Auto da corsa sbanda sul circuito a Pescara e schiaccia una donna sulla porta di casa

Auto da corsa sbanda sul circuito a Pescara e schiaccia una donna sulla porta di casa Sul «chilometro lanciati», durante io prove del Gran Auto da corsa sbanda sul circuito a Pescara e schiaccia una donna sulla porta di casa Morta sul colpo - La sorella della vittima scaraventata contro un muro dallo spostamento d'aria ■ Il pilota, Franco Bernabei, se l'è cavata con poche ferite - La vettura a 150 chilometri l'ora è uscita dal rettifilo-piombando sulla scala d'accesso di una piccola abitazione - Nel punto ov'è avvenuta la sciagura morirono gli « assi » Moli e Aldrighetti (Dal nostro corrispondente) Pescara, 14 agosto. Una sciagura con un morto e due feriti ha funestato le prove del Circuito automobilistico di Pescara dove, domani, si disputerà il BT Gran Premxo valevole come quinta prova del campionato mondiale marche. L'incidente è avvenuto poco prima di mezzogiorno in località < Villa Carmine > di Monte Silvano, a 14 chilometri dal traguardo, sul rettifilo conosciuto come cil chilometro lanciato». A quell'ora la < Giaur* di Franco Bernabei della classe o e a è , , e i o a 1 o ro n o n l 2 , n o a o r o e i i e o , . /ìtto a 1100 cmc., contrassegnata col numero 78 e appartenente alla scuderia < Sette Colli >, sopraggiungeva nella località < Villa Carmine > alla velocità di oltre 150 km. l'ora. L'auto, targata Roma 289.315, per cause noti ancora bene accertate, sbandava improvvisamente: il bolide si spostava sulla sinistra, sollevandosi leggermente con la parte posteriore e andava a cozzare contro la rampa delle scale di accesso al terrazzino della casa contrassegnata col numero 316. In quel preciso momento si trox-ai-a a salire le scale la trentunenne Maria Pacioni di Ofena (L'Aquila), sposata a Domenico Carota di 34 anni, e madre di un bambino di tre anni e mezzo, Sergio. La don| na veniva travolta dal bolide \e lanciata a grande distanza, I per poi ricadere sull'asfalto. La vettura di Bernabei, continuando il suo volo, andava a fracassarsi nel campo attiguo alla casa. Dalle ferraglie contorte veniva estratto il corpo del pilota pesto e sanguinante e avviati, d'urgenza all'ospedale di Pescara. Le condizioni di Bernabei, in un primo momento, apparivano gravissime, quasi disperate. Più attenti accertamenti permettevano poi di ridimensionare la diagnosi: il pilota se la caverà in una ventina di giorni, per la frattura di una clavicola ed altre fratture di scarsa entità. Nell'impressionante incidente era rimasta ferita un'altra donila, Dema Pacioni di 27 anni, sorella della vittima, che si trovavo sul terrazzino dell'abitazione. La giovane era stata risucchiata dallo spostamento d'aria e scaraventata contro una parete. Le sue condizioni sono ora preoccupanti, perché ha riportato diverse fratture interne. La tragica corsa della < Giaur > di Bernabei destava enorme impressione in tribù na, ove assistevano alle prove giornalisti, tecnici e sportivi. Veniva subito messo in azione il servizio di pronto soccorso e nel contempo, sembrando l'incidente ancora più grave, venivano immediatamente fermate le vetture che stavano allenandosi. Sul luogo della sciagura si recavano autoambulanze, medici, organizzatori nonché la Polizia Stradale e il Procuratore della Repubblica di Pescara. Là scena presentatasi agli occhi degli accorsi indicava chiaramente quale era stata la violenza dell'urto: parte del terrazzino era stata letteralmente asportata, sette od otto vasi di fiori scaraventati lontano una decina di metri, una siepe completamente abbattuta dall'urto del bolide. Il cadavere della donna giaceva sotto un albero coperto da un telo. Accanto c'era il marito piangente. Più oltre, nel campo vicino, la < Giaur > fracassata. Nel suo volo, prima di capovolgersi e piombare a terra, aveva compiuto una specie di virata, come se volesse ritornare sulla pista. Se cosi fosse stato la tragedia sarebbe stata di gran lunga maggiore perché in quell'istante stavano sopraggiungendo altre vetture. Quali le cause della sciagura, la quarta del Circuito di Pescara? La prima avvenne nello stesso luogo nel 1934 e i a a l o , o l e, > a e a di e e vi trovò la morte l'asso algerino Guy Moli, al volante di un'tAlfa P. 3>; nel 1937 il corridore Ermini su una <Ma serati 150>, in prossimità di Villa Raspe, falciava la signora Bucco, con la figlia di 1S anni. Nel 1958, sempre nello stesso punto di oggi, moriva carbonizzato il corridore Aldrighetti, al volante di un'<Alfetta l,;8>. L'ingegner Lorenzo Cacciari, membro della Csai, ha detto che la macchina di Bernabei era perfettamente a posto perché era passata al vaglio della commissione dei tecnici, aggiungendo che solo la fatalità può giustificare l'incidente. Vi sono infatti diversi fat- tori imponderabili, di naturameccanica, fisica ed atmosferica. Su quest'ultimo punto si é soffermato il- corridore Tarasco, spiegando come in quel punto la causa di un incidente del genere può essere imputata solo a un vuoto d'aria. Il corridore Colin Davis ha dettoj < E' una sciagura non imputabile agli organizzatori. Conosco il giovane Bernabei, ha appena SI anni, ma è bravissimo. La inocchino ha già molti anni di vita, ma solo un fattore esterno ha potuto causare l'incidente >. n padre del corridore Bernabei era presente a Pescara nel momento in cui il figlio incorreva nell'incidente, ed è subito accorso all'ospedale. Il corridore, nel momento in cui veniva ricoverato, ha detto ad un giornalista: < Mi sono sentito sollevare con la vettura, come se mi fossi trovato su un aereo y. m. a. La vettura del pilota Bernabei al termine della sua incontrollata corsa è finita, semidistrutta, in un prato (Telef

Luoghi citati: L'aquila, Ofena, Pescara, Roma