Scetticismo a Londra sulle "rivelazioni,, di una "vita privata della regina Vittoria,,
Scetticismo a Londra sulle "rivelazioni,, di una "vita privata della regina Vittoria,, Scetticismo a Londra sulle "rivelazioni,, di una "vita privata della regina Vittoria,, La romanzesca biografia contiene una lettera che la sovrana avrebbe scritto al suo giardiniere scozzese - L'autore afferma di aver visto la copia fotografica - Gli storici chiedono una più persuadente documentazione (Dal nostro corrispondente) Londra, 21 agosto. Perplessità, malcelata irritazione e aperta condanna ha suscitato in Gran Bretagna la pubblicazione di una nuova biografia sulla regina Vittoria di E. E. P. Tisdall. La sostanza storica del libro è gravemente compromessa fin dal titolo « La vita privata della regina Vittoria », degna più di un romanzo d'appendice che di un serio lavoro di indagine. La superficialità e la leggerezza della narrazione sono poi confermate dalla sequela di pettegolezzi non sufficientemente documentati di cui l'opera è piena. Del resto si tratta di un episodio non proprio nuovissimo: i presunti rapporti confidenziali fra la grande sovrana Inglese e il suo guardiacaccia scozzese, John Brown. Data la vecchia storia alla Lawrence », di relazioni fra dame aristocratiche e rudi giardinieri, è logico che la stampa britannica abbia mostrato un certo scetticismo alla ripresa di questo « scandalo Brown », da gettare in pasto alla morbosa curiosità dei lettori moderni. Grazie al rispetto che le istituzioni reali ancora conservano in questo Paese, non è mancato chi si è domandato: « Di questo passo do-, ■ si arriverà?». In genere, tutta via, si è preferito liquidare l'operetta del signor Tisdall come un lavoro scarsamente documentato e di gusto discutibile. Il John Brown di questo libro venne al servizio della regina perché Alberto, il prin¬ cipe consorte, ne raccomandò l'assunzione presso la sovrana. John Brown — ripete il Tisdall — pare avesse straordinari poteri spirituali e vantasse una considerevole influenza su Alberto. Quando il principe mori il guardiacaccia ne prese il posto nel cuore di Vittoria. A suffragare questa affermazione Viene non solo la lunga tradizione di pettegolezzi e di storielle popolari sulla signora Brown, come venne chiamata la regina Vittoria durante il regno, dopo la pubblicazione di un misterioso opuscolo anonimo che alludeva ai rapporti fra lei e il suo servitore, ma — e questa dovrebbe costituire la « novità » del libro del Tisdall — anche da frammenti di una lettera privata che sarebbe stata inviata da Vittoria a John. La lettera- recava la raccomandazione di « distruggerla subito » — come suole avvenire in questi casi — ma qualcuno raccolse i frammenti, li riappiccicò con cura, ne fece una foto e — a suo tempo — li inviò al nostro storico, in risposta a un annuncio da lui fatto pubblicare su un giornale, con cui invitava chiunque fosse in possesso di documenti concernenti i'« affare » BrownVittoria a farglieli conoscere. La lettera in questione avrebbe recato la frase: «Perdonami se offendo i tuoi sentimenti, ma tu mi sei cosi caro, cosi adorato, che io non posso sopportare di vivere senza di te ». 11 Tisdall — bontà sua — suggerisce che la lettera sottintenda « un litigio d'amanti » e « se la lettera è autentica » verrebbe a confermare i rapporti di intimità fra la regina e il buo guardiacaccia. L'autore di questa biografia va più oltre e giunge a farci intravedere una di quelle scene violente — < abituali » egli dice, dopo che il Brown, da buon scozzese, si era riempito di whisky — nel corso delle quali 11 vigoroso amante dai bollenti spiriti si sarebbe congedato dall'amata reale sbattendo la porta senza troppo rispetto per l'etichetta di corte. Da qui' la sofferenza di Vittoria, l'appello angosciato all'uomo del cuore perché tornasse da lei. A questo punto — come ognuno ben vede — siamo già in pieno romanzo e il rosa dell'idillio si è già cambiato nel giallo del mistero e del più fosco dramma. Cesi la base storica di questa biografia sembrerebbe davvero un po' perduta di vista e ha in fondo ragione la critica che, a proposito di questo sforzo di « ricostruzione storica » della vita di Vittoria compiuto dal Tisdall, ha ricordato all'autore che avrebbe fatto meglio a rintracciare la lettera che costituisce il caposaldo della documentazione del suo libro e che egli afferma di aver visto, su copia fotostatica, più dì vent'anni fa, ma di cui da allora nessuno ha più sentito parlare. In conclusione, a documentare la storia d'amore regale rimane 11 solo fatto, apparentemente confermato, che a John Brown fosse concesso di apostrofare la regina con no- tevole libertà anche in presenza di terzi e perfino di fumare la pipa nel di lei appartamenti. E questo è decisamente troppo poco perché la stampa britannica sia disposta a sostanziare con un giudizio un po' meno perplesso e dar credito a un racconto < storico » così fantasioso. _ ■ m. ci. •-♦-»
Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra
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