95 "I cavalieri teutonici guerra tra tedeschi e polacchi

95 "I cavalieri teutonici guerra tra tedeschi e polacchi 95 "I cavalieri teutonici guerra tra tedeschi e polacchi . Capitan Fracassa: un'altra versione del romanzo di Gau(p tier - Intelligence service: poliziotto giapponese a caccia di ' spie - I masnadieri: un Papa in un film avventuroso (.Ambrosio) Presentato fuori stagione (misteri del noleggio!), I cavalieri teutonici («Krzyzacy>) non va tuttavia| confuso tra gli scampoli dij questi mesi estivi, almeno per due titoli: rappresentò, e degnamente, la Polonia all'ultima mostra veneziana e porta la firma di Alexander Ford. Sono più di trent'anni che questo regista è sulla breccia e, anche se non ha conquistato la celebrità di cui gode il suo omonimo statunitense, già prima della guerra era considerato il più importante uomo dì cinema della Polonia. Dopo il conflitto, ha lavorato alla ricostruzione del cinema del suo paese e ha diretto opere come Fiamme su Varsavia, La giovinezza di Chopin per citare due film usciti, sia pure di sfuggita, anche in Italia: o come L'ottavo giorno della settimana del quale, presentato con successo a Venezia due anni fa, e poi anche alla « Settimana cinematografica » torinese, non si è più sentito par lare. Ricordate i crociati cavalieri dal bianco mantello e dai bizzarri cimieri AelY Alessandro Nevskj di Eisenstein? Essi ritornano in questo film non più contrapposti ai russi, ma ai polacchi dei quali minacciano le terre in nome dell'Ordine Teutonico e con il pretesto di difendere la croce di Cristo contro i pagani. In realtà i polacchi, e i lituani, i cechi e i russi loro alleati, professavano da tempo (siamo nei primi anni del XV secolo) la religione cattolica. Il contrasto aveva altre ragioni. Quali esse fossero, Ford non ha dubbi come già Eisenstein, nell'indicarle nella tenace volontà di espansione e di domìnio all'est dei tedeschi. Il film narra appunto, popolarescamente, le alterne fasi di questo urto di popoli sino alla grande e risolutiva battaglia di Grunwald (1410) nella quale i polacchi e i loro alleati sconfissero l'esercito del Gran Maestro dell'Ordine, rimasto anch'egli ucciso sul campo. La vasta materia è la stessa trattata da Sienkiewicz, autore di « Quo Vadis », nel suo romanzo « I cavalieri della Croce » dal quale è anche tratta la privata vicenda della bella e sventurata Danusia, rapita dai Teutoni e troppo tardi liberata dal suo ardimentoso innamorato, e del padre di lei, Il prode Jurand 'mutilato e accecato dai suoi nemici nel tentativo di accorrere in aiuto della figlia. Ford non tanto si proponeva di emulare Eisenstein quanto, disponendo del colore e del grande schermo (di cui fa un uso eccellente), di nobilitare il grande spettacolo hollywoodia- no, alla De Mille per intenderci, con gli apporti della cultura cinematografica europea: i propri, anzitutto, e insieme, più che dei modelli sovietici quelli dell'Olivier di Enrico V e Riccardo III, E in parte c'è riuscito, anche se, in definitiva, sia rimasto a metà strada tra l'uno e l'altro genere. Illu- ccpdeldnestrazione e racconto, vogliamo | ldireNnon si compenetrano co- j ,sì che il film ha un carattere antologico, sebbene sia splendido in taluni frammenti tra i quali basterebbe la esaltante battaglia finale a dimostrare il vigoroso polso dì Ford. * * (Corso) — Ancora fragore di armi, ma più innocue, in Capitan Fracassa che 11 regista francese Pierre Gaspard-Huit, già esperto di cappa e spada, ha diretto per il grande schermo a colori. Sebbene l'argomento, quello naturalmente dell'omonimo romanzo di Gautier, sia già stato portato ripetutamente sullo schermo, questa nuova versione delle avventure del fiero barone di Sigogn&c che, intruppatosi per povertà tra gli attori girovaghi, s'innamora della bella Isabella e la difende a spada tratta contro ogni insidia finché si scopre che la giovane è figlia di un illustre principe, non dovrebbe dispiacere a un pubblico ben disposto verso questo genere e che si è divertito persino con una più modesta riduzione televisiva dello stesso romanzo. Superficiale ma abbastanza scorrevole, è un film scacciapensieri in cui l'abbondanza di duelli e di zuffe consente a un disinvolto Jean Marais di sfoggiare ancora brio e agilità nonostante l'incipiente pin guedìne; e in cui altrettali to bene giostrano Geneviève Grad, Gerard Barray, e i no stri Riccardo Garrone e Annamaria Ferrerò. Quest'ultima s'intravede appena: alchimie della comproduzione. * * (.Lux) — Avventure spionistiche in Intelligence Service (< Mr. Suzuki»), un film francese correttamente diretto da Robert Vernay e che prende le mosse dal furto di un se gretissimo documento petroli fero per il quale si mobilitano le polizie di vari paesi. Dà man forte ai colleghi europei un simpatico « detective » giapponese che sbroglierà l'arruffata matassa dopo un lungo duel lo con l'avventuriero internazionale suo antagonista. Alcune note ironiche sono la sola novità del modesto filmetto interpretato tra gli altri da Ivan Desny, Pierre Brice e Claude Farell. vice * * (Ideal) I masnadieri rientra per quattro quinti nella solita qqrldadecfpsC categoria dei fumetti popolari di cappa e spada, e ne resta fuòri per il breve rimanente in virtù d'una scena e d'un personaggio eh'è un peccato aver cui if uso con la faciloneria o il mestieraccio dell'insieme. La scena, realizzata dall'anziano regista Mario Bonnard con evidente cura, sia nell'uso del co- love n del grande schermo, sia ,iel movimento degli attori, è quella del Conclave del 1686 dal quale usci Papa Sisto V. l'inesorabile pontefice che è, appunto, l'accennato personaggio di rilievo della pellicola. Affidato a un buon attore di teatro quale Salvo Randone, papa Sisto ha uno spicco e una consistenza notevoli, in un certo senso sprecati in una cosiffatta « falli astoria ■■ in costume: pigramente adagiata, nel resto, su moduli consunti.

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