Brutta l'idea di un "Museo Eisenhower,, accanto alla patetica e deliziosa natale di Antonio Barolini

Brutta l'idea di un "Museo Eisenhower,, accanto alla patetica e deliziosa natale COSTRUITO CON UNA SOTTOSCRIZIONE DI DUE MILIARDI E MEZZO Brutta l'idea di un "Museo Eisenhower,, accanto alla patetica e deliziosa natale Esso raccoglie tutti i documenti della sua gloriosa carriera, dai pantaloni di cadetto che portava a West-Point ai tredicimila regali avuti nella presidenza - Ma qui «Ike» appare come imbalsamato - E' nella semplice, patriarcale casa della madre che si capiscono le sue più belle qualità: dignità, onestà, rispetto delle solide tradizioni nazionali (Dal nostro corrispondente) New York, luglio. Qualche giorno fa ad Abilene, nel Kansas, ho visitato la casa, 11 museo e la biblioteca (in costruzione) di Eisenhower. La casa è deliziosa, come tutto ciò che è testimonianza di un'origine semplice e sincera. Il museo e la biblioteca (non finita — ho detto — rivestita di lussuosissimo e stupendo marmo italiano, unica consolazione alle mie delusioni estetiche) mi ricordavano costantemente, mentre li visitavo, certi templi dedicati alle Madonne di Pompei o a! Sant'Antoni del mio paese: una tappezzeria di ex-voti. In definitiva, uno spettacolo penoso, anche se costoso. Se non erro, a cose fatte, il museo e la biblioteca-memoriale del generale-presidente costeranno circa due miliardi e mezzo di lire, raccolti attraverso oblazioni private. Nel museo sono raccolti e stipati circa 12.800 regali, ricevuti da Eisenhower durante la sua prestigiosa carriera; di essi, ne sono esposti meno di tremila, gli altri sono ammucchiati in casse. C'è tutto; dai pantaloni del giovinetto Eisenhower indossati a West-Point per avviarsi all'avventura della vita e della gloria (la vacuità delle iscrizioni che più o meno ricordano questi eventi, è dovuta alle < Figlie della Rivoluzione Americana}, vale a dire a una delle più patetiche associazioni conservatrici d'America) e dall'automobile elettrica della suocera, guidata da Eisenhower, quand'era tenentino di belle speranze; fino all'ultima medaglia, all'ultima chiave onoraria, offertagli dall'ultimo paesetto della terra che lo ha nominato suo cittadino. La biblioteca raccoglierà cir ca 250.000 documenti originali della presidenza Eisenhower; saranno raccolti in oltre diecimila scatole. Il tutto è stato ordinato e sarà catalogato con meticolosità Supera quelle che, quand'ero ragazzo, si attribuiva ai tedeschi. Legioni di vecchietti e di vecchiette saranno Intenti a questo lavoro di certosini; e tutti saranno animati da una esperimentata vocazione di formiche storicoapostoliche. Naturalmente, per assestare 11 tutto, bene, con 1 cartellini a posto, ci vorranno parecchi anni; poi cominceranno a lavorare gli aspirapolvere dell'eternità Il lettore si sbaglia, se considera irriverenza questo mio modo di trattare l'argomento. Non è irriverenza; bensì rispetto per Eisenhower e sacrosanta onesta ribellione alle feticcerie senza senso: siano americane, italiane o di qualsiasi altra parte del mondo Per darne una prova, Eisen hower, nel museo, è rappresentato in tutte le fogge: con pitture senza candore, povere e banali; e illustrato sempre In gloria: quando, con valigia di fibra, lascia la casa paterna e la madre lo saluta dall'amata soglia e cosi, passo passo, arriva ai fumi dei cannoni e ai trionfi delle bandiere. Non credo che il generale-presidente, umano com'è, ci si diverta molto, a vedersi stereotipato a quel modo, tutte le rarissime volte che gli capita di tornare ad Abilene. Tutt'altra faccenda la sua casa d'infanzia: è pura, è semplice, h bella senza attributi. E' la sola vera cosa che, visitandola, convogli intorno all'eroe affetti ammirazione e simpatia. Vi si ritrovano l'impronta della più schietta radice di Eisenhower, il fondo costante della sua anima di galantuomo. E' la ultramodesta casa dei suoi, dove sua madre visse fino al 1916. Vi si respirano la gentilezza, la sobrietà, la dignità della vecchia signora; quel tanto di asciutto e di forte che doveva avere in se stessa, e tuttavia la sua elementare e premurosa grazia casalinga; la sua fatica intorno alla macchina da cucire, intorno al pa¬ ne che faceva e cucinava lei stessa, 1 suoi riposi tra i fiori. E' la vecchia madre che, a chi la congratulava per lo straordinario successo del figlio nella vita, rispose: < Quale dei miei Agli? Tutti hanno avuto successo >. i E' giusto e doveroso rendere onore ai propri eroL Ma la verità è che ad Abilene, dal modo con cui si è onorato e si vuole onorare Eisenhower, balza sotto gli occhi uno dei più costanti e stridenti paradossi dell'America contemporanea: il culto del suo sobrio e splendido passato, spesso soffocato dall'esuberanza del suo presente. Nella modestia del primo, non c'erano né grettezza, né provincialità di spirito; ma un profondo intimo equilibrio dei valori che reggono la vita; una assenza totale di ostentazione di essi, perché erano la vita stessa, la sua angustia di fronte alle cose, ma anche la sua aperta, disciplinata, costruttiva dedizione ad esse. Nell'esuberanza del secondo, nelle manifestazioni del presente, una enfasi delle cose da nulla, una retorica vuota e pedantesca in cui, per esaltarlo, si stemperano e si annullano, senza rispetto culturale e senso delle proporzioni storiche, i reali concreti meriti della vita e della gloria di un eroe. E* certo che la imbalsama, zione dei vivi, cui il nostro tempo e l'America in ispecie costringono l propri eroi contemporanei, è un dato di costume preoccupante e un grave indizio di decadenza. Basti pensare che, proprio qui, in America, per un museo di Washing ton, si è dovuto faticare anni, onde poter rintracciare le sue memorie disperse. Ne è uscito un documento di eccezionale bellezza e valore proprio per questo; perché la polvere del tempo ha sceverato e dlsclpli nato il numero e il culto di quelle memorie. Cosi è accaduto per altrettanti uomini famosi; al punto che, per esempio, a Filadelfia, non esiste più traccia nemmeno della Casa di Franklin. E questa perdita è grave, indizio di un costume diametralmente opposto a quello che oggi impera Tornando ad Eisenhower, mi auguro che il vero spirito di lui e della sua epoca rimanga intatto nella sua casa di ragazzo e di sua madre. Egli ora vive nella sua fattoria di Get- tysburg, calma, pulita, distesa, senza retorica. e' sui confini del più cruento e generoso e intimamente onesto e semplice — per quanto monumentale — campo di battaglia, dal quale l'America federale ha tratto il fondamento delle sue moderne libertà e della sua più autentica forza morale, oltre che militare. Antonio Barolini