Si spara a Biserta fra tunisini e francesi Tre navi da guerra incrociano davanti alla base
Si spara a Biserta fra tunisini e francesi Tre navi da guerra incrociano davanti alla base Un nuova contrasto inasprisce la situazione nel Nord Africa Si spara a Biserta fra tunisini e francesi Tre navi da guerra incrociano davanti alla base Martedì notte truppe della Tunisìa avevano iniziato il blocco della grande piazzaforte - Parigi decide rinvio di paracadutisti e il primo elicottero è preso a fucilate - Il comando del generale francese Motte colpito da cannonate - Debole reazione delle autorità militari - Si parla di trentasei feriti da ambo le parti Un gesto di forza I combattimenti tra francesi e tunisini attorno alla fortezza di Biserta sono un'amara e inquietante sorpresa. Negli ultimi anni i rapporti tra Parigi e la libera Tunisia erano additati come un esempio di cordiale, se non amichevole collaborazione euro - africana dopo la fine di un regime coloniale; ed il presidente tunisino Burghiba appariva come uno dei più prudenti ed illuminati fra i capi del mondo afro-asiatico, come un sicuro amico dell'Occidente. Anche di fronte alla tragedia dell'Algeria, esrli aveva mantenuto sempre un atteggiamento di possibile mediatore ; nei febbraio scorso fu il suo incontro con De Gaulle nel castello di B^imbouillet a rendere possibili le trattative di Èvian, a consolidare le speranze di pace. Su Burghiba si fondavano tutti i progetti di solidarietà tra la Francia ed il Maghreb. Ora invece, nel tormentato NordAfrica, si è aperta una nuova crisi dalle imprevedibili conseguenze. Da alcuni giorni nella stampa dei due Paesi si. parlava di una possibile | prova di forza attorno a Biserta, la potente base militare francese in territorio tunisino. Sin dal 6 luglio, in un messaggio personale a De Gaulle, Burghiba aveva chiesto l'apertura urgente di trattative per lo sgombero, ripetendo « l'irrevocabile decisione » di ottenerlo. E di fronte al silenzio di Parigi, il Presidente aveva ribadito la fermezza dei propositi suoi e del suo popolo con discorsi, comizi popolari, lo sciopero generale, l'arruolamento di volontari. Dalla mezzanotte di ieri, infine, Tunisi aveva stabilito il blocco totale della ,uarnigione francese entro Biserta. Ma nei giudizi degli esperti prevaleva ancora la ottimistica attesa di una crisi diplomatica, non militare. Invece è accaduto il peggio. Perché? Ogni ricerca delle responsabilità sarebbe prematura. Ma si può affermare che l'incidente di Biserta è una conseguenza, almeno indiretta, della guerra d'Algeria. Nell'incontro del febbraio scorso, Burghiba aveva accettato la proposta di De Gaulle. di rinviare l'accordo su Biserta alla fine del conflitto; ma allora sperava che la pa ce sarebbe giunta entro l'estate. Il fallimento di Eyian, le fosche previsioni sulla imminente ripresa delle trattative, il pronunciamento di Salati e compagni hanno aggravato la' tensione nel Nord Africa, e forse condotto le autorità francesi su posizio ni più rigide. II « moderato » Burghiba ha potenti avversari nel suo paese e nel mondo arabo, che lo spingono ad una politica più dura verso Parigi: deve dimostrare, anzitutto al popolo tunisino, il suo anticolonialismo. Probabilmente un gesto di forza gli è ne cessarlo anche nei coniron ti del governo nazionalista algerino, che minaccia di ac quistare l'egemonia nel Nord Africa e rivendica l'intero Sahara: non per nulla, insieme con il blocco di Biserta egli ha deciso l'occupazione di una piccola parte del deserto. D'altra parte, mentre si accingono a discutere con i ribelli algerini la sorte di Mers-el-Kebir, i francesi non hanno alcun interesse a pregiudicare le trattative cedendo ai tunisini la fortezza di Biserta. Sarebbe il completo abbandono militare dell'Africa mediterranea. La flotta francese possiede oggi quattro grandi basi: queste due africane, Brest e Tolone. Biserta è forse la meglio difesa, la più munita, la più importante ; unita in un solo complesso con i forti impianti aerei di Karuba,. controlla il centro del Mediterraneo e protegge il sud europeo. Malgrado la piccola guarnigione di 5000 uomini, è un formidabile strumento di guerra. Ma non sono state le considerazioni strategiche a scatenare l'urto franco-tunisino; il conflitto è politi¬ co e passionale, va contro la ragione e contro gli interessi più profondi dei due paesi. Ci. si deve augurare che questa verità consenta di chiudere al più presto questo nuovo sanguinoso riflesso della tragedia algerina, così inquietante anche per noi. Carlo Casalegno Calma nella notte (Nastrò servizio particolare) Biserta, 19 luglio. A mezzanotte lo scambio di colpi fra tunisini e francesi è stato interrotto. Il ministro degli Esteri tunisino Mokkadem ha ricevuto stanotte in colloqui separati gli ambasciatori americano, inglese, russo, italiano e di altri Paesi, esponendo il punto di vista del presidente Burghiba. Stando ad accuse di fonti tunisine, aerei francesi avrebtìero . sganciato bombe incendiarie sull'abitato di Biserta, ma queste notizie appaiono in contrasto con il non elevato numero delle perdite tunisine: fino a questo momento non risulta esservi dei morti; i feriti sono sei. Radio Tunisi ha annunciato alle 23,40 che gruppi di volontari del Neo destar hanno occupato una caserma francese nella zona di Zirzuna, uno dei caposaldi della base di Biserta, precisamente di fronte alla t pescheria », dove ha sede 11 comando Marina. Da fonte francese si è appreso che la caserma era stata riconsegnata alle autorità, tunisine alcuni mesi, addietro. ' La base di Biserta continua ad essere assediata da migliaia di tunisini, quasi tutti volontari, che indossano una tuta blii Si dichiarano disposti ad un attacco alla base se riceveranno l'ordine. a. p. Blocco stradale a sud di Biserta: un soldato tunisino controlla i documenti degli occupanti un furgoncino (Tel.) La zona indicata nella cartina dalle strisce è quella parte della regione sahariana che la Tunisia considera naturale prolungamento del suo territorio nazionale
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