Spettacolo di grazia e di stile con il "Festival Ballet,, all'Alfieri

Spettacolo di grazia e di stile con il "Festival Ballet,, all'Alfieri Spettacolo di grazia e di stile con il "Festival Ballet,, all'Alfieri Ritornato fra noi per la ter-! (za volta nel giro di una decina rd'anni, il * London's Festival nRaJlet» non è apparso muta-\dto né nel repertorio né, si vor- ! srebbe aggiungere, nei solisti, anche se quasi tutti, naturalmente, non sono f.li stessi di nove o di quattro anni fa. Ma la grande tradizione diaghileviana che il complesso ha ere ditato dalla sua fondatrice (con Anton Dolin) Alicia Markova, già per tre anni prima ballerina d: Diaghilev, sembra tramandarsi intatta dall'una all'altra delle < stelle >. e sono tra le più celebri della costellazione ballettistica, che appartengono o sono appartenute al c Festival Ballet >. Alta scuola e grazia sono le sbandi qualità di questo corpo di ballo e, quando non tralignano in accademismo e leziosità, come talvolta inevitabilmente avviene, sono doti ancora ammirevoli. Lo si vide, a tratti, nelle romantiche Silfidi (musica di Chopin, coreogra ria di Fokine) con cui si apri lo spettacolo e in cui brillarono gli « artisti ospiti » Irina Borowska e Michel Maule, questi a volte troppo languido. Il brio e la classe impetuo dp«tvnvrvsifptsnascpstsa di Marilyn Burr, eccellen-jtemente sostenuti dal sempre valido Oleg Briansky, riuscirono poi a non far sembrare tanto vecchiotte (e lo sono) la musica di Minkus e la coreografia di Oboukoff nel « grand pas de deux » del Don Chisciotte. Fu questo il numero più ammirato e, giustamente, più applaudito, ma momenti eccellenti ebbe anche Belinda YVright in Giulietta e Romeo di Cìaikowski con la coreografia dove la stella in- I |c'el Briansky | glese ebbe come ballerino di i notevoli doti, ma ancora un po' grezzo, Jelko Yuresha. Marilyn Burr ritornò con la Richards e la Minty nella Bourrée fantasque (su musica d: Chabrier) che chiuse il programma e che, nuova per Torino, segna l'inclusione di una coreografia di Balanchine (New York, 1949) nel reperto rio del balletto. E nuovo per noi era anche il Grand pas des ftaneées che Jack Carter, servendosi di alcune - musiche del Lago dei cigni, ha ideato per sei soliste riunite in un « pas de six > dove il puro virtuosismo è ravvivato da disinvolte sfumature che si rivelano anche attraverso i briosi e variopinti « tutù > delle ballerine. Sebbene il « London's Festival Ballet * sia giunto in una stagione avanzata e afosa (ma in teatro si sta abbastanza freschi), il pubblico era anche più folto di quanto si poteva temere e, in ogni modo, fu assai caloroso nell'applaudire e nel chiamare ripetutamente alla ribalta corpo di ballo e solisti. Lo spettacolo si replica ancora stasera, mentre dopodomani e giovedì sarà presentato un programma del tutto nuovo. ii a. di.

Luoghi citati: New York, Torino