Un chierico di Boves si uccide in un crepaccio sui monti di Entracque

Un chierico di Boves si uccide in un crepaccio sui monti di Entracque Un chierico di Boves si uccide in un crepaccio sui monti di Entracque In grave stato anche il vice parroco di Borgo San Dalmazzo, compagno di gita della vittima ventenne - Il ferito è rimasto 24 ore sulla neve in attesa di aiuti (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 12 luglio. Una sciagura alpinistica è accaduta ieri sul gruppo del Gelas (m.3200), nel vallone del Gesso d'Entracque. Ne sono rimasti vittime due religiosi. Uno è un chierico di Boves, il ventenne Mario Bocchiola; è precipitato in un crepaccio mentre stava discendendo un lungo canalone innevato ed è morto quasi subito. L'altro è il vice-parroco di Borgo S. Dalmazzo, don Armando Cavallo, di 27 anni, scivolato a sua volta sulla neve ghiacciata mentre stava tentando di soccorrere il giovane compagno di escursione. Don Cavallo è rimasto ferito ed immobile sul nevaio per oltre ventiquattro ore. Raggiunto solamente stasera dalle squadre di soccorso e trovato ancora miracolosamente in vita, il vice-parroco è stato trasportato alle 0,30 all'ospedale civile di Cuneo, con profonde ferite al capo ed in grave stato di prostrazione generale, a causa del lungo periodo di immobilità trascorso sulla neve, mentre infuriava' il temporale. Don Cavallo ed il chierico Bocchiola erano pa:titir Aeri mattina all'alba da Borgo 8. Dalmazzo, diretti in motoretta verso S. Giacomo di Entracque: qui, presso la colonia estiva di Cuneo, avevano deposto gli abiti talari. Risalito il vallone, si erano portati all'attacco del massiccio del Gelas, risalendo il canalone detto della Maledia. Si presume che la sciagura sia accaduta fra l'una e le due di ieri mentre, dopo avere raggiunto la vetta, i due stavano discendendo il ripido canalone. I sacerdoti non erano assicurati da corde. Davanti si trovava Don Cavallo, mentre il chierico seguiva a 150 metri. Improvvisamente, il viceparroco non scorgeva più il compagno. Udiva un grido prolungato e intuendo la disgrazia, risaliva precipitosamente dirigendosi verso il punto da cui aveva udito provenire l'urlo. Dopo avere percorso circa cento metri, don Cavallo scivolava a sua volta, rotolando per 200 metri lungo il pendio innevato e si arrestava contro una sporgenza di roccia, rimanendo privo di sensi in quella posizione. Verso sera, non vedendo ritornare i due sacerdoti, dalla colonia di S. Giacomo di Entracque veniva dato l'allarme Si formava una squadra di soccorso composta da carabinieri e montanari, che si metteva in marcia verso il gruppo del Gelas. Stamane partivano da. Borgo S. Dalmazzo altri carabinieri e i componenti del la squadra di soccorso del Club Alpino Italiano. Le ricerche nei canaloni della Maledia e del Gelas proseguivano per tutta la mattina e il pomerig gio di oggi. Solamente alle 19 una delle pattuglie di carabinieri e di alpigiani scorgeva il corpo immobile e semi-assiderato di don Cavallo: il sacerdote indossava solo una camicia con un pullover senza maniche. Il vice-parroco veniva rianimato e riprendeva i sensi dopo una decina di minuti. Dalle frasi sconnesse che mormorava si indovinava il punto dove doveva trovarsi il cadavere del compagno. La salma del chierico veniva rinvenuta in un crepaccio, una specie di pozzo formato da acque di scolo delle nevi della parete rocciosa laterale al canalone. Mentre la marcia delle squadre di soccorso procedeva faticosa verso il fondo valle, la salma del chierico veniva trasportata al rifugio Pagarì. Don Cavallo è giunto all'ospedale alle 0,30 con l'autolettiga dei vigili del fuoco di Cuneo. n. rn.

Persone citate: Armando Cavallo, Bocchiola, Cavallo, Mario Bocchiola