Inizia in Francia la "grande follia,, delle vacanze di Michele Tito

Inizia in Francia la "grande follia,, delle vacanze UNA FUGA IN MASSA CHE NEMMENO LA CRISI DI BISERTA PUÒ' ARRESTARE Inizia in Francia la "grande follia,, delle vacanze Nessuno rinuncia alle «sacre» ferie: anche quest'anno 4 milioni e mezzo di cittadini sotto le tende dei campeggi e altrettanti sulle spiagge, due milioni in montagna ed i rimanenti in campagna o lungo i fiumi a pescare - Oltre cinque milioni si recheranno all'estero - Il paese è paralizzato : non si trova più un medico, un meccanico - Pochissimi i negozi aperti ■ Vane tutte le facilitazioni per indurre la gente a scegliere altri periodi (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 22 luglio. « Signore, aiutatemi, sono il solo francese rimasto a Parigi»: con questa allarmante rivelazione un vecchio clochard investe ogni sera gli stranieri che frequentano StGermain-des-Prés, e in virtù della eccezionale rarità della specie che rappresenta nella citta, fa più soldi di quanti non ne abbia mai fatti. Naturalmente, c'è dell'esagerazione: in primo luogo, egli non è francese, è un pugliese venuto in Francia una trentina d'anni or sono e che fa ogni anno, ma in settembre, il suo pellegrinaggio ad Andria, che è il suo paese natale; in secondo luogo, non è vero che non ci siano più francesi a Parigi, se mai non ce ne saranno più in agosto. L'esodo delle < grandi vacanze » è cominciato il 15 luglio, il giorno dopo le parate per la festa della presa della Bastiglia, si intensifica di giorno in giorno, ma raggiunge il suo punto culminante verso la fine del mese. Solo ai primi di agosto, e fino alla metà del mese (fin quando cioè non saranno tornati quelli che son partiti prima e quelli che son partiti dopo saranno ancora agli inizi della loro avventura annuale) sarà possibile affermare che veramente a Parigi non ci sono più francesi. Quella che l'umorista americano Art Buchwald chiamò una volta la < decolonizzazione » della capitale sarà allora completa. Sociologi, economisti e uomini politici lo definiscono il « dramma » delle vacanze e ogni anno, agli inizi dell'estate, ne lamentano puntualmente l'estensione, le caratteristiche e la pericolosità per la vita del paese. Inutilmente. Come sempre, anche quest'anno quindici milioni di francesi (oltre 1 bambini pìccoli, il che significa, in pratica, quasi tutti i francesi) partono per le vacanze tutti assieme, o quasi. Né la tensione internazionale, né la grave e improvvisa crisi di Biserta, né quell'atmosfera un po' inquieta, un po' torbida che si respira a Parigi e che sembra preannunciare un inverno piuttosto agitato, induce qualcuno a modificare di un solo particolare il programma lungamente discusso, elaborato e definito con amorevole minuzia per undici mesi. I pericolosi avvenimenti di questi giorni non sembrano, per l'uomo della strada, riguardare I francesi: in tutto e per tzvztnptv tutto una delle principali agenzie di viaggio denuncia novantasei disdette di prenotazioni su quattromila. Addirittura meno di quante ce ne siano normalmente. C'è da supporre che le disdette siano soltanto dovute a qualche improvviso impedimento personale. e' difficile stabilire se si tratti di vera e propria indifferenza verso ciò che accade, di un totale assenteismo o, il che in pratica è lo stesso, di un aspetto del fenomeno tipicamente francese della convinzione che tutto si sistemerà per il meglio a vantaggio della Francia. Si tratta comunque, e non ce n'era bisogno, di una conferma del carattere « sacro > delle vacanze, che vengono prima di ogni altra cosa, qualunque co sa accada. Tre anni or cono il direttore di un ospedale pa rigino levò un grido indignato di protesta: nel suo ospedale alcuni malati gravi rimaneva no nel mese di agosto soli, privi del conforto della visita dei familiari. Si potrebbe aggiun gere che da molti anni il pub blico lamenta che nel mese di agosto non ci siano quasi medici negli ospedali e che non ci siano affatto medici privati. In realtà, 11 « dramma » delle vacanze in Francia consiste nel fatto che tutti vogliono usufruirne, e ci riescono, nello stesso periodo. Il settantaquattro per cento degli aventi di ritto, secondo I calcoli del Con siglio economico e sociale francese, vanno in vacanza nella seconda metà di luglio e in agosto. Il che significa che l'attività del paese è quasi paraliz zata in ogni suo ganglio: tra fine luglio e agosto l'ottantasette per cento dei negozi sono chiusi, vi sono addirittura lìnee di autobus che non funzionano, l'indice della produzione nazionale* cade al di sotto del settantatré per cento della media annuale (ma, siccome vi sono molte interruzioni durante l'anno, il settantatré per cento della media annuale vuol dire in pratica che in un giorno di agosto si produce meno della metà di quanto non si produca in un giorno d'inverno). Né in Italia, né in Belgio, né in Olanda, ne in Gren Bretagna, né in Germania il fenomeno del rallentamento del ritmo produttivo assume così grosse proporzioni. Le conseguenze spicciole nella vita quotidiana sono quelle, piuttosto spiacevoli, che I «condannati a rimanere » denunciano ogni anno e di cui i giornali si fanno, regolarmente e senza risultato,■ portavoce: 11 latte, 11 pane, la frutta, la carne, diventano cosa difficile a trovarsi; ai primi di agosto, quelli che non son partiti devono intraprendere coraggiosamente l'esplorazione del loro quartiere per reperire i negozi di generi alimentari e le farmacie aperti. DegU altri, inutile parlare. Inutile pensare a garages in attività: chi ha un guasto alla macchina nel mese di agosto non ha che da rassegnarsi e attendere settembre. Nel mese di agosto le forze di polizia tutelano l'ordine pubblico a quadri ridotti. Per un pelo fu evitato, quattro anni or sono, che il sindacato dei. secondini delle carceri non ottenesse soddisfazione su una richiesta che, accolta, avrebbe sguarnito le prigioni in agosto. e' uno spreco enorme di energie e di ricchezze. Le ferrovie sono sovraccariche e le corse dei treni devono essere, in agosto, triplicate (ottaotunmlla in un giorno d'inverno, duecentoventimila in un giorno d'agosto), gli alberghi sono stracolmi e devono praticare prezzi alti perché la loro < stagione » si riduce a un mese solo, gli incidenti automobilistici aumentano vertiginosamente nel momento in cui le possibilità di soccorso diminuiscono. L'anno scorso, lungo interi chilometri della riva Ideila Marna, non si trovava più, alle otto del mattino, un posto per pescare. Sono stati compiuti studi approfonditi per sviscerare il fenomeno della «follia di agosto » e si succedono i tentativi per «distribuire » le vacanze su un periodo più lungo. Sono tutti sforzi inutili in partenza Sulla carta delle statistiche è scritto che il trenta per cento dei salariati andrebbero volen tierì in vacanza in giugno o settembre, so i prezzi degli alberghi fossero ridotti del venti per cento. Numerosi ' alberghi di numerosi luoghi di villeggiatura hanno ridotto quest'an no del trenta c persino del quaranta per cento i loro prezzi per giugno e settembre: a giugno son rimasti vuoti. La maggior banca di Francia aveva offerto ai propri dipendenti un giorno in più per ogni settimana di vacanza presa fuori del periodo luglio-agosto: solo 650 dei 9000 impiegati interessati hanno profittato dell'offerta. Non c'è niente da 'are. Quel che le statistiche non possono dire è che i francesi, grazie a Dio, sono francesi: so no individualisti ma amano fare tutti le stesse cose nello stes so momento e, possibilmente, allo stesso modo; vanno in cerca di solitudine ma fanno in modo di dover deplorare d'essersi trovati tra la folla; ora praticano su larga scala il viaggio all'estero (cinque milioni di francesi quest'anno varcano le frontiere), e all'estero è un altro pianeta ed è piacevole sapere che su un pianeta lontano ci si troverà tra francesi. Cosi, anche quest'anno, le « sacre » vacanze di agosto verranno celebrate da quattro milioni e mezzo di cittadini sotto le tende dei campeggi, da quattro milioni sulle' spiagge, da due milioni in montagna e dal resto in campagna o sulle rive dei fiumi a pescare. Tre milioni di bambini sono raccolti nelle colonie estive a carico dello Stato, alcune centinaia di migliaia di vecchi indigenti cono ospiti di alloggi in campagna appositamente costruiti, e cinquantamila parigini, che proprio non possono lasciare le proprie occupazioni, sono accampati nei boschi in¬ uiiiiitiiitiiiiiiiiiiiiiiaiainaiiiiiif iiiiiiiiiiiiitiiii torno alla città: ne partono la mattina e vi tornano la sera, felici. e' il giusto orgoglio delle vacanze, nessuno ne è immune, e v'è chi lo porta all'esasperazione: le cose vanno in maniera da far credere, ad esempio, che i commercianti comincino a praticare una forma di con correnza all'inverso: invece di rimanere il meno tempo possibile chiusi per accaparrarsi i clienti del concorrente, cercano di rimanere il meno possibile aperti. e' un modo dì affermare il proprio prestigio. e pare, purtroppo, che il sistema funzioni. Di questo passo, c'è veramen te il rischio che Art Buchwald finisca con l'aver detto, profeticamente, il vero: « e' il 1" agosto. L'ultimo francese è partito da ieri mattina per SaintTropez con l'espresso delle 9,05. Come nel Congo, tutti negozi, tutte le officine sono chiusi. Se l'Onu non interviene rapidamente, l'intera Parigi ri sebi a d'essere paralizzata ». Michele Tito

Persone citate: Art Buchwald, Gren