Sette bimbi e una donna uccisi dallo scoppio di un ordigno di guerra nel cortile d'una casa

Sette bimbi e una donna uccisi dallo scoppio di un ordigno di guerra nel cortile d'una casa Terrificante sciagura Ieri pomeriggio ad Aversa Sette bimbi e una donna uccisi dallo scoppio di un ordigno di guerra nel cortile d'una casa Altri tre piccoli feriti e uno disperso - Il padre ha riconosciuto i suoi indumenti ma del corpo non v'è traccia Il proietto d'artiglieria era stato trovato in campagna forse dal genitore di una delle vittime -1 ragazzi cercavano di smontarlo - Difficile l'opera di riconoscimento dei resti straziati - Due coppie di fratelli fra i morti (Dal nostro inviato speciale) Aversa, 17 agosto. Un proietto d'artiglieria residuato di guerra inutilizzato — che pare, dal primo esame delle schegge, fosse un calibro 105 — è esploso causando la morte di otto persone: sette fra bambini e ragazzi, più una vedova di 64 anni. La sciagura è accaduta alle 16,30 nel cortile di un palazzo semirusttco di 'proprietà degli eredi Orabona al nume¬ ì 111 b IL1 i 1111111 [ ! IM11111 [ L j I i 11111111111111 ) L1111 s o e o a e a e à ¬ ro 11 di via Santa Martella, nel rione S. Domenico, in una località che gli aversani chiamano c la scalella », cioè « la piccola scala*. Il primo a udire il pauroso scoppio è stato l'agente di P. S. Francesco Capuano, che abita trenta metri distante dal punto dove è avvenuta la stnage. Dopo un attimo di atterrito stupore, il Capuano è accorso, così come si trovava, in maniche di camicia, entrando s i r 111 i IJ11111 f 11E j 1111L t < 111111M1111 ( ; < 111111 i 11 < 11 b M111M nel cortile del palazzo dove si era udita l'esplosione: nell'aria ondeggiava un fumo torbido e nero e per terra tra pozze di sangue e resti umani in frammenti o in poltiglia, v'erano undici corpi. Da alcuni di essi venivano dei lamenti. Facendosi forza e vincendo l'orrore, la guardia tentava di contare quanti fossero ancora in vita. Erano sei. Ma solo tre di essi sono riusciti a sopravvivere; altri tre, tutti bimbi, sono morti uno durante il trasporto all'ospedale e due quasi subito dopo. Le persone presenti nel cortile erano undici. L'unloa anziana era Luisa Gallucci vedova Cavagnola. Stava seduta a prendere il fresco, sotto un pergolato d'uva rosa, con in braccio'un pronipote, Nicola Capasso, di due anni e mezzo. Un'altra bimba, sorella di Nicola, Nunziatina, di quasi quattro anni, era anch'essa vicina a lei. La traiettoria delle schegge ha ucciso la nonna, ferito gravemente il piccolo Nicola e scalfito al viso Nunziatina. Un altro morto è Armando Loiro. Aveva 13 anni, doveva iscriversi alle scuole tecniche. Il padre, Mario, è un mutilato del lavoro. La madre, Concetta, fa la bidello all'Istituto magistrale < Vittorio Alfieri >. Ancora più gravemente sono stati colpiti Nicola Becchimanzi, infermiere all'ospedale psichiatrico <Maria Maddalena» e sua moglie Maria. Essi hanno perduto due bambini, Gerardo di 7 anni — che è morto subito — ed Elena, di 5. Quest'ultima ha cessato di vivere tre ore dopo il ricovero. Eguale lutto ha sofferto la famiglia Coscione, con la perdita di due sorelle, Gina e Giuseppina, anch'esse di 7 e di 5 anni. La settima vittima è il piccolo Antonio Fucci (5 anni), l'ottava è Vincenzo Brusciano (13 anni). Un suo cugino, Gerardo (4 anni) è, con i due Capasso, uno dei tre feriti. La violenza dell'esplosione è stata tale che molti resti umani hanno fatto un volo di ol tre cinque metri, spargendosi a raggio nel giardino dei Padri del Pontificio Istituto delle Missioni Estere. Carabinieri e al si ae e infermieri hanno avuto l'ordine di recuperarli per tentare di ricomporre i cadaveri allo scopo di consentire meglio la loro identificazione, che dovrà essere fatta domani, presente il procuratore capo della Re pubblica di S. Maria Capua Vetere, Edoardo Coppola Picazlo. Ma il motivo principale è ancora un altro: chiarire lo straziante interrogativo di uno scomparso, Tonino Della Volpe, un ragazzo di 1B anni. Suo padre, Raffaele, ha dichiarato di avere solo riconosciuto i pantaloncini e la maglietta a scacchi donatagli per il compleanno. Come è giunto il proietto nel cortile dalla campagna del l'Aversano, tuttora ricca di residuati di guerra per esservi stata accampata a lungo la divisione « Pasubio » e per un gigantesco deposito di munizioni posto dal '43 al '46 dalla V Armataf Secondo una ipotesi avanzata dai carabinieri l'ordigno sarebbe stato recuperato dal calzolaio Gerardo Brusciano, padre di uno dei ragazzi morti (Vincenzo). Egli, oltre a fare il calzolaio, si arrangia anche con un altro lavoro, quello dell'artificiere, preparando abusivamente (perché non ha la licenza per questo mestiere) fuochi per le varie feste. In assenza del calzolaio, i figlioli hanno preso l'ordigno trasportandolo nel cortile per smontarlo. Se il fatto verrà ufficialmente accertato, il Brusciano subirà anche le conseguenze penali della sciagura. Domani il vescovo di Aversa, monsignor Antonio Teutonico, celebrerà un ufficio funebre nella cattedrale di San Paolo, poi le otto salme verranno sepolte a spese del co mune. Crescenzo Guarino miimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiii La folla fa ala al passaggio di un autofurgone che esce dalla casa dove è avvenuto il tragico scoppio (Tel.)

Luoghi citati: Aversa, Brusciano, San Paolo