Trentasei carri staccatisi da un «merci» piombano a 80 Km all'ora su un acceleralo

Trentasei carri staccatisi da un «merci» piombano a 80 Km all'ora su un acceleralo Spaventosa sciagura scongiurata per un soffio sulla linea Milano-Varese Trentasei carri staccatisi da un «merci» piombano a 80 Km all'ora su un acceleralo 11 treno viaggiatori era fermo a Parabiago: da esso i passeggeri erano stati fatti scendere precipitosamente un istante prima dal capostazione, avvertito per telefono dal collega di Legnano della "fuga,, dei vagoni • Solo 10 persone ferite non gravemente ■ La folle corsa dei carri è durata per 6 km, attraverso quattro passaggi a livello aperti e la stazioncina di €anegrate • Nel pauroso schianto il convoglio in sosta è andato praticamente distrutto Milano, lunedì mattina. Un grave incidente ferroviario, che soltanto per un soffio non si è tramutato in una spaventosa sciagura, è avvenuto alle ore 5,46 di ieri mattina, domenica, alla stazione ferroviaria di Parabiago, sulla linea per Varese, a 27 km. da Milano, dove trentasei carri merci, staccatisi sei chilometri più. a monte, a Legnano, da un convoglio in manovra e preso l'abbrivio lungo la linea in pendenza, sono finiti a ottanta chilometri all'ora su un accelerato in sosta, spingendolo a duecento metri di distanza e sfasciandolo in buona parte. Non è stata una catastrofe, si è detto; questa è stata scongiurata per questione di attimi, perché la telefonata che annunciava che da Legnano giungevano in folle corsa i carri-merci è giunta alla stazione di Parabiago appena in tempo per consentire di far scendere quasi tutti passeggeri dell'accelerato dalle loro vetture. Solo dieci si erano attardati e questi sono stati feriti sebbene non gravemente. Uno solo, il cinquantaduenne Lorenzo Pamessa, un venditore ambulante residente a Milano, è stato trattenuto all'ospedale di Legnano in osservazione; gli altri nove sono stati dimessi e giudicati guaribili in pochissimi giorni. Il pauroso incidente ha preso l'avvìo dalla stazione di Legnano, collocata 6 chilometri dopo Parabiago in direzione di Varese, ed ha avuto come protagonista il treno merci n. B',06, proveniente dallo scalo-smistamento di Milano-Centrale e composto di quarantasei carri. Il < merci > era diretto a Luino, ma a Legnano si era fermato perché un vagone, precisamente il decimo della lunga teoria, doveva essere staccato. L'operazione era affidata al manovratore cinquantatreenne Rosilio Melazzini, abitante a S. Giorgio di Legnano e da diciotto anni alle dipendenze delle Ferrovie, il quale staccato il decimo carro dagli altri trentasei che lo seguivano, si accingeva poi a spostarsi all'altro capo del vagone stesso per sganciarlo anche dai nove che lo precedevano. A questo punto aveva inizio l'incidente perché il Melazzini (a quanto è emerso dalle prime indagini) si sarebbe dimenticato di bloccare i 36 vagoni già sganciati col freno di sicurezza. Questa misura è indispensabile a Legnano perché la linea ferroviaria verso Varese sale con una pendenza del 9 per mille. Invece il freno di sicurezza non veniva azionato o per un guasto non funzionava; sta di fatto che i trentasei vagoni si mettevano lentamente in moto a ritroso, verso Milano, prima che il manovratore potesse fare qualcosa per bloccarli. Il troncone impazzito del treno acquistava via via velocità, passava sempre più rapido attraverso quattro passaggi a livello aperti, attraversava la stazione di Canegrate suscitandovi spavento, e si avviava ormai velocissimo verso la stazione di Parabiago, proprio sul binario occupato da un accelerato a trazione elettrica, l'B.T. 106, partito alle 5,S0 da Milano P.N. e diretto a Porto Ceresfo. Questo convoglio, fermo in sosta alla stazione di Parabiago, era composto da quattro vetture, compresa la motrice e il bagagliaio in coda, e lo occupavano una sessantina di passeggeri, per la maggior parte turisti e gitanti . domenicali. Sulla prima vettura, la motrice, avevano preso posto soltanto dieci persone. A Legnano era scoppiato intanto l'allarme. Il manovratore Melazzini si era precipitato dal capostazione aggiunto Livio Campagnolo comunicandogli quanto stava avvenendo; questi aveva telefonato subito a Canegrate, ma di lì i trentasei vagoni erano già passati come bolidi: aveva allora telefonato a Parabiago con l'angoscia nella voce. La sua telefonata è giunta al capostazione di Parabiago, Giuseppe Giuseppetti, pochi attimi prima che i vagoni « impazziti > vi sopraggiungessero. Il Giuseppetti, con una presenza di spirito degna di elogio, disponeva tutto ciò che era possibile in quel momento: ordinava al macchinista dell'accelerato di abbassare i pantografi, poi, a mezzo degli altoparlanti, invitava i viaggiatori a scendere d'urgenza dalle carrozze perché non c'era più tempo di eseguire altre manovre e di istradare i trentasei carri su altri binari. Un istante dopo, il pauroso scontro: i 36 carri piombavano ad velocità giudicata vicina agli 80 km. orari sull'accelerato, lo catapultavano 200 .metri più a valle, lo schiantavano; la motrice e la seconda vettura finivamo sfasciate sul quarto binario, la terza vettura e il bagagliaio si rovesciavano, Per fortuna quasi tutti i viaggiatori erano ormai scesi dall'accelerato. Sei dei trentasei carri merci, carichi di carbone e di cemento, tiscivano dai binari e si sfasciavano, ostruendo ancor più la massicciata tra urla, schianti e un impressionante fragore. Immediatamente si organizzava l'opera di soccorso per i dieci feriti, jtutti della terza vettura. Più tardi da Milano accorrevano tecnici delle Ferrovie, guidati dal capo-compartimento ing. Forte, che prendeva la direzione dell'inchiesta. Il Melazzini, interrogato, negava le sue responsabilità affermando di avere azionato il freno di sicurezza, ma le sue dichiarazioni sarebbero smentite dalle risultanze dell'inchiesta. Il manovratore è stato a lungo interrogato nel pomeriggio anche dal comandante della tenenza dei carabinieri di Legnano; i risultati dell'interrogatorio sono stati trasmessi all'autorità giudiziaria. Il traffico non è stato paralizzato totalmente perché la linea nella stazione di Parabiago è a quattro binari. Di questi, tre sono rimasti bloccati, ma il quarto è efficiente e il traffico sulla linea internazionale del Sempione prosegue senza interruzioni. Stamane la circolazione dei treni dovrebbe tornare normale. A 80 chilometri all'ora, I carri merci si sono schiantati contro le vetture dell'accelerato sfasciandole (Telefoto a « Stampa Sera ») Camillo Brambilla

Persone citate: Camillo Brambilla, Giuseppe Giuseppetti, Livio Campagnolo, Lorenzo Pamessa, Melazzini