l grandi sarti incominciano a temere la concorrenza degli «abiti fatti»

l grandi sarti incominciano a temere la concorrenza degli «abiti fatti» Conclusa la settimana della moda parigina l grandi sarti incominciano a temere la concorrenza degli «abiti fatti» (Nostro servizio particolare) Parigi, 28 luglio. I couturiers parigini hanno scelto la strada della prudenza. Questa la conclusione che si impone al termine d'una settimana della moda che viene generalmente definita « piuttosto deludente ». Novità, originalità, eccentricità, sono state messe al bando e gli specialisti erano talmente abituati al « vento di follia » che due volte all'anno rivoluzionava la silhouette femminile che non possono reprimere un moto di disappunto. La haute couture è dunque in crisi? I modellisti sono a corto d'idee? La spiegazione alla quale si deve dare credito è più ottimistica. Il fatto è che il bisogno continuo di novità resta un'esigenza di una ristretta minoranza di iniziati. Il gran pubblico non è altrettanto capriccioso, e preferisce le idee collaudate. Una donna che acquista una toilette di lusso non è disposta a rinunciarvi sei mesi dopo soltanto perché una decina di grandi sarti hanno deciso che il suo vestito è « fuori moda ». La haute couture teme sempre più la concorrenza della confezione di serie: e la confezione di serie, che ha raggiunto ormai alti livelli di eleganza — se non di originalità — non passa di moda ogni sei mesi. Linea più semplice, dunque, abiti più « portabili ». Il che non significa che la moda parigina sia improvvisamente di¬ ventata un affare per tutte le borse. Le collezioni presentate quest'anno hanno sbalordito soprattutto per la grande ricchezza dei tessuti e delle stoffe. A dare un'idea dei prezzi che si praticheranno nei grandi ateliers bastano queste cifre rilevate dalla collezioni- di Christian Dior. Marc Bohan, direttore della casa, ha presentato 70 tailleurs e abiti da pomeriggio, 40 mantelli, 35 abiti da cocktail e tailleurs « habillés », 70 toilettes da sera e 30 pellicce. In totale 250 modelli; il tutto costa 250 milioni di franchi, vale a dire un milione a modello. Comunque,.caro o no, «portabile » o no, la haute couture parigina continua ad essere la preferita — con quella italiana —- dei grandi sarti di oltre oceano, che rappresentano ii miglior mercato .mondiale della moda. Dopo la presentazione della collezione di Dior, Alvin Walker, proprietario dei più grandi negozi di confezioni di Montreal e di Toronto, ha passato la notte negli ateliers dell'ab-enue Mon taigne: ha voluto rivedere una per una tutte le toilettes presentate, costringendo sei indossatrici a un estenuante tour de force. Stamane, all'alba, aveva acquistato oltre sessanta modelli. E come Alvin Walker hanno fatto i rappresentanti di Altamn, Magnili, Neiman Marcus e Marshall Fields, vale a dire tutti 1 più grandi commercianti di moda degli Stati Uniti. La presentazione di Chri- stian Dior ha praticamente esaurito la settimana della moda. Oggi, ultimo giorno delle collezioni, l'Interesse generale era ormai scemato. La parigina 1961-'62 aveva già scelto la propria linea e Dior aveva dato ieri mattina il crisma dell'ufficialità a una tendenza che si era chiaramente delineata fin dai primi giorni: spalle minute, petto messo in risalto, busto aderente, fianchi poco segnati. Qualche contrasto resta per la vita, che Marc Bohan vuole di vespa mentre gli altri couturiers la sottolineano appena, e per il tag'io di sbieco, che è stato adottato dalla maggior parte delle ef<.se ma non da quella di Christian Dior. Le gonne resteranno corte; gli allungatori hanno perduto la loro battaglia, anche se con loro si è schierato ieri sera Carven, che è stato l'ultimo dei grossi calibri a Scendere in lizza. La linea di Carven si chiama « altalena » e presenta una donna ia movimento, con il petto in rilievo, la vita corta e molto plissce. I colori sono vivi: grigio in tutte le gradazioni, dal mercurio all'argento, toni caramella, verdi dorati, gialli, tutti i rossi e tutti i marroni. I tessuti preferiti sono il tweed, Io Shetland, il crespo di lana e dì seta e la mussola. Fra i cappelli prevalgono le bombette di feltro o di maglia e in genere i cappelli di tipo mascolino definiti da «dandy». , V 1. RI,

Persone citate: Alvin Walker, Christian Dior, Marc Bohan, Marshall Fields

Luoghi citati: Parigi, Stati Uniti