Nencini e Baldini alla Milano-Mantova

Nencini e Baldini alla Milano-Mantova Nencini e Baldini alla Milano-Mantova La gara si Aispata domani - E' la prima delle corse che dovranno dare le indicazioni necessarie alla formazione della squadra italiana per ì «mondiali» Dopo la poco divertente parentesi del Tour — una corsa piuttosto scialba ed incolore, sulla quale tutti provan gusto ad esperire importanti indagini, senza tener minimamente conto del <fatto base», rappresentato dalla stragrande superiorità di Jacques Anquetil — 11 ciclismo torna sulle strada di casa nostra, per una serie di corse che alimentano il loro naturale interesse con l'agonismo che divide i vari aspiranti ad un posto nella squadra azzurra dei campionati del mondo. • L'elenco di queste gare si apre con la Milano-Mantova in programma per domani e prosegue con il Giro dell'Appennino, con il Trofeo Matteotti e con la Tre Valli Varesine. Alla Milano-Mantova figurano iscritti finora circa ottanta atleti, tra i quali fanno spicco, in modo particolare, Nencini e Baldini. I nostri due uomini di punta hanno avuto una stagione particolarmente sfortunata, Nencini, vittima di una rovinosa caduta durante lo svolgimento della MentoneRoma, è ruzzolato di nuovo nel corso del giro della Svizzera, mentre Baldini ha patito dalla sorte un maligno sgambetto nella prima tappa del Giro d'Italia: sia per l'uno che per l'altro, gli incidenti hanno significato una lunga parentesi di riposo, appena interrotta da qualche sporadica sgroppata dì allenamento, in modo che nessuno è in grado di anticipare ora le reali condizioni di forma della coppia di ciclisti sul quali potrebbero puntarsi le nostre migliori speranze ai campionati di Berna. Binda, incaricato dall'Uvi di formare la compagine italiane, ha però parlato in modo molto chiaro, per la gara che deciderà l'assegnazione della maglia iridata intende scegliere uomini in forma, sempre preferibili ad elementi magari di gran nome, ma sfasati e senza flato. Ogni competizione, dalla Milano-Mantova di domani alla Tre Valli avrà quindi valore pratico di un esame, a nessuno sarà lecito prenderla sottogamba, con la scusa di ritenerla uno sporadico allenamento senza importanza e senza risalto. Il tracciato della competizio- ne lombarda non è molto impegnativo e lascia quindi campo libero alle veloci iniziative dei coraggiosi, che non hanno l'abitudine di risparmiare in modo eccessivo le proprie energie. Gli assi, in corse del gè: nere, trovano -un compito difficile, nel controbattere ogni fuga, nel trovare risposta pronta ad ogni tentativo: ma la atmosfera nervosa di una gara che non conceda attimi di pausa rappresenta l'ideale per un severo e giusto controllo delle forze, specie in un momento delicato nel quale il ciclismo non può permetterai accomodanti bugie: agli sportivi proprio non interessano le nuove beghe sorte tra i dirìgenti, agli appassionati non importa se a formar la compagine azzurra sarà l'Uvi con Binda, oppure il Consiglio del professionismo con Covolo, ormai le discussioni hanno fatto il loro tempo e davvero non vai la pena di approfondirne cause e motivi. I tifosi vogliono semplicemente che ai « mondiali » sia di scena la migliore formazione possibile, capace di opporsi agli stranieri, magari con qualche probabilità di successo: nel 1961, nonostante il pessimismo dilagante, un italiano — Panibianco — ha vinto il Giro d'Italia, ed un altro italiano — Carlesi — ò finito subito alle spalle di Anquetil nel Giro di Francia. Perché considerarci già irrimediabilmente sconfitti nella prova che vale per la maglia dai colori dell'iride? g. b.