Ai fiorettisti russi il titolo mondiale di Carlo Filogamo

Ai fiorettisti russi il titolo mondiale Battuta in finale la squadra ungherese al Palazzo dello Sport Ai fiorettisti russi il titolo mondiale Gli azzurri eliminati nei quarti di finale - Le italiane ancora in gara nel torneo a squadre - Questa sera a « Italia 61 » esibizione di alcuni campioni del fioretto : l'« iridato » Paru«ski, l'olimpionico Jdanovitch, Kamuti, Hoskyns e Granieri I fiorettisti sovietici, rispettando il pronostico e confermando il successo ottenuto alle Olimpiadi, hanno vinto il titolo mondiale di fioretto a squadre battendo ieri per 9 a 6 l'Ungheria in una accesa finale, al termine di una giornata intensa che ha posto alla prova la resistenza degli atleti Della dura fatica ha risentito la bellezza della finale: i singoli assalti non hanno avuto la consueta carica agonistica ed anche lo stile non era molto brillante. Più baldanzoso comunque il quartetto sovietico, mentre quello ungherese, pago forse del risultato già raggiunto, non ha sfoggiato l'abituale mordente, ad eccezione di Jeno Kamuti, che ha vinto tutti e quattro gli incontri di finale, battendo per 5 a 0 sia Jdanovitch che Bissikine. E' per suo merito quasi esclusivo con uno sporadico appoggio del fratello, dato il cedimento di Szabo e di Gyuricza attanagliati dalla stanchezza, se il distacco delle vittorie russe non ha assunto proporzioni inconsuete. Fra i russi, se i due assi più famosi, Midler e Idanovitch, sono parsi in periodo opaco, la medaglia d'argento olimpica Sissikine e il rude Schvechnikov hanno ritrovato a Torino i loro numeri migliori. Quasi senza storia l'affermazione della Polonia dinnanzi agli esausti germanici per 9 a 4, nella finale per il terzo posto, benché il neo-iridato Paruiski non sia apparso irresistibile come nell'individuale, un terzo posto collettivo che \conferma i sostanziali prò- gressi dei fiorettisti di Vai-savia, senza nulla togliere per altro ai tedeschi, che privi di Gerresheim e di Mehl hanno difeso ad oltranza la loro fama. Tutto il giorno si è protratta senza sosta la lotta che doveva portare alla finale del terzo titolo iridato in palio. In mattinata si riaccendeva la battaglia nei quarti di finale e purtroppo i nostri fiorettisti, sfiduciati e forse pessimisti sulle possibilità della Germania di fronte alla Francia, da cuti erano stati superati per 9 stoc cate la sera prima, si batte vano senza mordente con l'Ungheria racimolando le quattro vittorie complessive del torinese Granieri e di Milanesi. Peccato davvero, perché il quartetto germanico, rinforzato da Thenerkauff, scattava all'arrembaggio di quello francese, in cui deludeva il giovane Uourtillat, e finiva #er prendere il sopravvento con il punteggio di 9-7, rimettendo in altomare le sorti della contesa. Nel successivo incontro con la Germania, il « risorto » livornese Curletto, rimasto imbattuto, e Carpeneda portavano gli azzurri alla riscossa, ma purtroppo Granieri, pur prodi gandosi, non riusciva a cogliere che un unico successo e D'Assunta, che aveva imprudentemente dato il cambio a Milanesi, restava a quota zero Otto vittorie per parte, due botte di vantaggio sanzionavano il nostro successo: una splendida prodezza rimasta però vana, visto che la somma delle vittorie individuali di tut to il girone (con la Francia piegata per 10-6 dall'Ungheria) vedeva la Germania totalizzar ne SS, contro SI della Francia e SO dell'Italia. Neppure questa volta, dunque, la fortuna ci ha arriso; non dimentichia mo però che l'attuale livello del fioretto italiano e i vuoti verificatisi nel quartetto secondo a Roma (Pellegrino, Edoardo Mangiarotti, Aureggi, oltre, in precedenza, Bergami no e Spallino) non consenti vano troppe illusioni. Nell'altro girone, invece, do po l'agevole passaggio della Polonia, scarsamente impegnata dagli atati Uniti, e la grande favorita Unione Sovietica, facevano un ulteriore passo avanti, dopo avere lottato però senza quartiere con gli orgogliosi britannici guidati da Hoskyns e Jay, che falliva per un'unica stoccata dinanzi all'olimpionico Jdanovitch la più sensazionale delle sorpre se. Anche nelle semifinali si combatteva senza tregua: il risveglio della Polonia risul fava troppo tardivo per col mare il vantaggio sostanziale dell'Ungheria; l'Unione Sovietica, facendo appello alle ri sorse di classe di Midler e di Jdanovitch imbrigliava di stretta misura lo slancio dei giovani e promettenti tedeschi Schmitt e Stock. Anche le fiorettiste si sono battute ieri nei tre gironi eli minatori del torneo a squa dre. Delle undici Nazioni con correnti te meno attrezzate — Gran Bretagna e Polonia, do minate da Unione Sovietica e Romania, il Belgio e la Sl-ìz zera, a cui toccava la medest-i ma sorte ad opera dell'Ungheria e della Francia, l'Olanda, battuta da Italia e Germania — dovevano presto ammainare bandiera e rassegnarsi al malinconico rientro negli spogliatoi. Il quartetto azzurro (Camber, Colombettì, Ragno e Masciotta) si qualificava quasi senza colpo ferire (nove vittorie contro una sola sconfitta della Camber per mano della migliore olandese Botbiyl), ma stamane dovrà — per accedere alle semifinali — battersi con la Francia, mentre altrettanto farà la Romania con la Germania, considerando sicure promosse le due favorite: l'olimpionica Urss e l'attuale detentrice del titolo mondiale, l'Ungheria, medaglia d'argento a Roma, dove l'Italia conquistò brillantemente quella di bronzo. Alcuni dei protagonisti del torneo maschile di fioretto, si esibiranno intanto questa sera per i visitatori della mostra di « Italia 61 ». Nel padiglione della Campania — alle ore SS — il neo campione mondiale Paruiski (Polonia), il campione olimpionico Jdanovitch (Unio¬ ne Sovietica), l'ungherese Jeno Kamuti, l'inglese Hoskyns, l'italiano Granieri e altri si batteranno in una serie di < assalti » che daranno modo al pubblico di ammirarne la classe e lo stile. Carlo Filogamo