I dati statistici sull'ultima vendemmia in Italia

I dati statistici sull'ultima vendemmia in Italia I dati statistici sull'ultima vendemmia in Italia Il vino prodotto nel '60-'61 gnosi sette miliardi di litri Questa grande quantitta alzata con l'uso di Dopo l'ormai quasi rituale gestazione di nove mesi, l'Istituto Centrale di Statistica ha dato alla luce, con l'ultimo suo bollettino mensile (maggio u.s.), le statistiche ufficiali riguardanti la vite e i suoi prodotti nell'anno 1960. I dati finali — cioè quelli della produzione totale dell'uva e del vino in Italia — non costituiscono ormai più una sorpresa per gli operatori del settore: tuttavia, è 'sempre importante vederli oggi ufficialmente confermati in 86 milioni e mezzo circa di quintali di uva e in 55 milioni e 318 mila ettolitri di vino. Tanto per offrire subito qualche termine di confronto significativo, avvertiamo che la vendemmia 1959 ci aveva dato 101 milioni e mezzo di ql. d'uva e 66 milioni 374 mila hi. di vino (e quella 1958. 106 mi. costdecosctosegrl'Il'icosudatulaucipcataqususaetmglioni di ql. d'uva e circa 68.dmilioni di hi. di vino). Ven demmia dunque relativamente scarsa — lo si è detto fin dallo scorso autunno. Ma solo relativamente alle più recenti vendemmie: che non è inutile ricordare che la produzione media di vino in Italia prima dell'ultima guerra si calcolava sui 40 milioni di hi. Quindi si tratta pur sempre d'una produzione ragguardevole, e che pone l'Italia, fra i paesi viticoli del mondo, in una posizione di primissimo piano, anche ri-j spetto alla stessa Francia i (se si esclude l'Algeria), quando si pensi che alla vi-i nificazione nell'ultima vendemmia furono da noi destinati quasi 80 milioni di ql. | d'uva (più esattamente, 79.138 mila), si vede chiaramente come siano fuori della realtà coloro che vanno insinuando che quest'anno soprattutto, data la scarsa (?) produzione, milioni di ettolitri di vino sarebbero stati prodotti... senza l'intervento della pampinea vite. A questo proposito, è bene aggiungere qualche parola per ricondurre l'abusato tema delle frodi e sofisticazioni nei suoi giusti limiti. S'è detto, e si ripete, che quest'anno molto vino è stato ricavato dallo zucchero. E s'è cercato di suffragare questa affermazione facendo il raffronto tra il costo d'un grado alcoolico ottenuto dalla fermentazione dello zucchero del commercio, e quello ottenuto invece dall'uva. Indubbiamente, dato l'attuale prezzo dello zucchero di barbabietola (specialmente se acquistato in forti quantitativi), la differenza tra i due costi è sensibile. Ma ciò può spiegare l'uso (o meglio, l'abuso, che la legge italiana lo vieta) dello zucchero per rinforzare mo sti e vini deboli (e l'ultima vendemmia di questi ne ha prodotti molti, soprattutto nell'Italia settentrionale), più che non far pensare alla fabbricazione di veri... vini sintetici. Certo però hanno ben ragione i produttori di vini da taglio del Mezzogiorno e delle isole di levare alte prote colamspsud(tapdcvUCprecmcFnpdItc«ncmGSte contro Simili abusi, cheI «Si traducono in un loro dan- lno evidente (e ne è una riprova il fatto che, malgrado la forte contrazione quantitativa verificatasi nella vendemmia 1960 in Puglia e Sicilia, la ricerca di quei vini da taglio, dopo un ottimo inizio, s'è affievolita in modo preoccupante). Meno motivo di timori ne possono trarre invece i consumatori, che lo zuccheraggio dei mosti e dei vini, se rappresenta una frode di fronte alla legge, non può però destare alcuna preoccupazione dal punto di vista igienico Poiché abbiamo accenna to alla produzione delle regioni meridionali, aggiungeremo che le statistiche ufficiali oggi rese note pongono, dopo molti anni, il Piemonte in testa a tutte le regioni, italiane per quantità di vino prodotto. Seguono, in ordine decrescente, il Veneto, la Puglia, l'Emilia-Romagna, la Toscana, la Sicilia... Quest'ultima nel 1960 è dunque passata al quinto posto, mentre in più di un anno è stata al secondo, e la Puglia quasi costantemente al primo. Ma, per compensazione, le regioni meridinnpli nell'ultima vendemmia han prodotto in complesso vini d'ottima qualità; mentre non altrettanto *ctcdsssstscvpscdpc! .può dirsi invece per quelle settentrionali. | Ma considerazioni non me-!no interessanti può suggerì-1re l'esame delle statistiche in ! oggetto: e nrecisamente di quelle riguardanti la super-ificie Vitata. Com e ben noto, | una caratteristica della viti-1rà ■ \ à sembra tutta genuin zucchero vietato dalla coltura italiana è sempre stata (da millenni) quella della grande diffusione della cosiddetta coltura promiscua, dominante soprattutto nelle pianure dell'Italia settentrionale e anche 5n gran parte delle colline dell'Italia centrale. Però, dopo l'invasione fillosserica e la conseguente ricostituzione su piede americano, s'è andata a mano a mano accentuando una contrazione della viticoltura promiscua e un'estensione di quella specializzata. Secondo i dati del 1960, la prima occuperebbe oggi circa 2 milioni e mezzo di ettari, mentre la seconda (che quarant'anni fa s'aggirava su 900 mila ettari) oggi è salita a 1 milione 142.507 ettari. Per poter avere termini più comparabili e significativi, il nostro Istituto di Statistica ha calcolato un coefficiente di riduzione del la superficie a coltura promiscua in una equivalente di specializzata (4,26). Ne risulta una superficie totale della viticoltura italiana (tutta ridotta a specializzata) di ha. 1.747.787. Tanto per avere qualche termine di paragone, ricorderemo che la Spagna (che segue da vicino l'Italia per l'estensio- La vendita di giornali salita dell'o' nei '60 Da una indagine compiuta a cura di orioni competenti è risultato che la vendita di giornali ha registralo in Italia, durante il 10(10, un sensibile incremento, nonostante gli aumenti di prezzo, sfa nel settore dei quotidiani, sia in quello dei settimanali. Complessivamente in tutto il territorio nazionale si è avuto un incremento di vendite pari all'8 per cento circa, con punte maggiori in Lombardia, Veneto, EmiliaRomagna, Toscana e Lazio. L'aumento più forte si è avuto per ciò che concerne i giornali per ragazzi; la vendita di altre pubblic.azioiti è. stata superiore di un terzo, rispetto a quella registrata nel 1059. Ulllllilllimillllllllllllllinillllllllllillll i ti Gli incìdenti str a - Ma in non pochi cas legge - Incerte le prev nè della viticoltura) ne ha 1.623.740, e la Francia (metropolitana) 1.464.200. Che se poi volessimo passare dalla superficie alla produzione unitaria troveremmo che nella vendemmia 1960 essa è risultata in media di ql. 52,2 d'uva per ettaro (in quella 1959, di ql. 64,3). E se volessimo scendere ad un'analisi di tale produzione unitaria per singole regioni (e per province), ne ricaveremmo materia per altre importanti considerazioni, nonché per azzardare previsioni pel futuro. Previsioni non scevre da preoccupazioni. Ma per questa volta fermiamoci qui. Giovanni Dalmasso —— —. Aumentano turismo alloggi e opere pubbliche Kormi, 29 giugno. Secondo le ultime statistiche dell'Istat le presenze di turisti negli esercizi alberghieri nei primi quattro mesi del 1961 sono state 16.115.000, delle quali 4.493.000 di cittadini stranieri Rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso le presenze di italiani risultano in aumento deli'ìì,7% e quelle di stranieri del 14,6%. Nel primo quadrimestre dell'anno in cofso, rispetto al corrispondente periodo del 1960, le abitazioni costruite nei comuni capoluoghi di provincia e negli altri con oltre 20 mila abitanti sono ammontate a 61 mila, per 393 mila vani, con maggiorazioni rispettivamente del 12,8% e del 14,9%. Un aumento d'un certo rilievo .— e precisamente pari al 9,1% — si è registrato durante il primo trimestre del 1961 nel numero delle giornate-operaio impiegate nei Lavori Pubblici. Il numero medio giornaliero dei lavoratori occupati nelle opere di carattere pubblico è salito da circa 210 mila a circa 226 mila v■*" JLa prima volta dopo 15 anni L'ammasso del grano attivo per 30 miliardi Roma, 29 giugno. La gestione statale dell'ammasso chiuderà per la prima volta il 31 luglio p.v. in attivo UxSrp^prlo^.bilancio, di..30 miliardf, dopò ben 15 bilanci' annuali deficitari. La saldatura della campagna granaria si scorta di realizzerà con una a n 111 ni 11111 ! 11111 n 11 n i s ni 11 tu 111111111111111111» adali jn Francia i la gradazione è staisioni per quest'anno frumento ammontante a circa 4,5 milioni di quintali, quantità quasi uguale a quella di cui disponeva la Direzione generale dell'alimentazione il 1" agosto dello scorso anno. Ciò significa che si è smaltito il grano nazionale ammassato — come prestabilito nei programmi — ed è stato importato lo stretto necessario per soddisfare le richieste doi mollnl. Il grano acquistato quest'anno all'estero, dalla gestione statale, ammonta, esattamente, a 23,5 milioni di quintali, di cui 19,5 milioni di tenero e circa 4 milioni di duro. Le importazioni sono quasi finite: mancano solo 83 mila quintali che, però, giungeranno nei porti italiani entro la settimana. Lo Stato, per provvedere al fabbisogno nazionale di grano ed evitare seri disturbi al mercato nazionale, ha dovuto sostenere ingenti spese che negli ultimi anni, quantunque sensibilmente ridotte nei confronti di quelle delle "prime gestioni, hanno fatto registrare deficit varianti dai 20 ai 30 miliardi. ifimiiiiiiiiiin Mimi iiiiiiiiiiiiiMiiiii

Persone citate: Giovanni Dalmasso