I comuni sono favorevoli ad ampliare l'esenzione dall'imposta di famiglia

I comuni sono favorevoli ad ampliare l'esenzione dall'imposta di famiglia Conclusa a Varino il convegno degli assessori alle Finanze I comuni sono favorevoli ad ampliare l'esenzione dall'imposta di famiglia Anche le imposte sui consumi possono essere alleggerite - E' necessario invece che Io Stato si accolli una quota maggiore delle spese e rinunci a una parte degli introiti fiscali, per risanare i bilanci delle amministrazioni locali I 100 assessori alle Finanze del grandi e medi Comuni italiani — dopo il convegno dì Torino conclusosi ieri — hanno deciso che « si ritroveranno ancora per offrire al governo la collaborazione attiva e concreta delle rappresentanze locali alla preparazione delle auspicate riforme legislative e finanziarie >. «I Comuni — è detto nella mozione finale — si dibattono da anni in una crisi gravissima che li pone in condizioni insostenibili, in quanto mentre crescono continuamente le esigenze e le spese, restano inalterati gli strumenti finanziari a disposizione dei Comuni stessi ». Ciò premesso e « constatato che la sfera d'azione dei Comuni tende inevitabilmente ad espandersi, come naturale conseguenza dì una democrazia effettivamente sociale » gli assessori alle Finanze nel documento conclusivo, approvato all'unanimità, hanno così schematizzato le loro richieste: ENTRATE: una più equa distribuzione dei prelievi tributari tra Comuni e Stato attraverso una profonda e radicale riforma finanziaria. Come provvedimenti d'urgenza al suggerisce: il sollecito esame della legge sulle aree fabbricabili; riordinare le norme sui contributi di miglioria in modo da renderle concretamente applicabili; accentuare la progressività delle aliquote dell'imposta di famiglia (in modo da aumentare la tassa al maggiori) ed evitare la fuga dei contribuenti verso i Comuni meno rigorosi; assicurare ai Comuni una più larga partecipazione alle imposte erariali dirette in modo da consentire il risanamento dei bilanci e la riduzione delle imposte di consumo. SPESE: lo Stato deve accollarsi gli oneri di sua competenza per censimenti, rilevazioni statistiche, elezioni, servizi di leva, uffici giudiziari ecc.; le spese straordinarie (fognature, strade, scuole, acquedotti, illuminazione, mercati, cimiteri) vanno poste su baci nuove: lo Stato deve adeguare i suoi contributi e rendere più spedita e meno onerosa la procedura per l'accensione di mutui; Infine nella mozione si avanzano due richieste di carattere sociale: elevare i minimi esenti dell'imposta dì famiglia cosi da adeguarli all'effettivo costo della vita ed alle esigenze del nu eleo familiare; nei Comuni con un reddito medio prò capite inferiore a quello nazionale sia preso in esame il problema del l'assistenza ospedaliera e dei medicinali ai poveri. L'ultima relazione ufficiale del convegno era stata svolta ieri mattina dall'on. Curti, exassessore alle Finanze di To rino e membro della commissione • Finanze e Tesoro della Camera. <A causa dell'insufficienza delle entrate — ha det to — nel 1959 i bilanci dei Comuni italiani hanno segnato un disavanzo di 270 miliardi su 972 miliardi di spese complessive >. L'ampliamento delle entrate deve essere realizzato attraverso le imposte dirette a mezzo della riforma delle leggi sulla Finanza locale. L'on. Curti ha Inoltre affermato che < le imposte sui consumi devono essere alleggerite esentando, dopo il vino, altri generi >. Per i Comuni delle zone depresse, sia del Mezzogiorno che della montagna, l'oratore ha auspicato t l'integrazione automatica dei bilanci comunali invece di provvedimenti saltuari e leggi speciali >. g, <}. v.

Persone citate: Curti, Varino

Luoghi citati: Torino