Il contadino-ambulante lasciato erede giura di non conoscere il suo benefattore

Il contadino-ambulante lasciato erede giura di non conoscere il suo benefattore La complicata vicenda dei patrimonio deWargentlno di Acquai Il contadino-ambulante lasciato erede giura di non conoscere il suo benefattore « Non ricordo né il nome, né la persona. Non voglio quei denari > - Piange e sembra sincero - Ha vissuto qualche tempo a Neive, poi ad Alba ed ora risiede alla periferia di Asti - Lo chiamano già "il miliardario" ma lui non vuole nemmeno andare dal notaio (Dal nostro inviato speciale) Asti, 3 agosto. « Non conosco quel signore, non l'ho mai conosciuto, non so chi fosse, non capisco perché ha fatto quello». Dichiarazione più sconcertante e patetica non potrebbe . .serci. Essa è di Giuseppe Filippa, l'uomo al quale da due giorni si dà la caccia per dirgli che è ultramilionario. Ed egli la conclude con uno sgambetto. Si spegne così, dopo un breve guizzo, la vicenda romanzesca, magari fumettistica, del contadino povero che diventa ricco, del ricco possidente che dona tutto il suo tani, o*un non dimenticato atto di bontà'sontuosamente ricompensato. Al suo posto si insedia un racconto assolutamente privo di romanzo, ma appunto per questo più, romanzesco e patetico, c Non conosco quell'argentino che mi avrebbe nominato erede di non so quauti milioni, lo quel Carlo Bazzana Cardoso non so chi sia, non l'ho mai sentito nominare, non ricordo d'avello mai conosciuto ». Giuseppe Filippa si mette a piangere. Grosse lacrime gli rigano il viso, le asciuga con un fazzoletto che appare già lungamente usato- Pia avanti s'inginocchierà per respingere con più solennità la conoscenza dell'argentino. « Afa perché mi dite queste coset Non burlatevi di me. Da qualche ora mi hanno fatto perdere la serenità, lo non credo a questi milioni. Perché quel tale avrebbe dovuto lasciarli a me? Non lo conosco. Ci dev'essere uno sbaglio, forse mi ha confuso con un altro. Non lo ricordo come persona fisica, non lo ricordo come nome, ci deve essere uno sbaglio ». E' affannato, smarrito, sul viso ha l'espressione angosciata d'un uomo colpito dalla sventura invece che agguantato, dalla fortuna. E' da rincorare come per una disgrazia: < Si calmi, cerchi di ricordare ». Vien voglia di dirgli: « Si faccia coraggio ». Quando-l'abbiamo raggiunto arrancava sul sentiero che conduce nella sua casa in mezzo al piccolo vigneto di cui è mezzadro, sulla collina di Vallone San Cristoforo, alla periferia di Asti. Era in calzoni corti, indossava una camicia stinta. Spingeva una bicicletta, su cui era legata una borsa con un pane e una bottiglia di latte. In mano stringeva una copia de La Stampa. i L'ho presa per andarmela a leggere a casa. Ila davvero parla di mei A casa ho gli occhiali e lo leggo. Questa mattina ero al mercato di Carmagnola, ma nessuno mi ha detto nulla, non mi conoscono, lo quando i lavori agricoli rallentano faccio i meroati per vendere un po' di roba, penne a sfera, spille* ho anche un brevetto mio per un apparecchio che affila le lamette di rasoio, così durano di più. Stamattina mi è finita la merce al mercato di Carmagnola, e così sono tornato in biciclétta a casa per rifornirmi. Arrivo qui, e i vicini mi aggrediscono: ecco il milionario, é arrivato il miliardario. Volevano sapere quanti sono i milioni, come mai quel tale li ha lasciati proprio a me. Ma io cosa ne sot lo non lo oonosco quell'argentino. Anch'io vorrei sapere come mai li ha lasciati a me. Se poi è vera, questa storia dei milioni. C'è davvero il testamento? E dice proprio che sono io l'erede? ita perché proprio a me, se io non Io co¬ nosco? Non voglio saperne nulla di quest'eredità, non andrò nemmeno dal notaio >. La storia dell'eredità gli viene raccontata brevemente. Il signor Carlos Bazzana Cardoso, di 69 anni, dopo una vita condotta in una sordida avarizia, muore in apparente stato di miseria ad Acqui, il 2&| marzo 'SS. Non viene trovato alcun testamento, Lo ricerche del curatore avv. Piola fanno rintracciare il signor Qodofredo Bartolomeo Cardoso, il quale arriva dall'Argentina e si dichiara unico nipote di Carlos e perciò suo erede. Il patrimonio, ammontante a circa US milioni, ali viene legalmente assegnato, egli vende quasi tutto e riparli per l'Argentina dove lo attènde la parte più cospicua del patrimonio dello zio, ammontante, a quanto pare, a varie centinaia di milioni. Della vicenda non si sa più nulla fino a lunedi scorso quando, trasmessogli dalla Procura della Repubblica di Acqui, perviene al notaio Baccalario un testamento olografo stilato il 7 febbraio '58, in cui il Carlos Bazzana Cardoso, un mese e mezzo prima di morire, dichiara suo erede universale il signor « Giuseppe Filippa di Bricco di Neive». € Perché proprio lui?» ci si chiede. La risposta sembra contenuta nella frase che conclude il documento e ohe trascriviamo senza alcuna modifica: t Lo motivo che nomino questa persona a mio erede resta segreto nela mia persona, e lo presente anula ogni mio altro testamento. — Carlos Bazzana Cardoso ». Qual è dunque questo motivo segreto? Ci si aspettava da lui la rivelazione, ma Giuseppe Filippa non lo sa. Per la semplice ragione, egli dice, che non ha conosciuto Carlos Bazzana Cardoso. Egli ha avuto una vita piuttosto tempestosa ed errabonda, ha avuto qualche scontro con la legge, a suo tempo qualche scontro l'ha avuto anche con i partigiani, cma si trattò d'un equivoco, mi accusarono ingiustamente d'aver fatto la spia ai repubblichini, volevano fucilarmi, poi mi rilasciarono. Per restare tranquillo andai allora con i repubblichini. Ma non feci nulla di male, tanto ohe dopo la Liberazione non ebbi alcun fastidio >. Comunque, scontri penali o scon- tri politici, cose dimenticate. Escluso che in quelle occasioni abbia conosciuto il Bazzana Cardoso. Ha gironzolato un po' qua un po' là per l'Italia, e nemmeno in quelle sue peregrinazioni ricorda d'averlo conosciuto, « al punto da lasciarmi una così grossa eredità ». Dalle indicazioni del testamento, la conoscenza pare che sia avvenuta nella frazione Bricca di Neive. Niente. Vi si fermò qualche anno, dal ts al '19, poi si sposò e andò ad abi tare ad Alba. Due anni dopo la moglie mori, ed egli si mise a vagare da un paese all'altro ma 'non tornò più a Neive. In quel paese, di Filippa, non vi sono stati che la sua famiglia, ma anche i fratelli Cesare che sta a Coazzolo e Giovanni che sta a Mango escludono d'aver conosciuto il Bazzana Cardoso. < Allora io non ci capisco più nulla» dice Giuseppe Filippa. Sembra sincero. A cosa potrebbe servirgli una menzogna? Non allontanerebbe a {ungo i seccatori. Ma tutto il suo aspetto e quello d'un uomo sincero, d'un uomo sconvolto nella sua serenità da una notizia che sembra angosciarlo invece di rallegrarlo. Anche questo è un aspetto romanzesco della sua paradossale vicenda. E insieme è un segno di saggezza. Giuseppe Farad Giuseppe Giovanni Filippa è stato rintracciato ad Asti