L'emozionante racconto del nostro inviato in Tunisia di Giovanni Giovannini

L'emozionante racconto del nostro inviato in Tunisia L'emozionante racconto del nostro inviato in Tunisia (Dal nostro inviato speciale) Tunisi, 21 luglio. Le truppe francesi, della base di Biserta, ai comando delVdmjti'tQSUo Amman, hanno, reagito àggi per là prima volta con azioni offensive su vasta scala alle misure delle forze regolari e irregolari di Burghiba. Dopo avere intimato ieri sera ai reparti tunisini di sgomberare la città di Biserta — che non è compresa nel perimetro della base militare e che le truppe francesi avevano abbandonato dall'ottobre scorso —, aerei da bombardamento- hanno attaccato in mattinata, mentre nel pomeriggio il centro, abitato da circa ìfl mila persone, è stato investito da colonne di paracadutisti appoggiati da mezzi blindati. Al tramonto, superata ogni resistenza opposta nelle strade dai combattenti tunisini, le forze dell'ammiraglio Amman controllavano tutta Biserta. Contemporaneamente, sempre con l'appoggio dell'aviazione, altre forze francesi travolgevano i deboli sbarramenti di uomini e di ostacoli creati negli ultimi tre giorni dai tunisini fra un caposaldo e l'altro della base, ristabilendo l'unita tattica e strategica dell'intero perimetro della piazzaforte. Caccia-bombardieri, partiti anche dalla portaerei < Arromanches», incrociante, insieme a parte della squadra di Tolone, al largo della costa, al largavano la cerchia dei lóro attacchi contro villaggi sulla strada.da Biserta verso Tunisi (ohe dista circa settanta chilometri), contro Metlin, SiAlia e Sldi Ahmet. ■ Sul piano puramente strofe gico anch- i primi esponenti governativi con i quali ho potuto intrattenermi stasera appena giunto in volo nella capitale, ammettono che la situazione tunisina è estremamente critica. Le forze francesi di Biserta, anche se rinforzate da due battaglioni di paracadutisti fatti affluire nelle ultime quarantotto.ore dal l'Algeria, non arrivano probabilmente a diecimila uomini, ma costituiscono una formidabile e modernissima forza d'urto appoggiata dal mare e dal cielo. Alle mie domande sull'enti tà e qualità delle forze che tunisini possono contrapporre, tutti hanno risposto con un deciso no comment. Tenuto conto però del fatto che i reparti più efficienti — dai due ai tremila uomini — sono a migliaia di chilometri di distanza con il corpo di spedizione dell'Orni in Congo (e di essi Burghiba ha chiesto oggi ad Hammarskjoeld il rientro immediato in patria) sembra possibile calcolare a circa sei o settemila gli armati, regolari o irregolari, fatti affluire nella zòna di Biserta, ottre a /orse- ttentimtta volontari in gran parte disarmati. Una eventuale azione offensiva. In. "campo aperto delle truppe 'francesi da Biserta verso Tunisi difficilmente potrebbe'incontrare seri ostacoli. Anche atVinvito di sgombrare; Biserta-città, rivolto ieri sera, ai tunisini dall'ammiraglio Amman, Burghiba aveva replicato co* l'ordine «come presidente-della Repubblica e capo supremo delle forze armate> al comandante della sua guarnigione « di resistere in ogni modo all'occupazione della città da parte delle forze francési-». La città, come abbiamo detto, è caduta in poche ore (anche se,' secondo radio Tunisi, scontri: sono ancora in corso durante la. notte). Burghiba è il- primo, :a rendersi conto della situazione e si è espresso chiaramente oggi quando ha dichiarato che * se il comando francese ha l'intenzione, come sembra, di continuare la avanzata in tutto il Paese, i tunisini resisteranno difendendo strada per strada e pollice per pollice il suolo della patria >. TI leader tunisino ha vantato oggi un'avanzata delle sue truppe net sud sahariano, nonostante la opposizione delle guarnigioni francesi e dei continui interventi dell'aviazione nemica (che ha completamente distrutto Fort Carcouet). Ma soprattutto ha insistito sulla solidarietà araba, sulle numerose domande di arruolamento da parte di volontari specie libic&*. soprattutto., algerini, « i/gtiafl non chiedono che di partecipare alla battàglia per il Grande Magreb, per la liberazione dell'Africa settentrionale ». Gii aZoerini del apra costituiscono effettivamente la maggior forza a disposizione per un'eventuale resistenza ad oltranza antifrancese: si tratta infatti di parecchie migliaia di uomini ben armati ed allenati. Ciò nonostante nemmeno questo elemento muta sostanzialmente una situazione strategica e tattica caratterizzata da una netta superiorità tecnica francese. E' dal l'Onu che Burghiba e la Tunisia attendono stasera buone notizie. Hi veglia stanotte nella capitale africana immersa in un caldo torrido e umido. Dai caffè, dalle case, dalle portiere spalancate dei tassì rimbombano le radio che alternano a marce militari ampi passi in tegrali del discorso di Mongi Slìm all'Onu con le accuse contro gli aggressori francesi, con tro il « genocidio > messo in atto con attacchi indiscriminati (anche al «napalm», si dice) a militari e civili, a uomini e donne e bambini. La gente ascolta in silenzio l'appello con elusivo del delegato tunisino alle Nazioni Unite perché ottengano la cessazione delle ostilità. Non sono in grado (spero di esserlo domani) di~fornire una testimonianza diretta dalla, zo¬ na di combattimento. Nemme-* na sul numero delle vittime è possibile da Tunisi fornire indicazioni precise: mi limito a registrare i giudizi prevalenti ohe indicano due-trecento morti, sette-ottocento feriti, nella quasi totalità tunisini. Mi li mito in particolare a registrare la notizia diffusa stasera dalla TAP: secondo l'agenzia di stampa tunisina i francesi hanno restituito oggi agli avversari nelia zona di Menzel Burghiba centocinquanta cadaveri fra i quali — sempre secondo la stessa fonte — sarebbero stati riconosciuti quelli di alcuni aivili fatti prigionieri nei giorni scorsi. Giovanni Giovannini Una colonna di automezzi militari tunisini distrutta da un bombardamento aereo nei sobborghi di Biserta (Telef.

Persone citate: Amman, Burghiba, Hammarskjoeld, Menzel Burghiba

Luoghi citati: Algeria, Congo, Tolone, Tunisi, Tunisia