Alle donne piacerebbe lavorare con l'orario a "tempo limitalo,,

Alle donne piacerebbe lavorare con l'orario a "tempo limitalo,, Un sistema in uso nei paesi stranieri Alle donne piacerebbe lavorare con l'orario a "tempo limitalo,, Operaie ed associazioni femminili riterrebbero una conquista poter dedicare metà tempo alla fabbrica e metà alla famiglia - Ma i sindacati non sono dello stesso parere In parecchi paesi stranieri il lavoro femminile « a te.npo limitato » si attua con piena soddisfazione. Si tratta, com'è noto, di un modo per conciliare l'attività della donna b«I settore della prò duzlone con 1 suoi compiti di moglie e madre. La Stampa ha pubblicato un interessante articolo sull'argomento: in Inghilterra, la metà delle donne sposate lavora mezza giornata; 1*84 per cento delle altre, occupate a tempo pieno, desidererebbe avere un'occupazione di questo tipo. Qual è 11 punto di vista sull'argomento, In una città come la nostra ad alto grado di industrializzazione? Abbiamo Interpellato gruppi di operale metalmeccaniche. Quasi tutte le sposate ci hanno rispo sto: Sarebbe meraviglioso.' Potremmo guadagnare qualcosa e nello «Cesso tempo occuparci dei bambini. E poi, non ai perderebbe la mano al lavoro e si potrebbe, quando l figli sono grandi, tornare all'orario pieno ». Le ragazze si sono mostrate d'accordo, con un'importante sfumatura psicologica : « Non si può fossilizzarsi tra quattro mura. In fondo lavorare è vivere. Occuparsi dei fiali sarà elio, ma non basta ». Analogo concetto ci ha espresso l'avvocatessa Bianca Guidetti Serra, dicendo: < La vita lavorativa media della donna operaia ine» intneia a 15 anni e finisce a SO. Il periodo cruciale è quello durante il quale deve dividersi tra ia casa e il lavoro. In questo naso, l'orario a tempo limitato va rebbe una buona soluzione e niente lo vieterebbe da un punto di vista giuridico. Si dovrebbe naturalmente risolvere con una riforma previdenziale opportuna il più grosso Inconveniente che gli imprendi (ori vedrebbero nell'adottare il "tempo limitato", cioè la questione dei contributi ». Le associazioni femminili si so no poste la questione da tempo, almeno in linea teorica. Nella sua qualità di presidente della Commissione regionale di studio del movimento femminile de, l'on Sàvio, al termine di una vasta inchiesta tra 3335 lavoratrici ci ave¬ aiiiiiiiliiiiMiiitiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin va dichiarato: tSc'-c vero che le assenze delle donne rappresentano un peso economico per le aziende, la difficoltà potrebbe essere superata se si ammettesse la prestazione d'opera femminile a orario ridotto, su richiesta delle interessate ». La dott. Richetta, vicepresidente della Federazione italiana donne, aderente alla c General Federatlon Women Club » ha precisato: « Nel Comitato associazioni femminili torinesi, che ne raggruppa una decina, ii concetto del "lavoro a tempo limitato" ha accolto un'incondizionata adesione. Non ci si e nascosto tuttavia che le particolari condizioni di mer auto della manodopera in Italia ne rendono ver ora problematica l'applicazione ». Ha aggiunto che sia dal punto di vista tecnico clfe dell'opportunità, non vi dovrebbero' essere preclusioni. « La donna che lavora ha maggiore equilibrio, sviluppa la sua personalità, allarga la sua sfera d'interessi. Inoltre, se si offre alla donna il modo di occuparsi della famiglia, senza tuttavia perdere ('attitudine al suo lavoro, si raggiunge un doppio beneficio: ci si assicura una manodopera di buona preparazione e nello stesso tempo si consente alla donna, quando i figli non avranno più bisogno di lei, di concentrare il meglio di sé nel lavoro ». Assai diverso l'atteggiamento dei sindacalisti. Il segretario, del la Cisl, Borra, pur ammettendo gli aspetti < interessanti e posi tivl »' del lavoro a tempo limitato ha cosi espresso la sua perplessi tà: c Noi non ci troviamo nella situazione francese di mancanza di manodopera. Non vorremmo che ti sistema si traducesse nella possibilità, per il datore di lavoro, di usufruire dell'alternanza di turni ridotti, con discapito di chi necessita di un lavoro a temvo pieno. Anche per chi ha bisogno di completare le entrate familiari senza per questo rinunciare agli impegni casalinghi, il sistema pud essere considerato "tappa", ma non traguardo. Per noi il traguardo è un salario che corrisponda meglio di oggi alle esigenze della famiglia e permetta alla moglie e madre di assolvere al suo compito ». Secondo 11 segretario della Cisl Il lavoro a tempo limitato potrebbe spostare il problema, cercandone la soluzione nel lavoro di entrambi I coniugi oppure sviare dal suo fine la tendenza, che si manifesta nel campo del lavoro Industriale, del « salario completo a tempo ridotto ». c Non mancano già ora possibilità di applicare il sistema della mezza giornata: lavoro di pulizia, servizio di ristoranti, contabilità nelle piccole aziende, attività commerciali varie. Ma per estenderlo al settore industriale necessita un esame approfondito delle conseguenze economiche e sociali ». Ancora più reciso il parere contrario di Raffo, segretario della UH : < La figura della lavoratrice a mezza giornata è da respingere da chi, come noi, si batte per la parità salariale. Qualsiasi tentativo di discriminare il lavoro femminile o di limitarlo come un qualcosa di accessorio, e infatti inaccettabile in una società democratica o in un quadro di più ampio sviluppo economico ». tNoi riteniamo — ha concluso Raffo —che, « lavoro della donna debba essere inserito nella struttura produttiva contemporanea senza riserve o complessi minoritari. Barebbe un errore porsi problemi di una società a pieno ■ impiego come quella inglese, con lo stesso metro di giudizio con il quale si devono esaminare i differènti pro¬ blemi della società italiana i iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiliiiiiiiiiiitiiiiiiiiii

Persone citate: Bianca Guidetti Serra, Borra, Richetta

Luoghi citati: Inghilterra, Italia