Chiesti ventun anni per lo studente omicida il p. m. sottolinea le responsabilità della famiglia

Chiesti ventun anni per lo studente omicida il p. m. sottolinea le responsabilità della famiglia Dal banco dei difensori il padre ha aspettato in silenzio Chiesti ventun anni per lo studente omicida il p. m. sottolinea le responsabilità della famiglia Durante la requisitoria il magistrato ricorda una frase dell'imputato : « Mio padre mi diceva sempre che ognuno deve cuocere nel suo brodo» - Il giovane avrebbe ucciso l'anziano benzinaro perché questi lo aveva riconosciuto - Per i due complici le richieste sono quindici anni di "carcere ognuno (Nostro servizio particolare) Roma, 18 luglio. Gabriele Morrico, Eneo Soiommeri e Marcello MassoIo sono usciti dall'aula a capo chino, così come a capo chino, con il volto nascosto fra le mani, erano rimasti per tutto il tempo impiegato dal Pubblico Ministero dott. Giuseppe Di Gennaro ad illustrare gli argomenti dell'accusa. Non sono apparsi • scossi neanche quando su di loro è calata la richiesta del magistrato al ter mine della requisitoria: la condanna a 21 anni di reclusione per il primo e quella a 15 di reclusione per ciascuno degli altri due. Soltanto Gabriele Morrico ha avuto per un àttimo una rea¬ zhttmlqtpIIIIIIfMIllllIllllllIIItlllllMIIlllllllIIIIllllIflIlilliri zione vivace: è stato quando ha intuito la necessità di rettificare una circostanza che poteva precludere irreparabilmente la strada alla tesi a lui favorevole. E' stato, cioè, quando il P. M. ha sottolineato che il giovanotto aveva colpito per otto volte con il cric dell'automobile la sua sventurata vittima per rafforzare la dimostrazione che non si era voluto stordire il vecchio aggredito, ma ucciderlo. Tutto però si è risolto in una frase di diniego. Poi l'imputato è tornato in silenzio. Omicidio volontario o preterintenzionale? ha differenza è sostanziale: per lo meno sette anni di reclusione. Quando la sera del 22 set iItlllMlllttlllllllIflflIllllIlltMIIIlIMIIIIlllll III tembre i960 Gabriele Morrico, il figlio dell'avvocato, pessimo studente ma magnifico campione di una < gioventù bruciata », ansioso di arrivare al successo battendo le strade più facili, propose ad Enzo Soiommeri, figlio di un pensionato statale, e a Marcello Massolo, figlio di un ispettore del ministero dei Trasporti, di aggredire un vecchio ottantunenne danaroso, pensava a compiere un omicidio oltre che una rapina? Per i due patroni di Parte Civile l'idea dell'omicidio fu contemporanea o quasi a quella della rapina. Per il Pubblico Ministero, dott. Giuseppe Di Gennaro, che ha seguito l'in dagine sin dall'inizio perché tlftlllllllllIIIIIIHIlllllMIIIlHltlllillIMlUllll lllltt fu a lui che toccò sondare l'animo dei tre ragazzi di buona famiglia trasformatisi improvvisamente in rapinatori e assassini, l'idea si sviluppo successivamente, ma soltanto nell'animo di Gabriele Morrico, organizzatore ed esecutore del delitto: Gli altri ^due- amici.— Marcello Massolo che era rimasto' in strada al volante di un'auto ed Enzo Sciommeri che si era assunto il ruolo di « palo » — erano aWoscuro di tutto quello che stava accadendo nell'ombra del pianerottolo dove il vecchio Pietro Agliotti fu aggredito e colpito al capo. E quaVe è stata la conclusione di questo ragionamento' Che per'quanto tutti i colpevoli debbano essere posti su', medesimo piano in quanto a responsabilità nel delitto, deve esservi una graduazione nella pena fra nolui che volle uccidere e gli altri. Il padre di Gabriele Morrico, che ha voluto assumersi ■! grave compito di assisterlo non solo moralmente, ma professionalmente, ha seguito lo svilupparsi delllaccusa senza ittére-. ciglio limitandosi nffl m^anto' a)À3&libteréi!"\l capo e a prendere appunti come se quél gjòvóMotto sul banco degli 'mputati con gli "occhi sempre fissi in terra non fosse suo figlio, ma un cliente qualsiasi. E l'istinto paterno non ha avuto il sopravventi su quello dell'avvocato neanche quando il dott. Di Gennaro, con delicatezza ma con severità, ha tratteggiato la personalità negativa del giovanotto- ambizioso, bugiardo, amorale, privo di qualsiasi sentimento. L'avv. Giovanni Morrico ha ascoltato e preso atto come se non fosse questione che lo riguardasse. E non si è preoccupato neanche quando il magistrato lo ha chiamato bruscamente in causa sottolineando, sia pur di sfuggita, la sua responsabilità nel grado di educazione impartito al figlio ed un concetto che suo figlio, non smentite, gli hr. sempre attribuito: < Mio padre mi diceva sempre che ognuno nella vita deve cuocersi nel proprio brodo ». E che Gabriele Morrico, mai rimproverato, mai guidato nei difficili sentieri della vita sia da- ritenersi il maggiore re sponsabile di quanto è acca duto a viale delle Province la notte del 22 settembre I960 per il P. M., non vi sono davvero dubbi. Anche gli altri, an che Enzo Sciommeri (ti suoi genitori non hanno nulla da rimproverarsi perché hanno cercato di seguirlo sino a quando hanno potuto >), anche Marcello Massolo lo sono: ma in misura minore. E' stato 'l Morrico, infatti, che ha pen saio alla rapina, è stato lui fiiiiiiiiiiiiiiiinii iMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii che ha indotto i suoi amici a seguirlo. L'idea del delitto, secondo il P. M., sorse lentamente nell'animo di Gabriele Morrico, sorse cioè quando il giovanotto si rese conto che non avrebbe potuto stordire con i suoi soli pugni la vittima, la qu:le lo aveva riconosciuto. Ma r.on sono la prova della preterìntenzione i tentativi fatti dal Morrico e dallo Sciommeri (il Massolo andò via non appena venne informato che il < colpo » era fallito) per soccorrere il vecchio? Nienfaffatto. La ricostruzione del dott. Di Gennaro è sul piano della logica ineccepibile, < Erano entrambi preoccupati che Pietro Agliot ti — è la tesi del magistrato — avesse potuto riconoscere il Morrico, suo coinquilino. Ma quando gli chiesero da chi fosse stato aggredito, il vecchio, intuendo forse quale pericolo avrebbe corso se avesse risposto diversamente, replicò che non aveva riconosciuto nessuno. E fu allora che i due giovanotti; sicuri della loro immunità, si spacciarono per soccorritori. Pensavano che quelfio, traj. i due. mali, fosse quello minore. Non potevano supporre che di li a paco, prima Ai morire, Pietro Agliotti li avrebbe inesorabilmente accusati ». E così stabilite le singole responsabilità — maggiore quella di Gabriele Morrico, minori quelle di Enzo Sciommeri e di Marcello Massolo — fissate le singole personalità, le conseguenze alle quali è giunto il dott. Di Gennaro sono state: la condanna del figlio dell'avvocato a 21 anni (20 per l'omicidio- ed uno per la rapina), quella del figlio del pensionato e del figlio dell'ispettore al Ministero dei Trasporti a 1S anni (U per l'omicidio ed uno per la rapina). Domani il dramma si conclude. a „

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