Pella indica in un'intervista gli scopi dei piani economici

Pella indica in un'intervista gli scopi dei piani economici Per aumentare il reddito ed eliminare la disoccupazione Pella indica in un'intervista gli scopi dei piani economici Necessaria una programmazione indicativa per difendere le libere istituzioni - Il progresso tecnologico richiede un intervento dello Stato per mettere l'Italia al passo con i tempi - Occorre ridurre il divario fra le regnili (Nostro servizio particolare) Roma, 10 luglio. La rivista La discussione — organo ufficiale della de — pubblica oggi un'intervista concessa dal ministro del Bilancio on. Fella. Ad una domanda diretta a conoscere che cosa si debba intendere per « elaborazione di un programma economico nazionale » la cui necessità è stata più volte sottolineata dallo stesso ministro, l'on. Pella ha risposto: < Ribadisco che oggi una programmazione indicativa, orientativa è indispensabile proprio per rafforzare e difendere le nostre libere istituzioni». Il ministro ha proseguito affermando che non è da oggi che in Italia si fanno programmazioni (piano per il Mezzogiorno, piano verde, piano per i fiumi, piano per le strade, piano della scuola, plano di rinascita per la Sardegna). Sebbene in passato non si sia potuto fare molto sul piano della programmazione generale, perché governo e Parlamento sono stati assillati dalla necessità di risolvere questioni urgenti, di tamponare falle in ogni campo. Lo stesso piano Vanoni venne in un momento di assestamento economico e non potè essere che uno schema, un ragionamento. Ma oggi le cose — secondo il Ministro — sono cambiate. L'Italia, finalmente, può meditare sul suo sviluppo economico avvenire, perché, se finora abbiamo agito quasi di corsa e siamo stati costretti ad inseguire più che ad anticipare, < la situazione economica generale oggi ci consente di accelcare il passo. Per questo, e più ancora per le sicure, profonde trasformazioni tecniche, economiche, umane, interne ed estere, che ci attendono nei prossimi anni, dobbiamo preparare i binari su cui vogliamo procedere: dobbiamo, in una parola, anticipare i tempi. « Il decennio '60-70 sarà cruciale per l'economia italiana. Vi saranno trasformazioni tecniche e strutturali di grande momento. Due grandi settori della nostra economia, agri: coltura e commercio, dovranno subire un radicale processo di rinnovamento e di ridimensionamento. «L'Italia si trova dinanzi alla certezza di una profonda evoluzione tecnologica e sociale all'interno ed alla non meno certa trasformazione, in senso integrativo, delle economie europee e di quelle occidentali ». Alla domanda: < Come si svolgerà la preparazione di questo programma? >, il Ministro ha risposto affermando che la programmazione deve essere, evidentemente, indicativa, il che non significa che non occorre preliminarmente stabilire i traguardi che si vogliono raggiungere, i lìmiti e gli indirizzi politici su cui fondare la programmazione. E' pertanto indispensabile una chiara politica economica che anticipi oltre che stimolare determinati processi economici; che preceda i cicli congiunturali; che affronti e risolva in termini di sviluppo armonico e generale problemi che possono apparire di interesse soltanto settoriale o regionale. Per fare tanto è innanzitutto necessario conoscere con esattezza i punti di partenza. Primo problema quindi è quello di una analisi precisa della situazione economica italiana. «Il fine generale della prò grammazione economica — ha anche detto Peila — è nella sua sintesi estrema quella di massimizzare in modo equilibrato lo sviluppo del reddito nazionale. Questo obiettivo generale va qualificato, tenuto conto di due elementi fondamentali: da una parte la piena occupazione, dall'altra una uniforme distribuzione del reddito in tutte le regioni d'Italia >. Le condizioni ambientali e politiche generali nelle quali la programmazione va inserita o fondata, si riferiscono in particolare a questi tre aspetti: a) condizioni di economia di mercato effettivamente operanti con il rispetto delie regole di concorrenza e con la eliminazione degli ostacoli che a tale concorrenza si frappongono, b) partecipazione della iniziativa statale o pubblica in forma integrativa e sostitutiva della iniziativa privata ogni qualvolta ciò è necessario, c) condizioni di mercato aperto nei confronti del mondo esterno nel quadro generale della liberalizzazione degli scambi e nella coopera, zione internazionale ed in quello specifico della integrazione dell' economia italiana con quella europea. a>

Persone citate: Fella, Peila, Pella, Vanoni

Luoghi citati: Italia, Roma, Sardegna