La vecchia birreria a Boringhieri infoccabile per tre anni e mezzo

La vecchia birreria a Boringhieri infoccabile per tre anni e mezzo In Tribunale la lunga polemica: negato lo sfratto La vecchia birreria a Boringhieri infoccabile per tre anni e mezzo L'edificio di piazza Adriano protetto dal blocco dei fitti • Impedita fino all'inizio del '65 la sistemazione della zona - La situazione può essere risolta soltanto con amichevoli trattative Il Tribunale ha negato lo sfratto chiesto dalla « Boringhieri » per la vecchia birreria di piazza Adriano: grazie al blocco dei fitti il locale — motivo di tante polemiche e che impedisce la completa sistemazione della nuova piazza — sarà intoccabile fino al 31 dicembre 1964, La causa era stata promossa dalla società Boringhieri, rappresentata dall'avv. Giuseppe Orso mentre il titolare della birreria, Jiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiaiiiiiiiiiiiiiii t » a ti ema al a eo a, Giuseppe De Ruvo, aveva affidato la sua difesa all'avv. Augusto Caldi Scalcini. Dapprima lo sfratto era stato chiesto al pretore, ma questi si era dichiarato incompetente e la vertenza era passata nel marzo scorso all'esame della terza sezione del Tribunale, presieduta dal dott. Rama. Mentre la questione era all'esame dei giudici, tutti gli altri fabbricati che bloccavano il corso Vittorio Emanuele venivano abbattuti a iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiitiiiitiiiiiu o o e, e e, ei ti o a u i. na o llsi lo. l. an te e ai e, o, aa oa e ie e. o o ci, 1 o ecura della < Boringhieri » che entro il tempo stabilito (26 marzo 1961), consegnava il terreno completamente sgombro al Mu nlciplo. Poi intervenivano gli uffici tecnici comunali; la nuova carreggiata del corso era aperta, la parte destra (per chi si dirige verso l'esterno) della nuova piazza era trasformata in un ridente giardino. All'inizio dell'estate il corso era aperto al traffico ed ora stanno per essere installati 1 semafori. Tutto si trasformava intorno ma la birreria di Giuseppe De Ruvo rimaneva. Non più appoggiata egli edifici della fabbrica la piccola costruzione potrebbe essere ora scambiata per un rudere. Quello che un tempo, con 11 suo pergolato, poteva essere un ameno angolo della vecchia Torino periferica è ora un « pugno nell'occhio » fra i grandi e mo derni editici della piazza, di cu Impedisce la completa sistemazio ne, ed è particolarmente antiestetico dal lato posteriore, la cui vista si offre proprio a chi si di rige verso il centro di Torino lungo corso Vittorio, itinerario seguito soprattutto dagli stra nieri che arrivano dalla Vai d Susa. Ma l'estetica è una cosa, la legge un'altra. Giuseppe De Ruvo ha diritto alla proroga legale de gli affitti f bloccati » e la * Boringhieri » non può invocare nessuno dei motivi previsti dalla legge per ottenere lo sfratto. La società ha sostenuto che il contratto di locazione doveva essere sciolto, essendo stata l'area ceduta al Comune per motivi di pubblica utilità. Il Tribunale però è stato di parere opposto. Il Piano Regolatore, destinando a « suolo pubblico » il terreno della cx-Boringhleri, avrebbe certamente permesso al Comune di espropriarlo. Ed in caso di espropriazione, trattandosi di una procedura « di diritto pubblico », la c Boringhieri », cioè il padrone di casa, avrebbe potuto invocare questo motivo per sfrattare l'Inquilino. Entrambi, come privati, avrebbero dovuto sottostare all'esproprio deciso per < pubblica utilità». Invece, la procedura di esproprio non fu neppure iniziata. La « Boringhieri », una volta approvato il Piano Regolatore, concluse il 25 marzo 1959 un accordo con 11 Comune per cedergli l'area Ma si trattò di un semplice contratto privato, che non può avere nessuia ripercussione .suU'jijBUl-. lino che non è uno dei.contraenti. Dal jfunto di vista' giuridico li situazione è uguale a quella di un qualsiasi privato che venda ad altro privato la sua area, su cui esiste una casa affittata: l'inquilino, protetto dal « blocco dei fitti » non può essere minimamente toccato da tale cessione Di conseguenza i giudici hanno respinto entrambe le richieste della società (immediato sfratto dell'esercizio del De Ruvo e risarcimento dei danni) condannandola a rimborsare al titolare deibirreria 200 mila lire di spese di giudizio. Ora, a meno che si ricorra In Appello ed i secondi giudici siano di diverso avviso, la situazione di piazza Adriano può essere risolta solo in un modo, cioè con amichevoli trattative. utto si è trasformato in piazza Adriano: soltanto la vecchia birreria resta immutata

Persone citate: De Ruvo, Giuseppe De Ruvo, Giuseppe Orso, Rama

Luoghi citati: Torino