E' morto uno degli otto bimbi straziati dalla bomba nella colonia

E' morto uno degli otto bimbi straziati dalla bomba nella colonia Si aggrava II bilancio della sciagura di Acceglio E' morto uno degli otto bimbi straziati dalla bomba nella colonia Antonio Flaviano, un orfanello calabrese di nove anni, è spirato ieri pomeriggio all'ospedale di Cuneo - Agonizzante il piccolo che aveva rinvenuto l'ordigno - Il dramma di un loro compagno che forse perderà la vista - Ricostruita la tragedia - Una assistente laica ed una religiosa dovevano sorvegliare i ragazzi usciti per la solita passeggiata nei boschi (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 15 luglio. Uno degli otto bimbi della colonia alpina « Riccardo Parodi * dell'opera per il « Sorriso francescano » di Genova, colpiti ieri dallo scoppio di una bomba trovata in un fortino distrutto ad Acceglio è morto alle 13,45 all'ospedale di li. Croce: si tratta di Antonio Flaviano, un orfanello di 9 anni, di Pizzo Calabro (Reggio Calabria); egli, investito dalle schegge, era rimasto semiaccecato, piagato da otto lacerazioni allo stomaco e all'intestino. Le sue condizioni erano apparse subito disperate ed era stato isolato sino da questa notte. In un'altra stanza, dove sotio stati riuniti tuti gli altri sette bimbi feriti dalla deflagrazione, si sta lentamente spegnendo Adolfo Ghisolfl di 10 anni, nativo di Pozzaglio (Cremona), il piccolo che è stato la causa involontaria dell'impressionante sciagura. Il Ghisolfl ha riportato lo spappolamento di entrambi i bulbi oculari e lamenta ferite lacero-contuse agli arti inferiori e superiori. In mezzo agli sguardi spauriti degli altri meno straziati di lui — cinque possono essere ormai considerati fuori pericolo, anche se uno di essi perderà probabilmente la vista ed un altro l'occhio sinistro — il povero piccino sta contraendosi negli spasmi dell'agonia. Un frate e una suora della colonia, diretta da padre Umile, chini sul suo capezzale, lo assistono. Di tanto in tanto gli fannp deglutire un sorso di bevanda ristoratrice. I medici curanti asseriscono che ben difficilmente il Ghisolfl riuscirà a superare la notte. Stamane il cappellano dell'ospedale gli ha somministrato l'estrema unzione sub confittone. Anche le condizioni di Cosimo Sperto di 7 anni, nativo di Genova, si sono improvvisamente aggravate nella mattinata. Il bimbo lamenta ferite lacero-contuse all'emitorace sinistro, la frattura esposta e comminuta della rotula destra, ferite. multiple agli arti in/e riori. Si è temuto ad un certo punto che alcune schegge avessero leso il polmone sinistro, cosicché i sanitari lo hanno sottoposto ad un leggero intervento chirurgico per l'estrazione dei frammenti di acciaio. Per gli altri, la prognosi aggiornata in mattinata, dopo un ulteriore riesame clinico, è la seguente: Giuseppe Fusto di 8 anni, nativo di Genova, lesioni corneali da ustioni, ferite lacero-contuse multiple alle mani e agli arti inferiori, giorni BS salvo complicazioni; Massimo Esposito 9 anni, di S. Francesco al' 'C'fcniffl: (Torino)i'!ferite làcero-contuse multiple alle mani, alla regione addominale e agli arti inferiori, giorni SO salvo complicazioni; Alfredo Stigliano 8 anni, di Foggia: spappolamento del bulbo oculare sinistro, ferite lacero-contuse alla mano destra e alla fronte, giorni SO salvo complicazioni; Giacomo Mario Biancheri 9 anni, di Ventimiglia, ferite lacero-contuse multiple agli arti inferiori, giorni 25 salvo complicazioni; Remo Fani 11 anni, di Genova, ferite lacero-contuse e ustioni di primo grado alle gambe, giorni SO salvo complicazioni. Particolarmente penoso è il dramma di Giuseppe Fusto. Il povero piccolo, che ha gli occhi parzialmente scoperti, tenta di tanto in tanto di socchiudere le palpebre. Dall'uscio socchiuso lo abbiamo udito mormorare: € Voglio vedere, fatemi luce*. Le imposte della finestra non sono chiuse e la luce entra all'interno della stanza: gli occhi del piccino non riescono però-a percepirla. Si teme per lui la cecità assoluta Per stasera è atteso l'arrivo del padre del bimbo, mentre sono già arrivati altri familiari di due dei feriti meno gravi. Il compito del cronista è reso improbo dalla cortina di silenzio e di riserbo calata attorno alle camerette dell'ospedale: i religiosi e. i dirigenti della colonia, si rifiutano di rilasciare la benché minima informazione. Tuttavia durante la nostra puntata mattutina a Sa retto siamo riusciti a racco gliere altri particolari che ci consentono dimettere a fuoco l'episodio centrale della di sgrazia. I bambini, suddivisi in varie squadre, erano. sorvegliati da un'assistente laica e da una religiosa e giocavano. E' stato Adolfo Ghisolfl a rinvenire in un cespuglio l'ordigno — è ormai quasi certo, che si tratta di una bomba a mano del tipo Srcm, un residuato dell'ultimo conflitto —e a mostrarlo trionfante ai compagni. Un gruppetto di una decina, incuriositi, gli fu tosto attorno nella breve radura ombreggiata da alcuni pini, cento metri al di sotto dell'edificio della colonia, posto sui fianchi del monte. Il bimbetta tentò di estrarre la prima sicurezza cosiddetta di trasporto, ma la linguetta di cuoio,'corrosa dalle intemperie, si strappò. E' un fatto che il Ghisolfl riusci egualmente a sfilare la sottile lamina che protegge il percussore. L'ordigno fu sbattuto contro alcuni sassi e preso addirittura a calci come'un pallone, ma non esplose. La deflagrazione avvenne solamente quando il Ghisolfl riusci a estrarre anche l'ultima catenella, la sicurezza detta di traiettoria. Lo scoppio fu tremendo. E' notorio che le bombe di quel tipo producono uno schianto assordante che dovrebbe produrre « effetti psicologici negativi* sul nemico in avanzata. Nel cortile della colonia una suora e una cuoca trasalirono; una mormorò: « E' scoppiata la bombola c gas ». Ma l'altra la tranquillizzò < No, si tratta certamente di una mina*. Ne fanno infatti talora brillare gli operai di una vicina cava. Dopo poco le due donne videro dirigersi di corsa verso di loro i primi bim bi — di certo i meno gravi — che grondavano sangue dalle mani, dalle gambe, dal viso < Lavateci subito *, dicevano piangendo e urlando i poveri fanciulli. In tal modo si organizzarono i primi soccorsi. Oggi, sul luogo della sciagu ra proseguono le indagini, condotte dal pretore di Drenerò e dal brigadiere Astori, comandante la stazione carabinieri di Acceglio. Sul posto ha attuato un sopraluogo anche il colonnello De- Feis, comandante il-gruppo carabinieri di Cuneo. Nino Manera