"14 luglio,, con la paura di Sandro Volta

"14 luglio,, con la paura / PARIGINI NON HANNO BALLATO PER LE STRADE "14 luglio,, con la paura Ogni anno, nell'anniversario della presa della Bastiglia, Parigi si lanciava nel turbine di una gioiosa festa popolare Nel 1960 fu una frenesia durata fino all'alba; quest'anno l'ombra dei terroristi ha paralizzato gli abitanti - Le piazze erano quasi deserte, chiusi i locali più famosi - Il frastuono di pochi petardi si è confuso con lo scoppio delle bombe al «plastic» (Dal nostro corrispondente) Parigi, 14 luglio. Parigi non ha ballato la notte scorsa ai crocicchi dei suoi quartieri popolari. C'è stato un grande ballo pubblico sulla spianata degli Invalldes e qualche altro qua e là per la città, ma nel complesso è Fiata una nottata squallida, lomlnata dalla paura. Addirittura sinistra era la famosa piazzetta di St.-Germain-des-Prés: chiusa la brasserie Ltpp: chiusi il «iitrititiiiiiiittiitiiiliiitiiiiiiif iiiiiiiiiiit iiitiitif lii caffè Flore, il Deu.r. Magots, e, persino, il Bonaparte, che ha generalmente un pubblico di bloU3ons noirs. La gente passava in fretta, sui marciapiedi deserti, evitando di guardare il furgone, nero della polizia che dominava l'incrocio. Non si potevo fare a meno Ai ricordare che cosa era quel luogo il 14 luglio dell'anno scorso. Trofei di bnn- diere e festoni di lampadine colorate vi erano stati preparati e già dal pomeriggio tiiiiiititliliiiiiiiiiiiitf ■■•■■•ìiiiiiitiiiiiiiititiiitt molii venditori ambulanti avevano Incominciato a disporre le loro bancarelle lungo i marciapiedi. Poi, appena era calato il sole e si erano accese le prime luci elettriche, la gente aveva incominciato a ballare. Una coppia si era lanciata all'improvviso in mezzo alla strada, mentre un organetto attaccava le note d'un valzer, e subito n'.tre coppie l'ave- 1 cano seguita, avevano inva so il crocicchio, arrestato la circolazione in una frenesia iif iiiiif iiiitjiiiiiiiiiiiiiif lililiiliillltif f •iililtiiiM che era durata fino all'alba. Al mattino alle 1 c'erano ancora molte coppie che ballavano per la strada, sotto le poche lampadine che non erano scoppiate durante la notte. Ballavano giovani e vecchi, ricchi e poveri, soldati, dame dell' aristocrazia, professionisti notissimi, studenti, operai. I camerieri dei caffè invitavano le clienti a ballare e, dopo il ballo, le riaccompagnavano al loro tavolo. Ricordiamo un autista di taxi che, alla fine della corsa, fece un giro di valzer con la signora che aveva portato nella sua macchina, il ballo del 14 luglio aveva accomunato tutti i parigini in una festosa celebrazione in cui erano abolite le differenze sociali; per una notte, venivano smantellate le bastiglie dei pregiudizi di classe. Non per nulla l'inquietante furgone della polizia ha stazionato la notte scorsa nell'incrocio stradale di SaintGermain-des-Prés. Altri erano piazzati in vari punti della città, nei luoghi dove si era ballato l'anno scorso. La sorveglianza, che non è stata rallentata fino all'alba, metteva a disagio la gente; perfino le castagnole, che i giovani hanno l'abitudine di lanciare la notte del IH luglio, facevano trasalire i passanti e li spingevano a camminare più in fretta, a ritornare a casa di buon'ora. La paura non era del tutto ingiustificata: tra la mezzanotte e l'una e trenta sei attentati dinamitardi sono stati compiuti infatti in vari punti della città. Le cariche di < plastic » sono esplose davanti alle abitazioni di sei parlamentari gollisti; non ci sono state vittime e t danni materiali non sono molto importanti, ma si capisce come una semplice castagnola bastasse a dare uno scossone ai parigini, che non rispondono più dei propri nervi. Contrariamente agli anni precedenti, pochi d'altronde erano rimasti in città. Molte imprese industriali hanno anticipato quest'anno le vacanze del loro dipendenti, che, in genere, venivano date in agosto. Mezzo milione di persone erano partite perciò ieri da Parigi; erano partite con un'ansia di andarsene, come se a rimanere ci fossero stati chi sa quali pericoli. Stamani, invece, la ricorrenza è stata celebrata con la solita rivista passata dal generale De Gaulle alle truppe agli Champs-Elysées. E' stata una cerimonia imponente, cui Ha assistito un immenso pubblico. L'interesse alla manifestazione era anzi aumentato quest'anno, perché i missili hanno sfilato per la prima volta in Francia. Ma la tradizione del 14 luglio non può limitarsi alla rivista militare, non può rinuTiziare ai balli popolari in mezzo alla strada. Soltanto durante l'occupazione tedesca Parigi ci aveva rinunziato, e ricordiamo che l'anno scorso, in un momento che poteva giustificare le più serie inquietudini, qualcuno ci disse: < ■Finché si continuerà a ballare il 14 luglio, i dittatori non avranno fortuna in Francia ». In tutti l paesi c'è un giorno di festa nazionale e, in molti casi, è nella ricorrenza iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin di avvenimenti di estrema | importanza: una vittoria militare, la rivolta d'un popolo contro V oppressione straniera, la conquista d'un impero. Però nessuno di questi avvenimenti ha la spontanea ripercussione popolare che la presa della Bastiglia ha avuto finora per i francesi. Eppure, nella terribile concatenazione di eventi che portarono al Terrore, ciò che accadde il 14 luglio 1789 ha appena le modeste proporzioni d'un comune fatto di cronaca: agitazioni di piazza, sommosse e tafferugli di ben maggiore importanza sono sempre avvenuti dovunque, ma il loro ricordo svanisce dopo- poche settimane. Non fu d'altronde neppure un episodio decisivo della Rivoluzione, perché la resistenza dei difensori fu quasi nulla e in quella vecchia fortezza, adibita a prigione, erano ormai rinchiusi soltanto il marchese di Sade con pochi altri detenuti di nessun riHevo. Se, invece di rivolgersi contro la Bastiglia, la violenza della folla si fosse diretta quel giorno contro un altro edificio pubblico qualsiasi, un ufficio delle tasse o una caserma dei pompieri, sarebbe stata la stessa cosa; però alla mitologia della Libertà mancherebbe ora l'immagine di una tetra fortezza del XIV secolo rasa al suolo dalla furia del pòpolo, mancherebbe il simbolo del dispotismo abbattuto. Manifestazione che ha perduto comunque ogni significato politico con il trascorrere degli anni, per acquistarne uno molto più profondo nel costume di un intero popolo, il 14 luglio è sopravvissuto alle guerre ed alle catastrofi, è diventato un elemento inseparabile della Francia: sarebbe molto grave se ora dovesse soccombere alla paura. Il paese potrebbe ritrovare la grandeur di cui paria il generalo De Gaulle, ma non sarebbe più la Francia se smettesse di ballare il 14 luglio. Non sarebbe più la Francia se la sua festa nazionale, quella che unisce spontaneamente tutto il popolo, cessasse di essere l'anniversario della presa della Bastiglia. Sandro Volta

Persone citate: Bonaparte, De Gaulle

Luoghi citati: Francia, Parigi