"A Tunisi per gli europei è finita,, dicono i civili francesi ed italiani di Giovanni Giovannini

"A Tunisi per gli europei è finita,, dicono i civili francesi ed italiani Gli scontri di Blserta hanno scavato un solco profondo "A Tunisi per gli europei è finita,, dicono i civili francesi ed italiani Tutti quelli che riescono ad ottenere l'autorizzazione abbandonano il Paese • Un gruppo di duemila italiani decide all'unanimità di rimpatriare - Tre « paras » catturati nella Casbah • In arrivo aiuti militari di Nasser • Aerei francesi sorvegliano la Tunisia in un raggio di 200 km (Dal nostro Inviato speciale) Tunisi, 31 luglio. Siamo tornati oggi a Biserta, dove la stampa tunisina aveva segnalato sconfinamenti aerei francesi e reazioni contraeree locali e da dove erano giunte stanotte notizie di gravi incidenti tra i soldati delle due parti. Alla base militare il portavoce dell'ammiragliato, comandante Chaline, ha ammesso la particolare intensità dei voli dei cacciabombardieri e dei ricognitori che solcano in continuità il cielo africano, ma ha sostenuto il diritto dell'aviazione francese ad agire in un raggio di ben X00 chilometri; quanto alle reazioni della contraerea tunisina, ha replicato quasi con sorpresa di non averne mai avuto notizia. Di incidenti tra le opposte forze, ieri se ne sono avuti efiiii>Miiiiiitiifiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii»Miiiiiiiii a i e e i , e o l e n e n i e fettlvamente due, ma di modesta entità. Tre paracadutisti — sempre secondo la versione francese —- che erano entrati per sbaglio nella Medina di Biserta, sono stati fatti prigionieri dai tunisini; ed analogamente tre civili che si erano recati al mercato arabo. I tre militari sono andati cosi ad aggiungersi ai 37 già fatti prigionieri nel giorni degli scontri e dei quali la Croce Rossa ha dato proprio ieri buone notizie'. .Non .sono questi i fatti ohe più preoccupano gli uomini dell'ammiraglio Amman. Secondo loro, invece, un nuovo incidente potrebbe sorgere a causa del posto di blocco tunisino che a Tindja crea un cuneo tra l'arsenale e il resto della base, e soprattutto a causa di certi movimenti nei quali si sospetta che siano co- involti anche elementi algerini del F.l.n. Le autorità mili tari francesi non drammatizzano, nelle loro dichiarazioni, lo. stato di dose a Biserta, ma i nuovi provvedimenti che esse stanno attuando si notano facilmente a prima vista. • Attorno a tutto il quartiere arabo della città, tenuto dai tunisini, come attorno a tutti i caposaldi della base, e soprattutto all'aeroporto Roland Oarros, abbiamo visto oggi soldati francesi, assieme ai prigionieri da loro fatti negli scoiitìH-'dÌUaì seftimana-seBrSa; stendere chilometri e chilometri di filo spinato. Sono diminuiti i posti di blocco stradale, ma sono aumentati i nuclei avanzati dello schieramento vero e proprio con carri armati seminascosti, osservatori, posti radio. < Certo teniamo gli occhi aperti — conclude laconico il portavoce francese —; cos'altro dovremmo fare con le no tizie che giungono da Tunisir». Dei 3100 soldati tunisini in Congo col corpo di spedi «ione dell'Onu, mille oirca sono già tornati in patria e gli altri stanno seguendo; il materiale bellico promesso da Nasser dopo gli incontri di ieri l'altro col ministro degli Esteri, Mokkadem, sarebbe già in arrivo; altre misure di solidarietà da parte degli altri Paesi della Lega Araba starebbero per tradursi in atti concreti. Nel lasciare stamane Tunisi per Roma e il Cairo, il segretario della Lega Hassouna si è detto lieto di avere trovato il presidente Burghiba fermamente deciso ad ottenere lo sgombro delle truppe straniere dal suo territorio giovandosi dell'appoggio e della solidarietà del mondo arabo. Negli ambienti responsabili tunisini si conferma stasera che il primo immediato obiettivo dell'azione concordata durante i colloqui è costituito dalla imminente convocazione della assemblea straordinaria dell'Onu: all'iniziativa sarebbe già assicurato l'appoggio — necessarie, secondo lo statuto delle Nazioni Unite — di almeno 50 stati fra afro-asiatici e comunisti, i quali, col loro numero, garantirebbero fin d'ora il successo finale di una mozione contro la Francia. Queste prospettive di batta glia limitata al campo diplomatico non bastano a tranquillizzare gli europei residenti in Tunisia. Con gli imbarchi previsti per lunedi sul «Ville d'Oran», praticamente tutte le donne ed i bambini dei militari francesi di Biserta avranno lasciato la base; dalla capitale continuano a partire tutti quelli che riescono ad ottenere l'autorizzazione, e cioè i non residenti fissi. Sono già almeno tra due e tremila i francesi che rimpatriano e ad essi devono aggiungersi gli aU tri s(rameri, a cominciare dar gli italiani. Nelle strade deserte, sempre presidiate dai soldati delle due parti, ci siamo intrattenuti oggi con diversi dei nostri connazionali di Biserta. Vivevano qui e a Menzel-Burghiba, sempre nella zona della base, circa duemila italiani, piccoli agricoltori, commercianti, arti, giani: e tutti sembrano aver preso all'unanimità la decisione di andarsene. Molti hanno chiesto alle autorità francesi di potersi imbarcare insieme alle donne e ai bambini delta base: altri sono in lista a Tunisi e insistono per avere, oltre alle necessarie autorizzazioni, un passaggio qualsiasi su una nave o su un aereo. <Partendo così — ci diceva un sarto siciliano di 40 anni, Giuseppe Adamo — ci rimet¬ tiamo tutti qualcosa, poco o molto. Ma non abbiamo scel ta: non per paura di altri scontri e combattimenti, ma per i nostri ragazzi che in Italia potranno ritrovare una speranza e un destino. Qui in Tunisia, comunque vadano le cose, per gli europei è finita ». Giovanni Giovannini

Persone citate: Amman, Burghiba, Chaline, Giuseppe Adamo, Menzel, Mokkadem, Nasser, Roland Oarros