Piccoli bottegai e grandi magazzini hanno deciso di battere l'uomo che vende troppo a buon mercato

Piccoli bottegai e grandi magazzini hanno deciso di battere l'uomo che vende troppo a buon mercato UNA SFIDA ECONOMICA CHE PUÒ' MUTARE IL VOLTO DELLA FRANCIA Piccoli bottegai e grandi magazzini hanno deciso di battere l'uomo che vende troppo a buon mercato Si è impegnata una lotta a morte fra il vecchio sistema parassitario ed Edouard Ledere, il «franco tiratore» che evita gli intermediari ed ha rinunciato all'utile solito del 30 per cento^- Accante ad ognune dei suoi 180 «Centri di vendita» si costruisce un «Supermarket», che venderà in perdita per far fallire il ribelle - E' l'estrema difesa di un milione di piccoli negozianti, in crisi perenne, e degli innumerevoli mediatori, grossisti, affaristi ben decisi a non perdere il controllo del mercato - L'esito della battaglia avrà un grande peso politico: i minuti commercianti sono la miglior clientela di Poujade ed il maggior ostacolo verso una Francia più moderna (Dal nostro inviato speciale) Parigi, luglio. Una decina dì giorni or sono ia Corte, di Cassazione ha sentenziato che nessun produttore o. grossista può rifiutarsi di vendere la propria merce a un negoziante, soltanto perché questi pratica prezzi inferiori a quelli correnti. Sembra una sentenza superflua, che riafferma un principio indiscutibile : è invece, per la Francia, un fatto nuovo di eccezionale importanza. L'intera struttu*- ra del commercio del paese, con le sue vecchie abitudini, i suoi arbitri, le sue routines secolari, le suo tipiche tendenze parassitarie e la sua incapacità di adattarsi al nostro tempo rischia di esserne sconvolta. All'origine c'è un uomo solo, Edouard Ledere. Ledere, noto nel mondo come « colui che vende meno caro », rappresenta nel settore del commercio ciò che' il giovane sindacalismo di origine cattolica rappresenta nell'ambiente rurale: è la rivolta contro l'immobilismo rassegnato e malthusiano, il tentativo di inserirsi attivamente nel mondo moderno. Nelle campagne i giovani sindacalisti hanno trovato nel trattore un alleato, e sono riusciti a strappare i contadini alle antiche abitudini/ ♦tei commercio Ledere è rimasto solo, a combattere tra gente ostile una battaglia in apparenza disperata. Quello del piccolo commercio è il solo ambiente, in Francia, che non trovi in se stesso le energie e il desiderio di rinnovarsi, ed è da sempre Impegnato in un'assurda, torva e patetica difesa di un modo di vita, e di pensiero, che già la prima guerra mondiale aveva messo altrove in crisi. Per questo stesso fatto il mondo dei piccoli bottegai, con tutto quello che esso comprende, non può sopravvivere; è già. entrato in una fatale agonia: nel prossimo autunno Ledere dovrà sostenere un'offensiva decisiva, ha poche speranze di resistere, ma lo scontro già non è più. tra lui e i bottegai, è tra lui e i grandi magazzini cui i bottegai, sfiorando il suicidio, si sono affidati. Divenuta inutilizzabile la sola" arma legale di cui il piccolo e il grande commercio disponevano per piegare «il franco tiratore* bretone all'antica disciplina del.margine di guadagno del trenta per cento, — l'arma del sabotaggio — tutta l'organizzazione . commerciale, col. produttori e i grossisti, -i rdp&we%iudìnti e A commissi viaggiatori, i grandi complessi e i bottegai di campagna, hanno deciso, concordi, di braccare Ledere ovunque c'è uno dei suoi 180 « centri » e di costringerlo alla resa. Accanto ad ognuno dei negozi che Le¬ dere ha aperto in Francia per vendere « meno caro » contentandosi d'un guadagno del dieci per cento, verrà aperto un negozio, per conto dei grandi magazzini, che venderà in pura perdita finché il ribelle non sarà stato schiacciato. Tra settembre ed ottobre, una rete di negozi che gli faranno concorrenza stringeranno d'assedio la stessa roccaforte bretone di Landernau, di dove Ledere guida la resistenza. Solo un miracolo potrebbe salvare il giovane franco tiratore: il pubblico, cioè, dovrebbe saper rifiutare i vantaggi provvisori offerti dalle organizzazioni commerciali e sostenere Ledere, comprando da lui, per uno, due, tre anni, per il tempo necessario, insomma, a far esplodere l'organizzazione corporativistica che s'è formata per la occasione, unificando forze e interessi naturalmente contrastanti. Le massaie francesi sono chiamate a una prova, che non ha precedenti nella storia economica di nessun paese. Le previsioni sono contro Ledere, Ledere invece spera. E' cosi sicuro del proprio successo da avere rifiutato anche una proposta di compromesso fattagli dai grandi magazzini, che si dicevano disposti ad abbassare i propri prezzi del cinque per cento a condizione che Ledere li avesse aumentati del dieci per cento. Anche per Ledere, comeper i giovani sindacalisti agricoli, l'azione di rottura si risolve in una vera e propria rivolta contro la struttura tradizionale: Ledere ha cessato d'essere un piccolo commerciante che fa affari vendendo a prezzi più convenienti, è divenuto un leader per ora insolito, di quel movimento sotterraneo, che da qualche anno percorre la Francia da un capo all'altro, unisce j èr vie indirette ceti diverbi •„ in minando dalle fondamenta il vecchio ordir.e economico e social» francese. Coma peri contadini, la loftà "di'Lè-^ clerc è contro il circuiic di distribuzione della merce che deve passare per sei, sette, persino otto mani prima di arrivare al dettagliante, e che per questo è sottoposta a infiniti balzelli. Come per i contadini, an- che per Ledere le leggi del liberalismo puro, del gioco meccanico della domanda e dell'offerta, hanno fatto il loro tempo e bisogna cercare qualcosa di diverso. Come nel caso dei contadini, anche in quello di Ledere il vuoto politico in cui versa attualmente la Francia, indebolisce la funzione mediatrice dei vecchi notabili e mette le cose a nudo, -rendendo i contrasti aperti e incoraggiando nuove esperienze. Avversari tra loro, i grandi magazzini e Ledere conducono, tutto sommato, una guerra comune contro tutto ciò che il commercio tradizionale lignifica in Francia. Le grandi organizzazioni commerciali agiscono gradualmente, con metodo, cercando di inserire nel proprio gioco i bottegài; Ledere sferra attacchi diretti e frontali, annuncia una sua controffensiva con la costituzione di nuoui suoi < centri », chiama a raccolta i consumatori, denuncia apertamente il sistema di complicità economiche che parte dalla base e raggiunge gli intoccabili signori delle Halles e della Villette e alcune forze politiche. Ledere avrebbe dovuto trovare naturalmente i propri alleati tra i bottegài interessati a liberarsi da una tutela opprimente; i bottegai invece hanno preferito l'alleanza con le grandi organizzazioni commerciali, destinate, poco alla volta, a sostituire il proprio imperio a quello degli intermediari e dei grossisti. Il fatto è che il mondo del piccoli commercianti francesi è un mondo inassimilabile ai tempi nuoui. Non si sa esattamente quanti i commercianti siano, ne scompaiono e ne appaiono di nuovi ogni giorno: sono qualcosa come un milione, o poco più.'Un- milione di commercianti con l'aggiunta di mezzo milione di rappresene 'tanti,, dil agenti di vorio^tipo; di Spedizionieri, di com--: . messi viaggiatori, costituiscono, su una popolazione di quarantacinque milioni di abitanti, un gravame enorme. Soltanto in virtù del loro numero, che è in proporzione il più alto che esista in un paese europeo, si sentono nemici di ogni progresso. Per sette decimi sono bottegai di campagna, vendono poco, e siccome vendono poco hanno bisogno di un alto margine di guadagno. Hanno anche un modo di pensare diverso da quello dei commercianti di altri paesi: il negozio non è, come da noi, una fonte di guadagno da lasciare ai figli e ai nipoti, da rendere ogni giorno capace di affrontare l'avvenire. E' invece il risultato di piccoli negozi fatti, con duri sacrifici, su salari spesso magri; poi, non viene lasciato ai figli: quando il proprietario si sente troppo vecchio per curarne la gestione, lo vende ad altri per acquistare col ricavato una casetta ove finire i propri giorni. Per questo gli investimenti sono scarsi, gli sforzi per migliorare a lungo termine il rendimento dell'azienda vengono giudicati inutili, appare eccessiva ogni spesa che non sia quella ele¬ che rappresenta l'ultima trincea della Francia Che rifiuta il nostrd tempo, trova difensori in tutte le forze politiche, tra i comunisti e i socialisti, tra i radicali, i gollisti, i cattolici è i moderati e i poujadisti: prova definitiva di quanto vasta » profonda s*ia la crisi di un paese che sta rompendo con un passato troppo a lungo accettato, ma quasi non se n'accorge. Michele Tito mentare della merce da rivendere al più presto. Le conseguenze sono inevitabili: i più fieri nemici del movimento che modernizza le campagne, sono i bottegai, che ; referiscono vendere al contadino isolato piuttosto che a organismi collettivi; ed i bottegai combattono la nascita di nuove industrie, che portano nuove abitudini, e creano nuovi gusti; i bottegai vedono in tutto ciò che è nuovo non un fenomeno inevitabile di progresso, ma una debolezza colpevole della società rappresentata dallo Stato repubblicano: e si affidano a Poujade in un disperato tentativo di riportare, la Francia a cinquantanni addietro. Accadono cose incredibili; sono in crisi, frodano al fisco, secondo calcoli ufficiali, il cinquanta per cento' di ciò che dovrebbero versare, il loro reddito è diminuito, in cinque anni, del venticinque per cento; ma nessun commerciante di vecchio tipo, fatta qualche eccezione nelle maggiori città, ha accettato di occuparsi dei nuovi apparecchi, dei televisori, ad esempio, o dei frigoriferi: di queste cose si occupa un ceto di commercianti costituito da ex-artigiani o da contadini arriccftfrisi nella guerra e formatosi negli ultimi tempi. Intorno a Parigi sono sorti alcuni centri abitati nuovi: non ci si può vivere perché mancano i negozi, i bottegai della periferia della capitale e della provincia non si avventurano in un nuovo ambiente, e lasciano il campo libero ai grandi magazzini; alcuni produttori che avevano tentato di praticare la politica dei bassi prezzi, hanno avuto la loro merce rifiutata. E' questo mondo che, ora, la battaglia tra Ledere e i grandi magazzini, comunque si risolva, ha già condannato. Non passerà molto, e quasi certamente spariranno dalla periferia di Parigi e dalle città di provincia le ^vetrine e" le insegne vplveroseì-ohp &ar.soleWie,re<&ià una' atmosfera di fine Ottocento. Ma questo vecchio mondo

Persone citate: Edouard Ledere, Michele Tito, Poujade