Bonetti e Gallieni rievocano la tremenda avventura la tempesta, Ia pazzia, la lenta morte dei compagni

Bonetti e Gallieni rievocano la tremenda avventura la tempesta, Ia pazzia, la lenta morte dei compagni Il pensiero dei familiari ha dato ai sopravvissuti la disperata volontà di resistere Bonetti e Gallieni rievocano la tremenda avventura la tempesta, Ia pazzia, la lenta morte dei compagni Pierre Mazeaud, l'unico francese superstite, trasportato in elicottero a Lione: soffre di congelamento ai piedi - Walter e l'ingegnere milanese si sono rimessi in forze con 30 ore di riposo - La guida è sconvolta per la morte di Oggioni che avrebbe festeggiato in settimana il trentunesimo compleanno e la vittoria del Pilastro centrale: «L'ultima volta che l'ho visto era in piena efficienza» - Sentivano vicine le grida dei soccorritori ma non riuscivano a segnalare la loro posizione; due alpinisti erano già morti Il corpo di Antoine Vieille, ventini anni, è rimasto lassù appeso ad a parete (Dal nostro inviato speciale) Courmayeur, 17 luglio. Trenta ore di riposo hanno rimesso in forze Walter Bonatti e l'ing. Roberto Gallieni, scampati con Pierre Mazeaud alla tragedia del Monte Bianco. Bonatti dovrà restare qualche giorno con le mani fasciate per guarire di un indolenzimento' alle dita causato da lievi sintomi di congelamento, mentre Gallieni ha riportato soltanto qualche disturbo agli occhi per la prolungata permanenza sulla neve. Davanti alle case del due reduci continuano ad affollarsi amici che vengono ancr''! db. lontano, giornalisti, fotografi. In casa Bonatti, la signora Bianca disciplina la piccola folla e cerca di introdurre tutti alla presenza della guida, raccomandando di non stancarlo con troppe domande. Nella casa dell'ing. Gallieni, invece, lo sbarramento è severo: la signora Gallieni, dopo avere tanto sofferto, vorrebbe non sentir più parlare di montagne e di scalate. Ma oggi verso le 17 l'ingegnere è uscito ed è andato a trovare il suo amico e guida Bonetti, intrattenendosi cordialmente e per molto tempo. Non è mancato nemmeno oggi l'omaggio continuo e affettuoso alle vittime deposte nella camera mortuaria del cimitero. Stamane alle 9 la salma di Andrea Oggioni, accompagnata dal fratello, dalla sorella e da un gruppetto di amici, è stata deposta, su un furgone e portata a Villasanta, dove l'attendevano i genitori che per la' tarda età e le condizioni di salute non erano venuti a Courmayeur. Possiamo confermare un particolare commovente: Walte Bonatti, che ha sempre rifiutato di collaborare a giornali e rotocalchi per raccontare vicende luttuose o salvataggi in montagna, stavolta ha accettato di scrivere una lunga relazione della tragica scalata per un settimana le,. a.- patto che. Uv .qosnjcuo compenso' di un pM6j8taSJiojii^Wà devoluto" alla^aiBlgiia del suo fraterno amico Oggioni Ite salme di Kohlmann e di Guillaume partiranno domani mattina con un furgone e verranno portate in Francia passando per il Piccolo San Bernardo. Il compianto. per la fine di questi due giovani e del loro -.compagno Vieille, che giace ancora sulle rocce del colie di Peuterey, è profondo a Courmayeur dove erano assai conosciuti ed ha suscitato la costernazione, tra gli alpinisti di Chamonix e di Parigi. Guillaume aveva 26 anni ed era conosciuto come uno scalatore fortissimo. La guida Terray lo giudicava l'alpinista più brillante, il « numero uno > della sua generazione. Era un tipo estroso e solitario. Lo chiamavano < il pasticciere > perché aveva cominciato a guadagnarsi la vita In una pasticceria. Poi aveva fatto il falegname e altri mestieri e infine era diventato disegnatore nello studio di un architetto. Riusciva bene in tutto, ma la sua grande passione era la montagna. Nell'estate abbandonava il lavoro e veniva a Chamonix, dove, da solo o con l'amico Vieille, aveva percorso le vie più difficili . della montagna. Tre anni fa aveva ottenuto il brevetto di aspirante guida: quella era la sua vera vocazione. Anche Kohlmann aveva un brillante stato di servìzio alpino avendo superato le più srdue vie del Monte Bianco e delle Cime di Lavaredo. Era agente tecnico, aveva 28 anni ed il suo fisico, magro e piecolino,, e un lieve difetto di sordità, nascondevano una resistenza eccezionale alla fatica e una volontà ferrea. Di Antoine Vieille, il giovane di 21 anno rimasto al Colle di Peuterey avvolto in un telo, sappiamo che era uno studente parigino, compagno preferito in montagna di Guillaume. Figlio dell'ammiraglio Vieille, era di carattere . buono e allegro e fra 1 quattro francesi era considerato il beniamino. Era anche il più alto e 11 più robusto e si pensava che . meglio di tutti avrebbe resistito alle avversità. ■ . I quattro francesi, bravissimi nell'arrampicata, hanno sofferto per primi 1 disagi del bivacchi a 4000 metri. Guillaume e Vieille, anzi, non avevano mal nascosto la loro avversione ai pernottamenti all'aperto in altissima montagna. La loro preparazione alla scalata del Monte Bianco era però stata minuziosa. Guillaume aveva studiato da molto tempo l'itinerario (Bonatti, come si sa, si preparava da nove anni ella scalata) e per una mattinata intera aveva volato sull'aereo di un amico pilota davanti al famoso < Pilastro centrale » fotografandolo da 50 metri di distanza. Prima di partire aveva detto: c Se la scalata riesce, deve essere compiuta in po chissimo tempo: perciò 1 no stri sacchi da montagna sa ranno leggerissimi ». Quando potrà essere rlcu perata la salma di Antoine Viallle? Lo abbiamo chiesto a Ulisse Brunod, il capo delle squadre di soccorso che erano partite volontariamente (rifiutando, anzi, i compensi stabiliti dalle tariffe per le loro prestazioni) per cercare la comitiva Bonatti. < La montagna — ci ha detto Brunod — è ancora in condizioni pessime e la salita alle rocce Gruber é al colle Peuterey metterebbe a rischio la vita degli uomini. Ma appena possibile andremo a prendere il corpo di Antoine Vieille, che anch'io conoscevo e apprezzavo >. Quanto sia pericolosa la scalata al colle Peuterey è dimostrato, oltre che dalla tragica marcia di discesa della comitiva Bonatti, da un Invito perentorio della celebre guida di Chamonix, Rebuffat, il quale, dalla « Capanna Gamba » dov> assisteva alle operazioni di soccorso, chiedeva domenica mattina a Ulisse Brunod di sospendere il ricupero delle salme di Guillaume e di Vieille per non esporre altri uomini a un pericolo mortale. Ma Brunod, dopo avere soccorso Kohlmann trovato sfinito a sei o settecento metri dal rifugio, era già salito con le sue squadre al Colle dell'Innominata e, scendendo prima dell'alba di domenica sul versante di Frèney, aveva trovato Pierre Mazeaud ancora legato dalla corda alla salma di Oggioni. Mazeaud venne soccorso e accompagnato al rifugio, mentre altre guide portavano alla capanna il corpo di Oggioni e infine una squadra, non ostante il parere contrario di Rebuffat, scendeva sul ghiacciaio di Fréney, lo attraversava e risaliva alle roccette Gruber recuperando la salma di Guillaume. Le ricerche del corpo di Vieille venivano sospese soltanto davanti all'ultima tremenda bastionata di rocce e dì ghiaccio che sbarra l'accesso al colle Peuterey e saranno riprese quando la montagna, dopo qualche giorno di bel tempo, sarà meno innevata e potrà essere scalata con relativa - sicurezza.' Ettore Doglio luoghi della tragica avventura sul Monte Bianco: la linea tratteggiata indica il percorso della marcia di avvicinamento al Pilastro Centrale. Partiti dal Rifugio Torino della notte di domenica 9 luglio, Bonatti, Oggioni è Gallieni raggiungono la capanna al a Bivacco della Fourche» dóve incontrano t quattro scalatori francesi; con essi ripartono lunedi mattina alle 9; il mattino successivo, martedi, le due spedizioni riunite attaccano il Pilastro Centrale (linea continua nera); la cordata avanza per tutto il giorno e per gran parte della notte; tanto ohe alle 3,30 di mercoledì giunge a quota 4600 ad 80 metri circa dalla mèta. E' a questo punto che scoppia la bufera: per tutta la giornata e per quella successiva di giovedì i sette sono costretti ad una sistemazione all'addiaccio; il termometro segna 20 gradi sotto zero. Nel pomeriggio di venerdì una schiarita decide Bonatti ad intraprendere la via del ritorno. A sera la spedizione giunge al Colle di Peuterey dove la sosta avviene tra la neve e la tormenta. All'alba di sabato, non appena ripresa la marcia, Il francese Antoine Vieille si accascia esausto e muore ai margini del ghiacciaio del Fréney (punto numero 1); subito dopo, nel luogo segnato col numero 2, spira anche un altro francese, Robert Guillaume. Attraversato il ghiacciaio, I cinque superstiti, guidati da Bonatti, impiegano la domenica a scalare il Colle dell'Innominata: qui nella notte cade sfinito (al punto numero 3) Andrea Oggioni; anche Mazeaud si arresta,'esausto ma poi verrà ritrovato vivo dai soccorritori. Sono le due di lunedi mattina. Un'ora dopo Bonatti e Qajli.-il raggiungano il Rifugio ,Gamba dove soni, i componenti una squadra di soccorso; qualche centinaio di metri prima era caduto senza forze ed in prèda ai' lOllia il terzo francese, Pierre KoHimarirs

Luoghi citati: Courmayeur, Francia, Lione, Parigi, Torino, Villasanta