Manovre della 'legnano,, con «armi atomiche» nel Biellese

Manovre della 'legnano,, con «armi atomiche» nel Biellese Manovre della 'legnano,, con «armi atomiche» nel Biellese Truppe « azzurre » alla conquista di un caposaldo « rosso» a Candelo - Lanciato un finto ordigno nucleare (Dal nostro inviato speciale) Biella, 27 luglio. Le esercitazioni estive della divisione « Legnano » (Regione Militare Nord-Ovest) si sono chiuse oggi con l'« Operazione viola », nome generico che non ha nulla a che vedere con i colori e l'arte militare; è soltanto una specie di parola d'ordine per indicare agli interessati un certo tema. Che è questo: truppe rosse, «in seguito ad avvenimenti sfavorevoli» e quindi per misure precauzionali, non già per una sconfitta vera e propria, decidono di ripiegare da una prima ad una seconda linea, considerata più vantaggiosa. A protezione del ripiegamento, esse lasciano un < caposaldo » di disturbo, inteso a frenare l'impeto nemico che vorrebbe cogliere l'avversario in quello che Napoleone I definiva creato di manovra». Le truppe azzurre, sicure di avere già riportato un successo determinante, vogliono spingerlo a fondo e si impegnano quindi nell'eliminazione di questo « caposaldo » per impedire un raggruppamento razionale sulla seconda linea. Assistono all'operazione 11 generale di Corpo d'Armata Antonio Guatano, capo di Stato Maggiore dell'Esercito; i) generale di Corpo d'Armata Oreste Siili, presidente del Tribunale Supremo Militare; il generale di Corpo d'Armata Giuseppe Aloìa, segretario generale dell'Esercito; il generale di Corpo d'Armata Mario Torsiello, comandante della regione militare Nord-Ovest, della quale fa parte Torino, ed altre autorità militari. Comanda le truppe impegnate nell'esercitazione, il generale Mario Troisì, comandante della divisione < Legnano ». Campo di manovra è la «baraggia» vercellese di Candelo Massazza. La boscaglia è saltuaria e grama, la steppa e la sabbia predominano. Per forzare il passo, si coordinano fanteria corazzata, bersaglieri, artiglieria da campagna, pionieri del genio, paracadutisti e un « ordigno atomico », il che va sotto il nome di « plurlarma ». Il « caposaldo » nemico ha scelto una posizione abbastanza alta per questa zona piana: quota 276. Sarà presa alle spalle con un lancio di paracadutisti, sarà sconvolta da un ordigno atomico lanciato da un aereo, e quindi travolta da una massa di fanteria e di carri armati. I paracadutisti (della divisione «Nembo») arrivano èlle 8 e 20, provenienti da Pisa. Essi portano obici e piattaforme su i quali porli in azione, automezzi e «contenitori» di ogni sorta di materiale. Il caposaldo nemico è parzialmente preso alla gola. Di 11 a un'ora (9 e 20) cade sul < caposaldo » un ordigno atomico di piccolo calibro, destinato ad offendere la fanteria trincerata. Ogni forma di vita è distrutta in un raggio di 300 metri. Subito, entra in azione un tambureggiamento d'artiglieria per 10 minuti primi, oggi ridotti a cinque. Praticamente, dove è scoppiato l'ordigno atomico, c'è 11 vuoto, una porta spalancata per l'irruzione dei carri armati. Senonché, prima, bisogna eliminare l'insidia dei campi minati, compito questo dei bersaglieri che aprono del varchi e del genio che li allarga. Una cortina fumogena favorisce l'irruzione dei carri armati, ai quali sì accodano 1 bersaglieri. Dall'alto, l'attacco è protetto dall'aviazione che, nel caso specifico, era prevista nella proporzione di quattro a uno. In breve i reparti d'urto si congiungono con i paracadutisti; alle ore 11 e 5 l'« operazione viola» è felicemente conclusa. Rimane nell'aria un nembo asfissiante di polvere e di fumo, nel rimbombo lontano dei cannoni che sparano « in bianco», cioè a salve, cosi come è stata tutta « in bianco » l'intera esercitazione. Ad essa avrebbe dovuto assistere il ministro della Difesa on. Andreotti ma è stato trattenuto a Roma da uria convocazione non prevista del Consiglio dei ministri. II capo di Stato maggiore e l generali tutti hanno ' espresso alle truppe (composte nella proporzione del 30% di richiamati a scopo d'istruzione) il proprio compiacimento in fatto di tecnica e di alto spirito militare, caratterizzato dallo slancio di tutti e dalla collaborazione fra le varie armi. Naturalmente, come al solito, la più sacrificata è la fanteria, alla quale è riservato il compito di azione notturna « per lasciare all'alba 11 seguito delle sue fatiche e della gloria finale al carri armati», a. ».

Persone citate: Andreotti, Antonio Guatano, Giuseppe Aloìa, Mario Torsiello, Mario Troisì, Napoleone I, Oreste Siili

Luoghi citati: Biella, Candelo, Legnano, Pisa, Roma, Torino