della selvaggina.