"Boccaccio 70 è uno sfida alla censura,,

"Boccaccio 70 è uno sfida alla censura,, Felli ni e Za va 4 ti ni parlano del cinema italiano "Boccaccio 70 è uno sfida alla censura,, «Abbiamo bisogno di lavorare con maggiore libertà», dicono i cineasti (Nostro servizio particolare) Roma, 10 agosto. • <Zm nostra Cinecittà è Roma.,» ha detto Cesare Zavattinji Questa osservazione, fatta dallo sceneggiatore di Vittorio De Sica, è soltanto una boutade. Per convincersene basta vederlo, intenderlo, osservarlo. Nel suo appartamento romano tappezzato di miniature, nel quale aleggia l'atmosfera dei ' caffè », Zavattini ha riunito un gruppo di giovani cineasti. Questi vogliono attuare, sotto la sua direzione, un film a episodi: «Gl'Italiani si confessano », una raccolta di lettere d'amore. « Cinecittà — prosegue Zavattini — era il prodotto di una organizzazione preconcetta. Ora il cinema, basato sempre più sull'immaginazione, diviene un fenomeno imprevisto. Lontano dagli " studi " esso acquista la varietà e la sorpresa della vita. Questa vita di città esiste anche nella coscienza dei cineasti. Se noi guardiamo il mondo con libertà attenta, incontriamo dei personaggi, delle idee per film che, esse pure, seguono un movimento naturale e si modificano. C'è come una primavera cinematografica nell'atmosfera • odierna. A noi spetta di avere il coraggio e la forza, di approfittarne. Quei sta situazione è interessante perché assomiglia a quella letteraria la quale, sotto forma di romanzi, sonetti, aforismi, non conosce limite. Io penso che liberato da certe ideologie, dalle convenzioni e dall'accademismo che lo paralizzano, il cinema può riuscire a raggiungere il livello della letteratura. Frattanto, per adattarci a questa evoluzione abbiamo bisogno di lavorare con una maggiore libertà». La censura è per tutti i ci neasti italiani, anche per i più ottimisti, una delle grandi preoccupazioni del momento attuale. In questo ultimo periodo la polemica è aperta e la lotta ingaggiata. Uno ricorderà infatti le avventure che co nobbero (per citarne alcuni) film come La dolce vita, Rocco e i suoi fratelli, L'avventura. Un produttore mi dice va che lo Stato aveva scelto una forma di battaglia « subdola ». Invece di lottare direttamente contro certi soggetti — egli mi spiegava 10 Stato ha incaricato dei magistrati di interdire e di tagliare i film. A questo proposito l'Anac (Associazione nazionale degli autori di cinema), fondata quattro anni fa, ha svolto un ruolo importante e ha difeso utilmente le opere di Federico Fellini, Lu-. chino Visconti, Michelangelo Antonioni. Oggi questi autori, ài quali si sono aggiunti Mario Monicelli e Vittorio De Sica, realizzano anch'essi film a episodi sull'amore. Boccaccio 70 è considerato a Roma un manifesto contro la censura. « SI — dice Fellini — questo Boccaccio 70 è una sfida alla censura » L'autore di La dolce vita è solo. Davanti a lui, - un grosso tavolo, unico mobile di itti ufficio di produzione installato al p*-ivxo piano dt un vecchio » palazzo » Chiedo in Che cosa questo film è una sfida alla censura e ti tema dell'episodio che svolge. « Giustamente preferisco non parlarne... in anticipo. Devo evitare le interpretazioni tendenziose ». Egli sorride con una specie di bonomia beffarda e gioiosa che smentisce ta malinconia dei suoi occhi, « E 11 titolo Boccaccio 70? — dico io —. Le novelle del Boccaccio, il riferimento al passato, l'amore per il futurot... ». Fellini si burla: « E' un'idea del produttore» e aggiungi: < Il successo di cassetta di La dolce vita, poi di Rocco e shctsldnrtesgcacctPn1dncc—dbP<lmtvtar suoi fratelli e di L'avventura, ha sbloccato una situazione che i produttori hanno sfruttato. Io penso che essi non si siano realmente convinti dell'interesse di questi film più di quanto non ne comprendano il senso. Semplicemente, ta riuscita di certi lavori, ha dato loro una spinta a tentare esperienze del genere anche se esse non erano di loro gusto ». Queste esperienze, tenuto conto del fatto che la riuscita artistica del film ha combaciato con il successo commerciale, hanno modificato la situazione del cinema italiano. Pertanto ciò che è vero oggi non era vero nel 1955 e nel 1958, anni in cui l'arte e l'industria cinematografica hanno conosciuto un momento di crisi, o meglio un periodo di crisi. « Non occorre dirlo a me — dice Fellini — con La strada, Il bidóne, Le notti di Cabiria, fo ero' di questa idea». Poi aggiunge serio in volto: <Il cinema resta certamente legato alla nostra vita economica e politica che, voi sapete, non gii è sempre stata favorevole come lo è ora. Pertanto dopò il dopoguerra si è avuto almeno un film all'anno realizzato secondo'una via giù sta a testimonianza di una ispirazione nuova e originale. « Durante gli anni che hanno seguito la Liberazione, i soggettisti, in Italia, hanno presentato la realtà, hanno mostrato quelle che erano le nostre città, le nostre case, le nostre strade; insomma hanno riscoperto con emozione il nostro Paese. Ma se il primo cineasta che .va sulla Luna riportasse, dai suo viagpio fotografie sconvolgenti, aovrebbe affrontare immediatamente altri problemi. Cosi è per i film che noi realizziamo. Essendosi evoluti il gusto e l'interesse del pubblico e accelerandosi i tempi della storia, gli autori si sono impegnati a cercare una realtà spirituale-psicologica, più interiore .di prima. Essi hanno tentato d\ scoprire l'uomo attraverso degli individui..». Dalla finestra si v6ae il cortile e la fontana. Fellini tace, breve silenzio rotto improvvisamente dall'arrivo imprevisto di Elio Petri, il vecchio sceneggiatore di Giuseppe De Santis e realizzatore a SS anni di un primo lungo-metraggio, L'assassino, ossfa L'esame di coscienza di un incosciente. < Io sono confuso per non aver visto il suo film — dice Felli¬ ni — ma so che è interessante ». Qui il regista diviene il produttore che ha fondato la 'ita azienda, la « Federi^ i, per finanziare certi suoi film, ma anche per aiutare dei giovani autori. Grazie a ciò può darsi che Elio Petri giri presto per conto di Fellini. E' la fine del giorno. A quest'ora i cineasti si trovano insieme al Caffè Rosati, in piazza del Popolo, seduti sul terrazzo; uno li in contra là, o davanti al Caffè Canova, o ancora all'altro Ro .vati, lungo via Veneto: questi Campi Elisi romani ben noti -' turisti e frequentati sor c '.tu o dai cronisti mondai * produttori e dalle vedPK.es, quelli che Fellini ha mostrato nel suo film La dol ce vita. • i y. D. 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